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Capo Nord in bici

Viaggio in solitaria da Bolzano a Capo Nord in bicicletta

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Arrivare a Capo Nord in bici dall’Italia non è esattamente una passeggiata. Per macinare 3.800 km servono preparazione fisica e mentale. Per mesi mi sono chiesto come avrei affrontato questa lunga pedalata e l’eventuale fallimento ma una simile esperienza (dopo la scalata del Kilimanjaro via Machame Route, il Cammino lungo la Via Francigena del sud e l’Albania in bici) mi frullava in testa da troppo tempo per rinunciare.

Dove si trova Capo Nord

Capo Nord (Nordkapp in norvegese) è l’ultimo punto sulla terraferma prima del Polo Nord. Si trova oltre il Circolo Polare Artico, sull’isola di Magerøya. Per raggiungere dall’Italia questa destinazione leggendaria si devono attraversare almeno 6 nazioni e pedalare per quasi 4000 chilometri. Da qualche anno, viene organizzata la NorthCape4000 un’avventura in bici a ultra distanza che richiama sempre più appassionati. Il percorso è fisso (comprende 4 gate: Monaco, Berlino, Copenhagen e Rovaniemi), totale autonomia e nessun supporto. Le iscrizioni sono limitate (di solito si aprono a dicembre per l’edizione che si svolge a luglio dell’anno successivo) e naturalmente a pagamento.

Io non ho partecipato alla NorthCape4000 ma mi sono ispirato molto a questo emozionante tracciato (con qualche piccola variazione). Le nazioni che ho attraversato io:

  • Austria
  • Germania
  • Repubblica Ceca
  • Svezia
  • Finlandia
  • Norvegia

Il diario del mio Capo Nord in bici

L’avventura è iniziata il 28 maggio con un arrivo rocambolesco a Bolzano. La linea ferroviaria infatti era interrotta a causa di un’alluvione e quindi ho dovuto ricorrere a svariati contatti per raggiungere la città di partenza del mio viaggio in direzione capo Nord in bici.

In stazione ho trovato ad attendermi Giuseppe Vilei. Con lui ed il suo amico Riccardo l’indomani siamo partiti per la prima tappa: lo scavalcamento delle Alpi in sella alla fiammante gravel acquistata per l’occasione!

1° giorno 29 maggio BOLZANO-TOSENS 143 Km 1550 m di ascesa (9h di cui 7h di pedalata velocità 20.2 km/h)

Il primo tratto si sviluppa su piste ciclabili in perfette condizioni che costeggiano fiumi e laghi in un contesto paesaggistico splendido. La ciclabile è dolce sino a Merano poi inizia ad inerpicarsi con strappi in salita anche del 18%. Le soste sono state brevissime perché quando bisogna macinare chilometri in bici, si fatica a riprendere la marcia dopo una sosta foto.

Eppure non ho saputo sottrarmi al fascino indiscutibile della fortificazione di Glorenza, del castello di Burgusio e del Lago di Resia che sommerge il paesino di Curon lasciando affiorare solo il campanile.

–> Cosa fare sul Lago di Resia

campanile-lago-di-resia

Io e Giuseppe in posa davanti al Campanile sommerso nel lago di Resia

Entrati in Austria sebbene il paesaggio non fosse cambiato, siamo rimasti delusi dalla mancanza di piste ciclabili.

Quando la stanchezza ha inziato aggredirci i muscoli, ci siamo fermati a Tosens presso l’affittacamere Frans&Karin (35€ alloggio prenotato per tempo). Serata in compagnia sorseggiando una birra.

2° giorno 30 maggio TOSENS – MONACO DI BAVIERA 225 Km 1600 m ascesa (13h)

Siamo partiti alle 8 del mattino con un meteo favorevole non senza acquistare dei panini nell’unica bakery di Tosens.

Quasi subito abbiamo imboccato la tanto desiderata ciclabile austriaca. Il percorso si sviluppa anche sulla statale e si avanza senza difficoltà.

Abbiamo attraversato diversi paesini, tra i quali degna di nota è la cittadina di Landeck. Dopo ulteriori 60 km Giuseppe e Riccardo hanno invertito la rotta e sono tornati alla base. L’avventura con loro è durata solo 200km ma ci siamo divertiti tantissimo.

Io invece ho continuato a pedalare in direzione Telfs, ultima città austriaca.

A causa dei lavori in corso ho avuto difficoltà a ritrovare la traccia e prima di varcare il confine mi sono ritrovato con una salita spacca gambe di 8 km. Per affrontarla, sono sceso spesso dalla bicicletta per spingerla. Anche perché a pieno carico, pesava 22kg mentre lo zaino in spalla ne pesava ben 5.

Giunto a Mittenwald, una bella cittadina tedesca, mi sono guardato intorno e ho visto solo montagne. Ero letteralmente terrorizzato dall’idea di doverle valicare!

Ad aggravare l’ansia, la preoccupazione di non avere un alloggio. Per fortuna, mentre pedalavo, l’amico Luciano Botrugno era all’opera per trovarne uno.

Il paesaggio intorno a me offriva una incredibile bellezza e sono stato sinceramente sorpreso dai numerosi sportivi impegnati a fare trekking o su una bici (soprattutto ebike).

Quando mi sono accorto di essere a soli 40 km da Monaco ho deciso di stringere i denti per chiudere la tappa giornaliera in questa città. Purtroppo sono arrivato alle 9 di sera cotto e con poca lucidità.

A Monaco consiglio di alloggiare all’Hostel4foryou sia per la posizione centrale sia per i prezzi. L’alloggio mi è costato 27€ e, plus non da poco, mi hanno offerto come benvenuto una birra media alla spina! Per la colazione a buffet l’extra è di 6€. In cuor mio ho ringraziato il caro amico Luciano.

