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Curiosità da vedere a Roma

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Curiosità da vedere a Roma che non tutti conoscono

Curiosità da vedere a Roma che non tutti conoscono. Le abbiamo suddivise per zone così potrete scoprire quali segreti nasconda la Capitale nel quartiere in cui vi trovate. Pronti a un super tour?

Convento Trinità dei Monti

Se vi dicessimo Trinità dei Monti, a cosa pensereste? Quasi sicuramente alla celeberrima Scalinata. In pochi (pochissimi) alla Chiesa che svetta su Piazza di Spagna e ai tesori che custodisce. Peccato! Perché oltre alla bellissima chiesa, ci sono il chiostro, il refettorio dipinto dal gesuita Andrea Pozzo, la cappella di Mater Admirabilis, l’astrolabio e due anamorfosi affrescate sui corridoi della clausura!

Per visitare il Convento è necessaria la prenotazione via email (visite il secondo e il quarto mercoledì del mese alle ore 10 e il sabato alle ore 9 e alle ore 11.  Prezzi: 12€ intero, 6€ ridotto; pagamento in contanti in loco). Per ulteriori informazioni consultate la pagina ufficiale.

Sotterranei di Roma Fontana di Trevi

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L’area archeologica sotterranea del Vicus Caprarius

A due passi dalla celebre Fontana, si trova un’area archeologica sotterranea (il Vicus caprarius) riportata alla luce durante una ristrutturazione edilizia. La visita vi condurrà fino a 8 metri di profondità tra diverse stratificazioni che raccontano la struttura dell’Acquedotto Vergine che alimenta tuttora la Fontana di Trevi. Ma scoprirete anche ambienti residenziali e tre sezioni dell’antiquarium creato per ospitare i reperti rinvenuti negli scavi:

  • i rivestimenti in marmi policromi;
  • le raffinate decorazioni (tra cui la celebre testa di Alessandro helios);
  • le anfore africane per il trasporto dell’olio;
  • oltre 800 monete.
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L’area archeologica sotterranea del Vicus Caprarius

Qualora ve lo steste chiedendo, l’ambiente non è claustrofobico e il tour dura 15/20 minuti. Mezz’ora, se con l’audioguida vi soffermate a curiosare i dettagli della collezione.

E’ una curiosità da vedere a Roma in zona Tridente con un prezzo assolutamente fattibile tra l’altro (4€ intero; 2,50€ ridotto). La prenotazione, soprattutto nel weekend, è caldamente consigliata (o tramite il form sul sito o via wapp al numero 339 7786192) e non applica costi supplementari. Indirizzo: Vicolo del Puttarello 25. Orari: martedì-domenica 11-17 (lunedì chiuso).

Chiostro del convento di Santa Maria sopra Minerva

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Il chiostro di Santa Maria sopra Minerva

Il sorprendente (e poco conosciuto) chiostro adiacente l’omonima Basilica è stato da poco riaperto al pubblico dopo un lungo restauro. È un luogo di pace, silenzio e meditazione che i domenicani si sono ritagliati nell’affollatissima piazza della Minerva (a due passi dal Pantheon).

Costruito per volere del cardinale Vincenzo Giustiniani, Generale dell’Ordine, dall’architetto Guidetto Guidetti, tra il 1559 ed il 1569, fu affrescato solo in un secondo momento. I pittori che vi si alternarono, dal 1603 in poi, furono Jacopo Berni, Francesco Nappi e Giovanni Luigi Valesio.

I soggetti principali, tratti dal Nuovo Testamento, riguardano in particolare momenti della vita di Maria (a cui i domenicani sono devoti) e di Gesù. Non mancano anche elementi più profani come puttini e telamoni.

Passeggiando lungo i corridoi coperti si ammirano affreschi dai colori brillanti e qualche gattino che dorme beatamente su una delle sedie di paglia al sole. Nell’area centrale, oltre alle due altissime palme, spuntano tra le siepi curate una fontana con le tartarughe e la statua di un leone. Ingresso a offerta libera (c’è scritto 5€ ma non siete tenuti a lasciarli anche perché non rilasciano nessun ticket/ricevuta).

