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Week end a Napoli

Cosa vedere e cosa fare in città in due giorni

Pubblicato: Ultimo aggiornamento il
Basilica San Francesco Paola Napoli

Cosa vedere in un week end a Napoli? Troppo, ve lo dico subito! Napoli è una città meravigliosa, un vero museo a cielo aperto e due giorni sono appena sufficienti a farsi una vaga idea della sua bellezza sanguigna, intimamente ottimista, a tratti malinconica.

Cosa vedere in un week end a Napoli

La città partenopea deve la sua fondazione alla sirena Partenope. Addolorata dal tenace rifiuto di Ulisse al suo canto suadente, si gettò in mare e il suo corpo venne ritrovato dove oggi sorge Castel dell’Ovo.

La Stazione Centrale è una gran sorpresa. Sono evidenti gli sforzi della città per regalare ai viaggiatori in arrivo un hub pulito, moderno, funzionale.

Regalatevi un weekend a Ischia in bici

Nei giorni in cui sono stata io, era in corso la “Station Invasion”, un’installazione di Cracking Art, un colorato esercito di chiocciole di plastica di dimensioni diverse sparse per la stazione realizzato da un gruppo di innovativi artisti che lavorano su “progetti di rigenerazione urbana” (se volete approfondire: http://www.crackingart.com/).

Napoli-Cracking-Art

“Station Invasion”, l’installazione di Cracking Art

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Station Invasion, l’installazione di Cracking Art

Cosa vedere a Napoli

Come dicevo, le cose da vedere a Napoli sono tante.

Per non ingolfare troppo il programma, ho preferito abbinare alla visita della città e alle tappe gastronomiche (nell’ordine: pizza – sfogliatella e cuoppo di fritto misto) solo un museo.

Il mio weekend a Napoli è iniziato con una passeggiata per la città.

Dalla Stazione percorrete Corso Umberto I che vi condurrà dapprima a Piazza Municipio (riconoscibile dal Castel Nuovo) e poi a Piazza del Plebiscito con l’inconfondibile Palazzo Reale e la Basilica Reale San Francesco di Paola, uno dei massimi esempi di architettura neoclassica napoletana.

Tutto il quartiere a destra di Corso Umberto custodisce straordinari tesori della città:

  • il Duomo
  • Spaccanapoli, il rettilineo (più di un chilometro) che divide la Napoli antica perfettamente a metà è evidentissimo. Il vecchio tracciato, risalente addirittura ai greci, ha finito con l’inglobare anche altre zone e oggi, dal rione della Pignasecca fino a Castel Capuano, offre al viaggiatore curioso la poesia di una passeggiata col naso all’insù, tra chiese, palazzi, statue e persino un obelisco.
  • San Gregorio Armeno
  • Napoli Sotterranea, l’antico acquedotto di Napoli
  • la cappella Sansevero col Cristo velato

Alle spalle di Piazza del Plebiscito si trovano invece

  • la Galleria Umberto I
  • i Quartieri Spagnoli così chiamati perché vi alloggiavano le milizie spagnole di presidio in città contro eventuali sommosse popolari. La nomea di quartiere malfamato risale al XVI secolo vista la condotta dei soldati, alla ricerca di svago notturno tra donne e alcol. Dopo un lungo periodo di riqualificazione e alcuni progetti ancora da attuare, i Quartieri costituiscono una delle anime vere di Napoli, assolutamente da scoprire. In un dedalo di vicoli a tratti soffocante, curiosate tra i panni stesi ad asciugare, i colori sgargianti delle case, il vociare della gente, i piccoli negozi di artigianato e le porte aperte dei cosiddetti bassi (le piccole abitazioni a livello strada). Se pensate che le signore che tirano su la spesa con le ceste legate a una corda siano una “cartolina” di un tempo che fu, vi sbagliate di grosso: qui, funziona ancora esattamente così! Non mancano trattorie tipiche né qualche manciata di chiese. Se aguzzate lo sguardo, potrete notare una miriade di murales. tra questi ci piace ricordare quelli realizzati nell’arco di tre anni dal graffitista ciop&kaf e raccolti nel libro Quore Spinato (seguite il link se vorrete visualizzare altre info, oltre che la mappa esatta delle opere con relative foto).
    Quartieri-Spagnoli-Napoli