3° giorno Mercoledì 31 maggio MONACO –FREUDENBERG  205 Km 1400 m ascesa  (11h30 di cui 10h di pedalata 20,11 km/h)

La mattina del terzo giorno in direzione Capo Nord in bicicletta ho fatto fatica a ritrovare la traccia e per imboccare la strada giusta, ho perso un’ora buona.

A causa della penuria di alloggi disponibili, sono stato obbligato a calibrare le soste in base alle prenotazioni che il fido Luciano è riuscito a chiudere. Ho pedalato, quindi, con la serenità di dormire in un appartamento dopo aver macinato 200km!

Lasciata Monaco, mi sono mosso quasi sempre su un territorio pianeggiante ma in alcuni punti il percorso si è sviluppato su una zona collinare che mi ha costretto a qualche up & down.

Il panorama non mi ha distratto e non ho incontrato bar né fontane a cui abbeverarmi.

Negli ultimi 50km il percorso finalmente si è addolcito. Siccome il monolocale Robin (51€ a notte) era fuori percorso di qualche chilometro, ho deciso di fare la spesa in un supermercato e rintanarmi in casa. Una struttura è molto vivibile con buoni servizi e una proprietaria disponibile che mi ha anche offerto gentilmente una coca cola.

4° giorno 1 giugno FREUDENBERG – RODEWISCH 188 Km 2200 m ascesa (12h30 di cui 10h30 di pedalata 18.3 km/h)

Per la quarta tappa la sveglia ha suonato presto e sono riuscito a partire alle 7. Purtroppo l’inizio della pedalata è stato in salita fin da subito e solo dopo un’ora il percorso si è addolcito.

Nei paesini che ho attraversato, rispetto al giorno precedente, ho intravisto delle persone, incrociato qualche market e visto persino una fontana (l’ho anche immortalata per ricordarmene!).  Avviso ai cicloturisti: lungo questo itinerario, sarete più sereni per cibo e acqua!

Sono rimasto particolarmente colpito da Kohlberg, dove c’è anche un market in centro, e da Mitterteich, con la sua bella piazza dove mi sono concesso una pausa di 15 minuti per sorseggiare una birra.

Quando le ruote hanno toccato suolo ceco, mi sono ritrovato a Cheb. Ho trovato molto bello il centro di questa città, meno gradevole la periferia (come spesso accade). Qui ho fatto un salto in farmacia per comprare una crema che mi alleviasse il fastidio da sellino. Ovviamente non ho potuto spendere gli euro che avevo in tasca ma il bancomat ha funzionato egregiamente e senza commissioni onerose. Sebbene in pochi parlino l’inglese, sanno farsi capire e non rifuggono dalla conversazione.

Mi sono bastati pochi chilometri per rendermi conto della ferma volontà di questo paese di  non esser da meno della Germania. Naturalmente c’è ancora molto da fare ma ho trovato questa ambizione estremamente lodevole.

Il percorso fino alla tappa finale giornaliera (che si trova in Germania) si è sviluppato su delle alture (400 – 700 m) che hanno messo nuovamente a dura prova mente e gambe.

Con il prezioso coordinamento di Luciano, sono giunto nella casa di Falk (35€ a notte). Ho preso possesso di una camera coi relativi servizi. Al supermercato ho acquistato carne e due birre e ho invitato l’amico Falk a condividere la cena.

La sera, a letto, quando ho realizzato di aver attraversato 4 nazioni in 4 giorni quasi senza accorgermi di varcarne i confini, ho capito di avere in qualche modo già vinto.

5° giorno 2 giugno RODEWISCH – TORGAU  158 Km 1130 m ascesa (9h40 di cui 8h30 di pedalata 18.8km/h)

La mattina del 5° giorno mi ha sorpreso senza energie e infreddolito. Neppure il paesaggio mi è stato di aiuto. Il susseguirsi monotono di piantagioni di grano e senape intervallate da paesini anonimi non mi ha regalato alcun guizzo.

Mi sono imposto allora di rispettare più che mai la frequenza degli snack. Ogni ora ho fatto uno spuntino a base di panini con affettati, uova e banane per far carburare le gambe. Quando il sole ha fatto capolino e il percorso si è fatto più pianeggiante, mente e fisico hanno iniziato a rispondere.

Nonostante questo, su consiglio del fido Luciano, ho preferito anticipare di 50km la sosta e mi sono fermato a Torgau presso la Pension Torgau (45€ a notte), eccellente e con servizio cucina. Il market a un chilometro scarso di distanza mi ha permesso di fare un po’ di spesa e di prepararmi i pasti in autonomia.

La sera mi sono concesso uno scambio di messaggi con gli amici che facevano il tifo per me, perché non mollassi e arrivassi a Capo Nord in bici. In quel momento ho sentito di ringraziare Mirka Venturini, una emiliana che non ho avuto il piacere di incontrare ma che mi aveva dato materiale e preziosi suggerimenti, avendo vissuto la stessa esperienza qualche mese prima.

6° giorno 3 giugno TORGAU – HERZBERG   210 Km 325 m ascesa (12h15 di cui 10h15 di pedalata  20.1km/h)

Di buon mattino ho salutato Torgau con l’ultima foto del castello dalla sponda del fiume e mi sono avviato con una bella grinta. Le gambe mi rispondevano e avevo un buon vento di lato. O forse ero solo entusiasta di visitare Berlino!

Castello Hartenfels Torgau

Castello Hartenfels Torgau

La capitale tedesca non poteva accogliermi meglio. Per attraversarla, ho percorso 30km di piste ciclabili senza nessun problema. Di fronte alla Porta di Brandeburgo non ho saputo resistere alla foto di rito ma di fronte al muro, ho riflettuto (tanto) sulla straziante storia recente.