Se non vi trovate in orario di messa, visitate anche la Basilica: vi potrete ammirare, tra le altre cose, un meraviglioso Cristo Portacroce di Michelangelo. Consiglio di leggere a tal proposito Cosa vedere a Roma gratis Michelangelo e Caravaggio.

Centrale Montemartini (Ostiense)

Per me, uno dei musei più geniali di Roma! Siamo nel quartiere Ostiense, uno dei più vivaci nel panorama culturale della città. La riconversione della ex centrale elettrica Giovanni Montemartini in una sede museale che ospita reperti archeologici è la scommessa (vinta) dalla Soprintendenza capitolina. Statue e mosaici altrimenti destinati ai depositi dialogano in un ambiente industriale che preserva tutta la memoria storica della centrale.

L’idea di per sé mi affascina ma il risultato è semplicemente stupefacente! Antico e moderno sembrano valorizzarsi vicendevolmente perché gli spazi sono immensi come immensa è la gloria di un popolo che ha saputo raccontarsi attraverso l’arte.

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La sala macchine della Centrale Montemartini

Ulteriore arricchimento, l’installazione nel 2016 delle carrozze del Treno di Pio IX nella Sala Caldaie 2.

Le mostre temporanee poi sono un vero plus! Io ho visitato la centrale in occasione della mostra “I colori dei Romani. I mosaici dalle collezioni capitoline”: un viaggio nell’arte musiva romana fatta di colori, tecniche sperimentali e invenzioni (come il mosaico parietale). Non solo, un viaggio anche nelle abitazioni dei romani e le decorazioni che impreziosivano le loro lussuose domus.

Indirizzo: Via Ostiense 106. Orari Dal martedì alla domenica 9-19. Giorni di chiusura Lunedì, 1 maggio, 25 dicembre (consultate sempre il sito ufficiale per orari e date aggiornati). Prezzi: 10€ intero, 9€ ridotto. Per i possessori della MIC Card gratis.

Arco degli Acetari (Campo de’ Fiori)

Imboccate via del Pellegrino e all’altezza del civico 19, sulla sinistra, vedrete un arco. Imboccatelo e vi ritroverete in una piazzetta caratterizzata da sampietrini che sembra uscita dal medioevo. I palazzi tutti intorno hanno colori caldi, dal giallo, all’ocra, al rosa intenso, all’arancio. Portoncini di legno, scale, panni stesi ad asciugare, rampicanti e qualche albero creano un angolino insolito da fotografare assolutamente!

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Arco degli Acetari

Ma perché degli “acetari”? Potrebbe chiamarsi così perché qui avevano il deposito gli “acetosari”, i venditori di quell’acqua acetosa che sgorgava dall’omonima fontana ai Parioli. Il testimonial più famoso per le incredibili proprietà terapeutiche della sorgente fu Papa Paolo V ma anche Innocenzo XII e Alessandro VII furono veri estimatori di questa acqua un po’ ferruginosa.

Passetto del Biscione

Sempre nel quartiere Parione, c’è un’altra curiosità da vedere ed è il Passetto del Biscione. Oggi questo passaggio dal soffitto affrescato collega Piazza del Biscione a via di Grotta Pinta. Su questa uscita, servita da due varchi, campeggia una icona della vergine. Ma cosa rende questo Passetto così celebre? Il detto romanesco “Cercà Maria pe Roma” che può essere tradotto con “cercare un ago nel pagliaio”.

Proprio in quest’area, Pompeo Magno, tornato vincitore dalle campagne d’Oriente, fece realizzare abusivamente (perché all’epoca non potevano per legge essere in muratura) il primo grande Teatro romano. Per evitare malumori, fece erigere anche un Tempio a Venere Vincitrice.

Per chi non lo ricordasse, ai piedi della statua del Console, venne assassinato Cesare nelle idi di Marzo del 44 a.C..

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Passetto del Biscione

Durante il Medioevo, la famiglia Orsini utilizzò questi resti come basamento per la propria residenza e forse perché aveva già funzionato a suo tempo, costruirono anche due chiese.