    Uno dei vicoli di accesso ai Quartieri Spagnoli

     

  • la famosa fermata Toledo della Linea 1 della metropolitana, decretata da The Daily Telegraph la più bella d’Europa (ultimo riconoscimento, a novembre 2015, è stato conferito dall’International Tunnelling Association, sbaragliando la concorrenza di Gerusalemme e Sydney: l’Oscar delle opere in sotterraneo nella categoria uso innovativo dello spazio in sotterraneo!). La fermata metro Toledo, disegnata dallo spagnolo Oscar Tusquets, fa parte delle “stazioni dell’arte” e serve tutto il Rione Carità.

    Metro-Toledo-Napoli

    Fermata metro Toledo

Con la funicolare si può raggiungere agilmente il Vomero e visitare Castel Sant’Elmo e la splendida Certosa di San Martino.

Chi non vuole rinunciare a una passeggiata tra le colline del Vomero e di Posillipo puntellate di luci e un mare che sussurra incessantemente leggende dure a morire può percorrere una promenade quasi interamente pedonale tra Via Marina, Via Nazario Sauro, Via Partenope e Via Francesco Caracciolo.

Sul lungomare si incontrano decine di locali deliziosi dove cenare o fare semplicemente un aperitivo, hotel storici e, ovviamente, altri must see partenopei, come Castel dell’Ovo e la Fontana dell’Immacolatella.

Posillipo-Napoli-Tramonto

La collina di Posillipo dal lungomare

Napoli-Castel-Ovo

Castel dell’Ovo

Napoli-Hotel-Vesuvio

Hotel Vesuvio

Come dicevo la scelta dell’unico museo da visitare nel weekend è caduta su

Palazzo Reale

una delle quattro – magnifiche – residenze dei Borbone di Napoli durante il regno delle due Sicilie (le altre tre sono la Reggia di Capodimonte, sempre in città, la Reggia di Caserta e quella di Portici).

Il percorso tra le sale racconta l’ambizioso progetto dell’architetto Domenico Fontana, che voleva regalare all’illustre ospite, il re Filippo III di Spagna in visita a Napoli, una residenza sfarzosa in grado di competere con quelle europee.

Palazzo-Reale-Napoli

Lo Scalone d’Onore di Palazzo Reale

Gli ammodernamenti, i ritocchi, le ulteriori edificazioni si protrassero fino all’800 con il definitivo intervento di Gaetano Genovese. I passaggi di proprietà furono altrettanto frequenti: dai viceré spagnoli, nel Palazzo Reale si insediarono gli austriaci e quindi i re di casa Borbone fino ai Savoia, dopo l’Unità d’Italia.

Il percorso museale mi ha permesso di ammirare l’imponente Scalone d’Onore (progettato da Picchiatti e arricchito dal Genovese), l’Ambulacro, il Teatrino, la Sala delle Guardie del Corpo, delle Nature Morte, del Salone d’Ercole, l’Appartamento della Regina e la Cappella Reale dell’Assunta.

Palazzo-Reale-Napoli

Una delle Sale di Palazzo Reale

Palazzo-Reale-Napoli

Una delle Sale di Palazzo Reale

Anche se il costo del biglietto non è proibitivo, magari può essere una buona idea far coincidere la visita con la prima domenica del mese in cui l’ingresso è gratuito.

Orari Appartamento Storico: dalle 9 alle 20. Chiuso il mercoledì e a Natale e Capodanno. Orari Cortili: tutti i giorni dalle 9; la chiusura varia in base al periodo dell’anno tra le 16.30 3 e le 20.

Prezzi: 10€ intero, 5€ ridotto con Campania Artecard, 2€ ridotto studenti 18-25 anni. Per info sempre aggiornate consultate la pagina dedicata del sito ufficiale.

In alternativa, se avete già visitato il Palazzo Reale, vi consigliamo la

Certosa e Museo di San Martino + Castel Sant’Elmo

La Certosa nasce su progetto di Tino di Camaino e Attanasio Primario secondo i canoni architettonici dell’Ordine dei certosini.  Il gioiello barocco che conosciamo oggi è però frutto del talento di diversi architetti: Giovanni Antonio Dosio, Giovan Giacomo di Conforto e Cosimo Fanzago oltre al significativo contributo creativo dell’architetto scenografo Nicola Tagliacozzi Canale.