Per raggiungere l’alloggio di quella sera a Herzberg ho pedalato lungo sentieri lineari tra boschi e strade. Ho fatto la spesa in un market prima di arrivare e mi sono goduto la mia stanza privata in una bellissima casa (alloggio di Bernd 47€). Il proprietario mi ha messo a disposizione la cucina e mi ha offerto il servizio lavanderia. Sebbene parlasse solo tedesco, ci siamo capiti benissimo. Per ringraziarlo, ho offerto a lui e all’altro ospite, un ragazzo turco, un bicchiere di birra fresca.

Prima di coricarmi ho rivolto un pensiero speciale ad Antonio De Donnantonio e a Luigi Mangia per il loro supporto in fase di preparazione sebbene avessero provato a dissuadermi dal partire visto il mio allenamento.

7° giorno 4 giugno HERZBERG – ROSTOCK  207 Km – 906 m ascesa (12h15 ore di cui 10h15 pedalata 20.1 km/h)

Sono partito col sole quel giorno ma l’entusiasmo è stato subito spento dalla sensazione di attraversare paesi fantasma. Pur prevedendo che la domenica fosse tutto chiuso, mi aspettavo di incrociare qualcuno almeno nei centri cittadini e invece no. La monotonia delle pedalate è stata interrotta solo con due soste per mangiare un boccone: quando si dice il comfort food!

Alle porte di Rostock il buon Luciano mi ha inviato l’esatta posizione degli imbarchi visto che la traccia mi aveva già fatto fare una inutile deviazione per lasciarmi nella zona industriale del porto a 3km dalla destinazione effettiva.

Siccome la partenza della Stena Live per la Svezia era prevista per le 22.30 ho dovuto attendere qualche ora. Scosso dai brividi di freddo, ho ripensato agli ultimi 7 giorni di viaggio. E la consapevolezza di aver attraversato tutta la Germania, macinando ben 1350km, mi è giunta come una folgorazione.

Accoccolato su una poltrona (costo del biglietto 45€) ho invidiato i passeggeri comodamente addormentati nel loro sacco a pelo. Alle 6 la nave è attraccata a Trelleborg, la città più meridionale della Svezia.

8° giorno 5 giugno TRELLEBORG – STENBROHULT 200 Km – 890 m ascesa (12h di cui 9h40 pedalata 20.8 km/h)

Uscito dalla città portuale, ho attraversato per una trentina di chilometri diverse cittadine collegate da ciclabili ben segnalate e in ottimo stato. Vastra, Fuglie, Vellinge e Malmo.

Prima di lasciare questo tratto antropizzato, mi sono fermato, facendo tesoro dei consigli di Mirka. Per evitare di pedalare come lei per 100km senza trovare un negozio in cui fare la spesa, ho fatto incetta di snack alla Lidl.

La traccia mi ha portato quindi per boschi e solo di tanto in tanto ho incrociato sparuti agglomerati di case, molto curate e colorate. I pochi abitanti in cui mi sono imbattuto, quando ho chiesto dell’acqua, sono stati cordiali e molto disponibili.

svezia in bici

Pedalando tra i paesi svedesi

Il fido Luciano, sempre presente sebbene a migliaia di chilometri di distanza, tenendo conto del mio allenamento e della difficoltà nel reperire alloggi a un buon prezzo, mi ha suggerito di dividere i 740 km della Svezia in 4 tappe.

Merita una citazione la città di Älmhult dove mi sono fermato per fare la spesa giornaliera. Perché? Perché è la città in cui è nata IKEA!

A un chilometro da Stenbrohult ho trovato alloggio per la notte presso il Pensionat Björkelund (64€ a notte).

L’esigenza di ringraziare a chiusura di tappa un amico che in qualche modo ha contribuito a questo viaggio verso Capo Nord in bici è diventata una gradevole abitudine. Il pensiero quella sera è andato a Danilo Montinaro, un amico che mi ha messo a puntino la bicicletta!

9° giorno 6 giugno  STENBROHULT –EKSJÖ 163 km 1040 m ascesa (9h45 di cui 8h15 di pedalata 20 km/h)

Quel giorno, il sole non è riuscito come in altri momenti a darmi la giusta grinta. Dopo aver fatto un po’ di spesa ad Alvesta, mi sono ritrovato a pedalare senza energie per chilometri e chilometri di “sola” natura. Non che mi dispiaccia, normalmente, ma il saliscendi costante e monotono per 110 km, mi ha davvero provato, amplificando la stanchezza.

Quando sono finalmente arrivato a Eksjö ho fatto l’abituale tappa al market e ho raggiunto l’ostello Vandrarhemmet Eken  (48€ a notte), con servizio cucina e lavanderia inclusi. Data la giornata difficile, sono sprofondato in un profondo sonno ristoratore.

10° giorno 7 giugno EKSJÖ – NORRKÖPING 191 Km  1200 m ascesa (11h15 di cui 9h40 di pedalata 19.9km/h)

Baciato dal sole, ho pedalato lungo una statale per circa 65 km. Il percorso lineare mi rallegra più di quello immerso nella natura sempre pieno di saliscendi spaccagambe. Arrivato a Kisa, mi concedo uno stop per un gelato e osservo con piacere gli abitanti a passeggio.

Quando ho ripreso a pedalare, il tracciato mi ha portato per strade secondarie costellate da laghi e boschi di abeti per circa 70 km. La periferia di Linköping non mi ha trovato distrutto come il giorno prima. Anzi, mi sono soffermato volentieri a fare una considerazione sul patriottismo degli svedesi. In moltissimi giardini, infatti, ho notato la presenza della bandiera nazionale che sventolava fieramente.