In quella di San Salvatore in Arco (oggi Santa Maria in Grottapinta) venne esposta una immagine della Madonna della Divina Provvidenza di Scipione Pulzone da Gaeta. Nel 1796 l’icona, come diverse altre in città, fu protagonista di un miracolo. Gli occhi della Vergine si animarono, come per osservare i devoti che le si facevano intorno. Venne quindi traslata nel Passetto in un’edicola un po’ nascosta, diventò difficile per i pellegrini trovarla.

Quando la chiesa venne sconsacrata a causa di un episodio sanguinoso, il quadro fu definitivamente spostato nella Chiesa di San Carlo ai Catinari e una copia venne sistemata nel Passetto a testimonianza di quanto fosse difficile cerca Maria pe’ Roma.

Galleria Spada

Restiamo ancora in zona per visitare il cinquecentesco Palazzo Capodiferro (attuale sede del Consiglio di Stato Italiano) e la Galleria in cui sono custoditi i gioielli barocchi collezionati dai cardinali Bernardino e Fabrizio Spada.

Celeberrimo il colonnato del Giardino Segreto realizzato dal Borromini nel 1653. La prospettiva sapientemente studiata dall’artista inganna l’osservatore che crede di trovarsi di fronte a un lungo loggiato mentre è “solo” uno tra i più riusciti artifici del barocco.

Indirizzo: Piazza Capodiferro 13. Orari 8.30 – 19.30 (martedì chiuso). Prezzi 5€ intero, 2€ ridotto. La prenotazione non è richiesta per i singoli. Il primo sabato del mese, su prenotazione, aprono le sale del Consiglio di Stato per le visite guidate. La prima domenica del mese l’ingresso è gratuito.

Piccolo Duomo (zona Prati)

La Chiesa del Sacro Cuore di Gesù in Prati è un gioiellino neogotico che ricorda incredibilmente il Duomo meneghino. Questo edificio, che spicca tra gli altri sul lungotevere, custodisce un originalissimo museo, quello delle anime del Purgatorio.

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Il piccolo duomo di Milano a Roma nel quartiere Prati

L’esposizione vanta documenti e testimonianze che proverebbero l’esistenza del Purgatorio e delle anime di defunti che vi soggiornano, in attesa del Paradiso. Orari: nei giorni feriali dalle 9 alle 12; dalle 16 alle 19.30 e nei giorni festivi dalle 9 alle 12; dalle 16 alle 19.45. Il Museo delle Anime del Purgatorio è aperto nei medesimi orari essendo annesso alla sacrestia. Naturalmente durante la celebrazione delle messe non è consentito l’accesso ai turisti.

Via Arco dei Banchi (di fronte a Castel Sant’Angelo)

Attraversate Ponte Sant’Angelo e imboccate la strada proprio di fronte, Via del Banco di Santo Spirito. Subito dopo il civico 47, sulla destra, vedrete un Arco. Siete arrivati! E’ un arco dalla volta stellata,  con un’icona della Vergine e l’iscrizione più antica della città che testimoni una piena del Tevere (7 novembre 1277).

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Arco dei Banchi

Il testo scolpito nella pietra dice:

“HUC TIBER ACCESSIT SET TURBIDUS HINC CITO CESSIT ANNO DOMINI MCCLXXVII IND VI M NOVEMB DIE VII ECCL A VACANTE”

ovvero

“Qui arrivò il Tevere, ma torbido, di qui presto si ritirò nell’anno del Signore 1277, sesta indizione, settimo giorno del mese di novembre, mentre la chiesa era vacante”

Questo luogo è da vedere anche per un’altra memoria storica. L’area era stata costruita ai primi del ‘400 da banchieri toscani per istituire banchi di credito e pegno. E proprio qui viveva e faceva affari nel suo fondaco il famoso banchiere Agostino Chigi.

Pietre d’Inciampo (Ghetto)

Sono piastrelle d’ottone a misura di sanpietrino che l’artista Gunter Demnig incide in ricordo i cittadini deportati nei campi di concentramento e incastona nei pressi della loro abitazione. Un inciampo nella memoria che fa riflettere soprattutto per il numero di targhe realizzate: 22.000 in vari paesi europei di cui 300 a Roma.

Per approfondimenti leggete il nostro articolo dedicato alle Pietre d’inciampo.