Quattro le cose che mi hanno lasciata senza fiato:

  • la chiesa della Certosa
  • il chiostro grande
  • la collezione presepiale
  • la vista sul Golfo e sul Vesuvio dai giardini pensili

Orari Certosa: dalle 8.30 alle 17. Chiuso il mercoledì. Prezzi: 6€ intero, 2€ ridotto studenti 18-25 anni. Orari Castel Sant’Elmo: tutti i giorni dalle 8.30 alle 19.30. Prezzi: 5€ intero; 2,50€ ridotto per gli ingressi dopo le 16; 2€ ridotto per gli studenti dai 18 ai 25 anni. Esiste anche un biglietto integrato Castel Sant’Elmo e Museo e Certosa di San Martino (eccetto mercoledì) 9€.

Proprio accanto, svetta Castel Sant’Elmo: sarebbe un peccato non entrare visto che non vi porterà via molto tempo. La visita si svolge infatti lungo il camminamento di ronda di questa fortezza medievale da cui si gode una vista a 360° sulla città. Cuore del Castello è la Piazza d’Armi dove si consiglia una sosta golosa da Scaturchio per mangiare una sfogliatella vista Vesuvio. Passeggiando incapperete in un grande elmo di metallo, opera di Mimmo Paladino. La scultura è un invito a visitare il Museo Napoli Novecento ospitato permanentemente nel castello.

Nel piazzale antistante la Certosa di San Martino (o Castel Sant’Elmo) avrete chiaro il senso del nome “Spaccanapoli” al rettilineo che divide a Napoli antica perfettamente a metà. Anzi, vi consigliamo di imboccare la Pedamentina di San Martino, una scalinata di 414 gradini che vi condurrà dalla collina a quella via densa di risate, di chiacchiere, di profumi e colori.

Se invece di un museo volete fare una visita meno impegnativa (in termini di logistica e tempistiche) andate nel

Complesso Monumentale di Santa Chiara (chiesa e chiostro)

Nel centro storico di Napoli sorge questa cittadella trecentesca composta da un convento di clarisse e un monastero di frati francescani. La Chiesa fu distrutta in un bombardamento aereo nel 1943. Quanto è scampato all’incendio è stato allestito in un piccolo museo adiacente al bellissimo chiostro maiolicato.

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Chiostro di Santa Chiara

Realizzato dal Vaccaro nel ‘700, il Chiostro vanta pilastri e sedili rivestiti di maioliche raffiguranti la vita quotidiana dell’epoca e uno straordinario ciclo di affreschi che decorano le pareti del porticato.

Avete mai visitato le Catacombe di Napoli?

E dopo tanta cultura, non sono mancate le tappe gourmet tra pizzerie, pasticcerie e street food! Presto online un articolo dedicato a Dove mangiare a Napoli e a Dove dormire a Napoli!

5 commenti

https://narrabondo.wordpress.com/ 18 Gennaio 2016 - 22:24

Splendido reportage sulla Capitale.
Mi permetto solo un appunto.
Partenope si gettò in mare a Mergellina, dove oggi sorge piazza Sannazaro con la statua, appunto, che rappresenta Partenope.
Un caro saluto

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Bruna 21 Dicembre 2015 - 16:11

Bellissimo racconto di viaggio! Grazie mille per questo contributo alla mia città, spero che Napoli possa ospitati di nuovo presto!

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Monica Nardella 23 Dicembre 2015 - 11:07

Grazie Bruna! Sicuramente tornerò presto e con più calma perché ho tantissimo da vedere! Magari ti scrivo, così prendiamo un caffè molto social 😀

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Simona Sacrifizi 21 Dicembre 2015 - 13:58

Napoli ti mette sempre nelle condizioni di dover tornare… 😉
Bel post, complimenti!!

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Monica Nardella 23 Dicembre 2015 - 11:07

Grazie mille Simo, sarebbe bello tornare con te 😀

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