Il mio alloggio nella casa privata di Eija (38€ a notte) a Norrköping non mi ha soddisfatto particolarmente ma mi sono adattato pensando a Stoccolma!

11° giorno 8 giugno NORRKÖPING – STOCCOLMA 191 Km 1400 m ascesa (11h50 di cui 10h di pedalata 19.08km/h)

Per uscire da Norrköping ho impiegato un po’ di tempo viste le dimensioni della città. Dopo 65km lungo la statale sono arrivato Gnesta dove mi sono premiato con un gelato.  Quando ho ripreso a pedalare, su strade secondarie tra boschi e campi coltivati, ho dovuto affrontare altri saliscendi.

All’inizio ho retto ma 85km di up&down mi hanno sinceramente massacrato. Ho ritrovato un briciolo di energia solo quando la traccia mi ha ributtato sulla statale. Lineare, anche se controvento.

A 20km da Stoccolma, la periferia mi ha ripiombato nella disperazione. Ho dovuto scavalcare o sottopassare in continuazione autostrade, strade e binari, per di più con dei cantieri in corso d’opera.

Ringraziando Iddio, le tracce del 2022 della NorthCape4000 che avevo scaricato, erano molto precise.

Nonostante la stanchezza, prima di andare nell’ostello Grad Hostel (23€) che Luciano ha provveduto a prenotarmi, mi sono diretto al porto per studiarmi la zona di imbarco. Obiettivo: prevenire eventuali disguidi dell’ultima ora.

Dopo 4 giorni e 740km di pedalata ho lasciato la Svezia.

Attraversando questo paese, mi sono fatto un’idea non solo del paesaggio ma anche di questo popolo.

Sono nazionalisti e sono meno rigidi dei tedeschi. Per diversi motivi li ho trovati più simili a noi italiani: oserei dire trasgressivi e persino solari!

Per un attimo ho pensato di prendere il traghetto la sera stessa ma il costo del biglietto era salito vertiginosamente (300€) e quindi ho preferito rispettare il programma partendo l’indomani (biglietto 32€). In questo modo tra l’altro, durante la giornata di navigazione, mi sarei concesso il meritato recupero fisico caldamente consigliato dagli amici biker. Stavano seguendo il diario online della mia avventura a Capo Nord in bici e, conoscendo la mia preparazione, erano un po’ in apprensione.

Dopo cena sono rientrato in ostello (perfetto!), ho messo la sveglia alle 4.30 e sono collassato per la stanchezza.

12° giorno 9 giugno  STOCCOLMA  – TURKU (FINLANDIA) 6 km navigazione

La sveglia mi ha trovato attivo perciò, alle 5, ero già in bici. In 30 minuti ho raggiunto l’imbarco e il dubbio di aver sbagliato posto è stato dissipato dalla coda di macchine e camion. Al gate, mi sono accorto di essere l’unico in bici.

Mentre solcavamo il Mar Baltico mi sono rilassato e seduto al bar ho realizzato di avere 12 ore per fare il punto della situazione. All’arrivo mi sarei trovato a Turku nella parte sud della Finlandia e che avrei dovuto pedalare per 1400 km direzione Nord.

Alle 18 siamo approdati in Finlandia e ad accogliermi ho trovato sole e una piacevole temperatura attorno ai 20°c.

Prima di andare nel Pieni huone jokirannasta (39€ a notte) ho voluto fare un po’ di spesa al Lidl e con piacere ho notato che i prezzi esposti fossero allineati a quelli italiani. Pedalando, ho avuto la sensazione di una minore cura rispetto alla Svezia nella manutenzione di case e giardini.

La sera, ormai momento di lettura dei messaggi ricevuti sui social, mi sono emozionato molto per il caloroso supporto ricevuto quotidianamente da chi ha seguito live la mia avventura.

13° giorno 10 giugno TURKU – HÄMEENKYRÖ 188 Km 1250 m ascesa (11h35 di cui 9h18 di pedalata 20 km/h)

Anche il secondo giorno in Finlandia mi ha regalato un bel cielo terso. Mentre percorrevo il mio tracciato in piano, sono stato superato da 4 italiani in vespa. Ho supposto che anche loro stessero andando a Capo Nord e mi sono rammaricato per non aver portato con me il distintivo “Italia”.

Capo nord in vespa

L’incontro con gli amici vespisti

Al 65esimo km al bar ho incontrato i 4 ed è stato inevitabile scambiare due chiacchiere. Ho scoperto con sorpresa che fossero in 50 per raggiungere Capo Nord in vespa! Uno di loro, Giovanni, veniva da San Donaci (in provincia di Brindisi). Già sentire parlare italiano dopo tanti giorni in solitaria mi ha emozionato ma incontrare un mio conterraneo mi ha scaldato il cuore!

Dopo la foto di rito, ognuno ha ripreso la propria strada (e andatura, soprattutto) e ho sorriso quando diverse vespe mi hanno sorpassato.

Purtroppo quel sorriso si è trasformato in ghigno quando mi sono ritrovato prima su uno sterrato di pietraia, rischiando di bucare, e poi su un single track nei boschi per 5km.

Solo dopo un’ora ho ripreso l’asfalto.

La sera ho alloggiato nella villa di un’anziana signora (65€ a notte) che mi ha lasciato la sensazione di una casa museo. Dopo bucato e spesa mi sono concesso una rigenerante dormita.

14° giorno 11 giugno HÄMEENKYRÖ – ALAVUS 165 Km 1350 m ascesa (9h35 di cui 7h45 pedalata 21,29km/h)

Mi sono svegliato pensando ai chilometri residui: -1350! Questo pensiero, l’abbondante colazione e il sole, mi hanno dato la giusta carica per affrontare la giornata.

I primi 55km per giungere a Parkano, sono caratterizzati da saliscendi intervallati da tratti sterrati. Da questa bella cittadina in poi si pedala per la maggior parte su una statale in piano.

L’umore era alle stelle perché non avevo neppure vento contrario ma ho dovuto accorciare la tappa a causa di un problema alloggiativo.

Ad Alavus, una bella cittadina adagiata sul lago, ho trovato un mega market aperto nonostante fosse domenica e ne ho approfittato per la consueta spesa giornaliera.

L’alloggio Pirkko (28€ a notte) è ubicato 3km fuori da Alavus, in un contesto naturalistico davvero affascinante.  Ho affittato una roulotte per risparmiare e mi sarebbe piaciuto approfittare del tavolino nel prato ma ho dovuto rinunciare a causa di un aggressivo nugolo di zanzare. La proprietaria è stata molto cortese e mi ha concesso l’uso di lavatrice/asciugatrice.

La sera a letto ho iniziato il conto alla rovescia: -6 giorni all’arrivo.

15° giorno 12 giugno ALAVUS – ESKOLA  200 Km 370 m ascesa (10h10 di cui 8h20 di pedalata 23km/h)

La partenza delle 6, benedetta da un promettente sole, è stata inficiata dal malfunzionamento del garmin che non riusciva ad agganciarsi ai satelliti. La speranza era di risolvere entro 75km quando avrei dovuto caricare la nuova traccia.

Il percorso sino a Vimpeli si snoda quasi interamente su una statale molto lineare. Il vento soffiava di lato o a poppa quindi non avrei potuto chiedere di meglio eppure soffrivo ancora per il disturbo da sellino. Anzi, mi ero convinto che la causa fossero i 5kg dello zaino che portavo in spalla.

Nei primi 75km di pedalata ho visto solo un cartello che pubblicizzava in italiano “panini a 6€”. Per il resto lungo i bordi boschi di abeti e pioppi e campi coltivati e non. Sporadicamente ho attraversato fiumi o ho costeggiato laghi.

Giunto a  Vimpeli, ho fatto rifornimento di energie e quindi mi sono concesso un gelato e latte macchiato con 6 zollette di zucchero!

Quando il garmin ha ripreso a funzionare correttamente anche il mio umore è migliorato sensibilmente. Ho persino fatto qualche videochiamata mentre pedalavo per ricaricarmi psicologicamente.

I successivi 75km su statale sono stati clementi sebbene non abbia trovato alcun punto di ristoro.

Alla stazione di servizio sono riuscito a fare un po’ di rifornimento e la cassiera mi ha gentilmente regalato una bottiglia d’acqua anziché limitarsi a riempirla.

La traccia mi ha quindi fatto imboccare uno sterrato corto e strade secondarie sino ad arrivare a Kannus.

Il previdente Luciano mi ha segnalato che nei pressi del mio alloggio, l’appartamento Majatalo Esko (59€ a notte) non vi sono market e quindi mi ha dato la posizione di quello più vicino a 15km.

Quando pensavo che fosse fatta e mi aspettasse solo un comodo letto dove riposare, la disavventura!

Non sono riuscito a capire quale fosse l’appartamento e la proprietaria non era in alcuno modo reperibile.  Mi sono tornati  in mente i racconti di Mirka, alle prese spesso con questi problemi durante il suo viaggio verso Capo Nord in bici.

Fortunatamente due persone davanti a un barbecue in giardino si sono rese disponibili a rintracciare la proprietaria e sono riuscite persino a recuperare la chiave. L’appartamento si trova in una palazzina a due piani, una vecchia struttura anni ’80. I servizi sono davvero essenziali, ma per il mio modo di affrontare questa pazza avventura mi è sembrato si integrasse perfettamente nel contesto!

Prima di dormire, ho seguito il consiglio di Luciano accettando di suddividere gli ultimi 740 km con 6000 m di ascesa,  in 4 giorni. Capo Nord: – 1150 km su 3800 km. 

16° giorno 13 giugno ESKOLA – OULU 205 Km 200 m ascesa (11hh di cui 9h di pedalata 22.7 km/h)

Nonostante fosse una giornata nuvolosa, ho trovato le giuste energie nel percorso poco impegnativo e un vento che è diventato subito compagno di viaggio.

Dopo 35km, ad Alavieska, ho fatto una tappa nella stazione di servizio dove ho approfittato per un tazzone di caffellatte nel bar. E ho fatto bene, visto che per i successivi 40km verso Oulainen, non ho trovato altri punti di ristoro.

Il paesaggio in questi giorni non mi ha suscitato particolari emozioni. Per 100km il nulla e mi sono ritrovato pure a pedalare 30km controvento.

Kempele è un piccolo miraggio anche perché grazie all’ottima ciclabile di 13km sono arrivato a Oulu una bella cittadina moderna si sviluppa sul mar Baltico. Qui (17km fuori traccia) ho prenotato l’alloggio Oulun Satamahuoneet ja (58€ a notte).

A Oulu mi si è riproposto il problema di Kannus. Casa non facilmente riconoscibile e proprietario irreperibile. Del tutto casualmente, ho intercettato un ragazzo che alloggiava proprio nella stessa struttura che mi ha aiutato a ricevere il codice della cassettina di sicurezza per ritirare le chiavi ed entrare in casa.

La hall è immensa tra angolo cucina ed area relax, provvista anche da tavolo da biliardo. La mia camera era piccola ma pulita, come pure i servizi igienici che sono in comune con gli altri ospiti.

Mentre mi recavo al supermercato per la spesa, mi è arrivata una brutta notizia dai ragazzi in vespa. Proprio il mio conterraneo era caduto ferendosi gravemente. La sua avventura si era conclusa con un ricovero in ospedale. L’altro ragazzo, che faceva da coordinatore mi ha fatto un grosso favore. Stando avanti, è riuscito a far chiamare il negozio Sport 1 Alta dove avrebbero provato a procurarmi uno scatolone per la bici.

Inoltre mi hanno informato di uno stop obbligato per forte vento negli ultimi 350km che ha provocato il ribaltamento di camper e moto. Capo Nord -950km.

17° giorno 14 OULU – ROVANIEMI 223 Km 430 m ascesa (11h17 di cui 10h10 di pedalata 21.30 km/h)

Per uscire da Oulu ho dovuto percorrere 10km di ciclabile prima di agganciare la mia traccia. Il garmin ha ricominciato a fare i capricci. Sono passato da Kiminki  e da Yiili dove ho approfittato per la solita combo gelato/caffè.

Fatelo anche voi perché il primo bar utile si trova in una stazione di servizio a circa 30km, a Ojjarrvi. Il problema è che ha orari di apertura un po’ particolari (apre alle 12) e se arrivate prima, non troverete altri punti di rifornimento fino a Rovaniemi (quindi per ben 130 km)! Per l’acqua si risolve chiedendo a qualche privato (sono abbastanza gentili) ma niente altro.

La strada è interminabile e solitaria. Ho intercettato qualche capriolo e persino qualche renna ma l’entusiasmo del primo avvistamento ha poi ceduto il passo alla noia della solitudine. Unica distrazione, qualche chiamata agli amici (per fortuna durante questo tragitto non ho avuto buchi di connessione e con la scheda italiana ho potuto telefonare senza costi aggiuntivi).

Rovaniemi-babbo-natale

Il Santa Claus Holiday Village nel villaggio di Babbo Natale a Rovaniemi

Quando sono arrivato a Rovaniemi, la città di Babbo Natale, ho trovato molta gente in giro e tanti locali aperti. Peccato non aver trovato la forza di una passeggiata. Mi sono limitato a un gelato e alla solita spesa giornaliera.

L’ostello Cafè Koti (36€ a notte) mi è piaciuto: pulito ed efficiente. Mi sono addormentato pensando ai chilometri rimanenti: -740 all’arrivo!

18 giorno 15 giugno ROVANIEMI – SAARISELKÄ 263 Km 1300 m ascesa (15h di cui 13h di pedalata 20 km/h)

Mi sono svegliato prestissimo e alle 4 ho iniziato la mia pedalata. C’era già tanta luce: a giugno a queste latitudini si assiste al sole di mezzanotte!

Dopo 30km ho incrociato un bar, ma con rammarico ho scoperto che l’apertura è alle 8. Mi sono fatto forza e coraggio e ho pedalato per i successivi 70km quando ho visto un bar/ristorante aperto. Mi sono fermato e ho cercato di alleviare i problemi di stomaco con un tè al limone. La prima farmacia utile si trova infatti a oltre 100km, a Sodankyla.

Per sentirmi meno solo, mi sono fermato spesso nei vari punti di ristoro e ho trovato un ulteriore stimolo quando Luciano mi ha dato l’ok a provare la FUGA. L’idea di percorrere gli ultimi 740km con 6000 m di ascesa in 3 giorni, mi ha aiutato a rimanere concentrato e a chiudere l’interminabile giornata.

Dopo 16 ore di pedalata e l’immancabile spesa al market, sono arrivato nel monolocale Luppoloma (50€ a notte). La pulizia e il comfort mi hanno fatto sentire a casa. Sono crollato mentre ancora aggiornavo il diario del mio viaggio verso Capo nord in bici. –480 km all’alba!

19° giorno 16 giugno SAARISELKÄ – LAKSELV 265 Km 1680 m ascesa (19h di cui 14h di pedalata 21.30km/h)

La giornata è iniziata malissimo: nuvole e freddo. Dopo 30km, ad Ivalo, ho fatto uno stop per un tè caldo e cambio vestizione. A peggiorare l’umore, la consapevolezza che il percorso è un saliscendi continuo. Ho costeggiato diversi laghi finché non mi sono fermato ad uno dei tanti bar spartani ma belli, annessi al campeggio.

Ad accogliermi in una tenda indiana è stata una coppia di anziani. Mi hanno servito un tazzone di caffellatte con tanto zucchero e un dolce commestibile dal gusto non ben identificabile.

bar finlandia tenda

La tenda-bar finlandese

Quando ho chiesto il conto, mi hanno risposto di considerarmi loro ospite. Anzi, il marito mi ha generosamente riempito un altro tazzone di caffè che oltre lo stomaco, mi ha scaldato il cuore.

La chiacchierata e l’ospitalità mi hanno motivato a ripartire con maggiore entusiasmo quindi ho affrontato i chilometri e chilometri di montagne russe col giusto piglio. Le gambe reggevano bene e la mente era sull’obiettivo.

Quando ho varcato la frontiera lasciando la Finlandia ho pensato a Mirka. Io sono stato baciato quasi sempre dal sole lungo i 1400km di percorso. Lei invece ha attraversato il paese sotto una costante pioggia battente.

Anche la Norvegia mi ha accolto con il sole sebbene la temperatura fosse più bassa. Ho trovato il centro di Karasjok ben fornito mentre per i 50km successivi il nulla. Probabilmente il tratto Lappone con i suoi numerosi punti ristoro mi aveva particolarmente viziato.

I camper e le moto che ho incontrato nei pressi di Rovaniemi non hanno smesso di farmi compagnia quindi ho immaginato che fossero diretti, come me, a Capo Nord.

Ho approfittato della tappa per un caffè nel villaggio turistico Skoganvarre Villmark e per fare il punto. Solo 25km al termine della tappa giornaliera!

Dopo 19 ore di sella sono arrivato a Lakselv. Alle 21 ho fatto la spesa e ho preso possesso della mia camera nel campeggio Fjordutsikten Motell & Camping, con servizio cucina e lavanderia incluse (60€ a notte).

Il venerdì solitamente incontro al Naif per una birra gli amici Urpi te Macchia e quella sera, per proseguire la tradizione anche se a distanza, avevo in programma una video chiamata. Purtroppo ho terminato tardissimo tutti gli adempimenti di fine giornata e ho dovuto rinunciarvi.

Mi sono addormentato pensando ai chilometri residui: -220!

20° giorno 17 giugno LAKSELV – HONNINGSVAG – CAPO NORD 220 Km 2500 m ascesa (16h di cui 13h10 di pedalata 16.2 km/h)

La sveglia alle 3 mi trova pimpante nonostante le poche ore di sonno. Ho iniziato a pedalare alle 4.30, con tempo nuvoloso.

Il percorso dell’ultima tappa si svolge quasi interamente su una litoranea quindi ero mentalmente e fisicamente rilassato.

Al 30esimo km ho incrociato una tenda indiana dove è stato allestito un self service con caffè gratis offerto h24 da alcuni amanti delle Harley Davidson. Che spettacolo, come rifiutare un tazzone caldo per riscaldarsi con soli 5 °C?

Quando sono arrivato a Ytre Billefyord ho trovato un altro campeggio con servizio bar. È qui che ho conosciuto Marino, un italiano che mi ha chiamato per nome. Incredibile ma vero, mi aveva riconosciuto perché stava seguendo il mio viaggio sulla pagina facebook dei Cicloviaggiatori!

Davanti a una tazza calda di caffè ci siamo scambiati delle informazioni dandoci appuntamento a capo Nord!

Per arrivare a Honningsvag (ultima cittadina che sta sull’isola di Magerøja) bisogna pedalare 150 km e poi con altri 30km si arriva nel punto più estremo a Nord della terraferma.

Mentre pedalavo guardavo il garmin ma i chilometri sembravano avanzare troppo lentamente.

Dopo una agevole galleria lunga 5km, sono entrato in un altro tunnel lungo 7km con una pendenza al 9%, prima a scendere e poi a salire.

Non solo. La carreggiata era stretta e senza una corsia di emergenza. Il rumore dei ventilatori a dir poco assordante. Giunto in salita, dopo il primo chilometro sono sceso dalla bici per avanzare a spinta su uno stretto marciapiede.

Sarò sincero: ho veramente avuto ho paura di essere investito da un camper o da un camion! Per uscire da quel tunnel ho impiegato un’ora. Ero distrutto. Quando sono entrato nella terza galleria ho ringraziato il signore che fosse in piano.

Marino mi precedeva di 12 km.

Cercavo di pensare solo al nostro appuntamento a Capo Nord ma non riuscivo a non pensare al Nordkapptunnelen, un tunnel sottomarino lungo 7km che collega l’isola di Magerøya alla terraferma.

L’idea di pedalare sott’acqua mi ha annebbiato la mente perciò i chilometri che hanno preceduto quel tunnel sono stati i più difficili dal punto di vista psicologico. Ho quasi pensato di mollare e tornare indietro. I chilometri sul garmin erano inspiegabilmente fermi.

L’arrivo a Honningsvag non mi ha illuminato. Ero davvero troppo in ansia per ragionare. La chiamata di Marino mi ha salvato. Mi ha spiegato che non esisteva nessuna altra galleria di 7km. Mi stava aspettando alla meta finale e dovevo solo stringere i denti per circa 3km.

Se avessi capito che il tunnel sottomarino di 7km era quello già percorso a spinta 100km prima, il mio umore sarebbe stato totalmente diverso.

Quando ho visto in lontananza il globo in ferro ho pensato a un miraggio.

Consapevole che la strada non potesse riservarmi altre sorprese, mi sono sentito svuotato, confuso, leggero, felice.

Non riuscendo a riprendere il controllo di me stesso, mi sono sciolto in un lungo pianto.

Marino mi aspettava da 30 minuti. Ho provato a fare due dirette su facebook per condividere il momento e ringraziare i miei supporter ma non sono andate a buon fine. Ho pure faticato a fare le foto di rito perché c’era tanta gente alle prese con dei selfie per immortalare lo stesso momento.

Arrivo a Capo Nord in bici

Arrivato!!!

L’unica cosa positiva, una tazza di caffè fumante con un dolce nel Centro visitatori (Nordkapphallen). Il riposo però è durato poco perché Marino aveva fretta di rientrare. Io ero esausto e ho provato a chiedere un passaggio ai bus turistici ma ho fallito miseramente.

Marino mi ha convinto che scendere in bici non sarebbe stato difficile perché avremmo affrontato più discese che salite.

Effettivamente in 1h30m eravamo giù. Avrei voluto fare un sopralluogo per capire dove l’indomani sarebbe partito il bus per Alta (a 200km), ma  ho dovuto rinviare perché Marino aveva fretta di raggiungere l’alloggio.

Casualmente avevamo prenotato lo stesso ostello e quindi siamo andati insieme. Lì abbiamo chiesto alla direttrice un po’ di informazioni e ci ha rassicurati sull’autobus da prendere e la fermata giusta.

Avremmo voluto mangiare fuori ma il freddo e la stanchezza ci hanno dissuasi in fretta. Abbiamo fatto la spesa e abbiamo utilizzato la comoda cucina dell’ostello.

Dopo cena ero talmente esausto da non riuscire nemmeno a rispondere alle chiamate in entrata. In pochi minuti sono precipitato tra le braccia di morfeo non prima di pensare alla mia impresa.

In 19 giorni di pedalata e 1 di navigazione avevo percorso 3800 km ed attraversato 6 nazioni.

21° giorno 18 giugno domenica HONNINGSVAG – ALTA 200 km in bus

La domenica i bus per Alta sono due: uno la mattina alle 9.25 e l’altro nel pomeriggio.

I biglietti si fanno a bordo e le bici vengono caricate nel vano bagagli solo se c’è posto. Per questo, la proprietaria dell’ostello ci ha consigliato di andare a prenderlo al capolinea.

La mattina alle ore 5.30 ero già in piedi pronto per prepararmi i bagagli in modo da essere puntuale alle 7 per l’ottima colazione self service (8€).

Alle 8 siamo partiti per raggiungere a pochi chilometri la fermata che si trova al porto di attracco delle navi da crociera. Visto che eravamo gli unici passeggeri, abbiamo atteso tranquillamente l’arrivo del bus.

A bordo abbiamo pagato col bancomat e ci siamo goduti il viaggio.

Per metà tratta, la strada è la stessa del giorno prima.  Si snoda lungo la costa e il bus prevede la tappa ad Ytre Billefiord dove io e Marino ci siamo incontrati e dove abbiamo ripreso un caffè.

L’autobus abbandona quindi la litoranea per imboccare una strada interna e mi sono goduto il paesaggio con un senso di pace indescrivibile.

Alle 13 siamo arrivati ad Alta, una cittadina di 20.000 abitanti.

Luciano mi ha prenotato un monolocale a 2km dal centro presso la Host Randy (52€ a notte), mentre Marino ha provato ad andare in albergo in centro ma il costo proibitivo lo ha costretto a ripiegare su un campeggio a 4km.

Unico adempimento rimasto, erano gli scatoloni per imballare le bici e lo abbiamo rimandato all’indomani. Alle 19 infatti ci siamo dati appuntamento in centro per una bella cena insieme da spensierati turisti.

22° giorno 19 giugno ALTA

Di buon mattino siamo andati insieme nel negozio Sport 1 Alta, dove presumibilmente ci avrebbero dato gli scatoloni.

Purtroppo erano sprovvisti di scatole per bici grandi e quindi abbiamo iniziato a girare in centro in cerca di una soluzione. La fortuna è venuta in nostro soccorso quando abbiamo visto dei cartoni nei pressi di un bar. Abbiamo scoperto che avevano appena comprato delle poltrone e quindi si sono liberati volentieri degli scatoloni.

Ad ogni modo, un compattatore cartoni si trova nei paraggi di fronte al supermercato Kiwi; presso il ferramenta è invece possibile acquistare, oltre ai cartoni, anche scotch e pluriball.

Dopo aver portato questo materiale con cui avremmo imballato le bici presso i rispettivi alloggi, ci siamo ritrovati in centro per una birra e un’ultima sgambettata.

23° giorno 20 giugno ALTA – MILANO

La proprietaria del mio alloggio mi ha dato un passaggio in aeroporto mentre Marino ha dovuto prenotare un taxi per la “modica” cifra di 35€.

Ho preso il primo volo alle 12.30 con la Norwegian per Oslo e poi il secondo con Scandinavian per Milano Malpensa. Dall’aeroporto ho preso un treno (13€) che mi  ha condotto alla stazione centrale e qui, dopo aver gustato un ottimo espresso, ho preso l’ultimo IC per Lecce. Arrivo l’indomani alle 9.30.

A bordo del treno che mi portava a casa, ancora non riuscivo a capacitarmi dell’ avventura folle che avevo portato a termine in maniera così brillante, al di là delle più rosee aspettative. Sono certo che ogni giorno ho avuto accanto a me il buon Dio.

Ringraziamenti

Sicuramente non sarei riuscito senza l’appoggio incondizionato di:

  • Luciano Botrugno, fratello di sangue, con cui ho condiviso avventure e disavventure di viaggio. Ha curato inoltre la logistica, sgravandomi del 50% dei pensieri;
  • mia moglie Lucia che mi ha assecondato, come sempre (lei non sa che la bici l’ho chiamata Lucy e che le ho parlato nei momenti di solitudine per tutto il tempo);
  • i miei figli Vittorio ed Agnese, soprattutto lei che mi ha chiamato giornalmente per accertarsi che non fosse successo niente (per info i due bandana rossi che in foto stringo tra le mani e mi porto sempre con me nei viaggi rappresentano loro);
  • Luca Elia e sua moglie Luciana che se non mi avessero recuperato in macchina da Forlì per spostarmi a Bologna, dove ho ripreso il treno, non sarei mai arrivato a Capo Nord in bici;
  • Giuseppe Vilei e Riccardo che mi hanno fatto compagnia per 200 km alla partenza;
  • Antonio De Donnantonio e Luigi Mangia e gli AMICI DELLE URPI TE MACCHIA che in questi mesi mi hanno dato supporto nella preparazione;
  • Danilo Montinaro che ha curato la preparazione della bici;
  • ma soprattutto TUTTI quelli che ogni giorno, scrivendo e chiamando, mi hanno dato la forza di non mollare.

Vi assicuro che non è solo una forte prova fisica ma anche mentale, quante volte mi sono chiesto: perché? E la risposta nel mio inconscio era: molla.

2 commenti

Nico 11 Marzo 2024 - 16:24

Mamma mia Monichina che sperracolo che deve essere stato! 😍

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Monica Nardella 12 Marzo 2024 - 18:29

magari ad aver partecipato caro Nico! Ho ospitato il racconto di un amico viaggiatore che mi ha fatto venir voglia di partire!

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