Il ponte Fabricio o il Ponte dei Quattro Capi (tra Trastevere e Ghetto)

E’ il ponte ancora in uso più antico di Roma. Costruito nel 62 a.C. dal “curator viarum” Lucio Fabricio, come ricordano le iscrizioni a grandi lettere incise sulle arcate. Sostituì, probabilmente, un ponte preesistente in legno.

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Ponte Fabricio | Foto Oscar F. Hevia

Definito anche “Judeorum“, perché vicino al ghetto ebraico, è conosciuto anche col nome “dei Quattro Capi”, per una leggenda che vede protagonista papa Sisto V e i 4 architetti incaricati del restauro. Il Papa, alla fine dei lavori, li condannò alla decapitazione sul posto per la profonda discordia che provocò rallentamenti nella consegna. A ricordo di questo episodio, fece erigere un monumento con quattro teste in un unico blocco di marmo.

Va detto che le erme quadrifronti presenti sulle due testate sono due e quindi i volti raffigurati sono otto.

Di certo vi è che è uno dei due ponti romani che non collega direttamente le sponde del fiume: il ponte Fabricio infatti unisce lungotevere de’ Cenci con l’Isola Tiberina.

Antica Farmacia di Santa Maria della Scala (Trastevere)

L’antica spezieria nel cuore di Trastevere è stata aperta al pubblico nel 1600. I Carmelitani Scalzi vi producevano medicine e unguenti di provata efficacia che vendevano anche a personaggi di alto lignaggio. Persino i pontefici vi si recavano tanto da essere conosciuta come la farmacia dei Papi!

Oggi, la più antica farmacia di Roma può essere visitata su prenotazione o in occasione di aperture straordinarie. Potrete ammirare ampolle, erbari, macchinari nel salone perfettamente arredato. Indirizzo: Piazza della Scala, 23.

Basilica di San Clemente (zona Colosseo)

La peculiarità che rende questo luogo degno di nota sono i due livelli che giacciono al di sotto della pavimentazione visibile che custodiscono l’originaria basilica, risalente al IV secolo d.C., nonché resti risalenti al I secolo sotterrati a parecchi metri di profondità!

Nell’articolo dedicato, abbiamo descritto la visita della Basilica di San Clemente e le emozioni che abbiamo provato a scendere nei sotterranei di Roma! Indirizzo: Piazza di San Clemente. Prezzi: 10€ intero, 5€ ridotto (prenotazione online obbligatoria perché l’ingresso è a numero chiuso).

Le basiliche dell’Aventino e due “buchi” da cui spiare

Il tour del Colle Aventino regala diverse chicche davvero sorprendenti. Non solo chiese, basiliche e punti panoramici mozzafiato ma anche leggende e miracoli a partire da un arancio millenario e ben due buchi della serratura…

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La terrazza del Giardino degli Aranci e le meraviglie dell’Aventino

Leggete l’articolo per scoprire tutto quello che c’è da vedere su uno dei 7 colli di Roma!

Ci sono altre curiosità da vedere a Roma spesso suggerite online ma che personalmente inserirei solo per chi è al secondo o terzo viaggio in città.

Quartiere Coppedè

Il termine quartiere in realtà è improprio: ci troviamo nel quartiere Trieste, nella zona est della capitale, ma a definirlo così fu proprio l’architetto fiorentino che lo ha progettato nel 1915 e a cui si deve anche il nome.

Il mix di stili incredibili, curiosità e misteri lo rendono una delle curiosità da vedere a Roma ma mi sento di consigliarlo se siete alla vostra terza, quarta volta in città.

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L’arco d’ingresso al Quartiere Coppedè che unisce i Palazzi degli Ambasciatori da via Tagliamento

Perché NI?

Perché non è in centro e di fatto si tratta di una passeggiata tra palazzi stile Liberty (e non solo) che vi impegnerebbe per un’ora circa. Avrebbe più senso fermarsi in zona e visitare il Quartiere Coppedè in combo con altre chicche, come Villa Torlonia e i suoi musei (La Casina delle Civette in primis come pure la Serra Moresca, aperta al pubblico recentemente) e il Mausoleo di Santa Costanza.

Immaginiamo però che per una prima volta a Roma, ci siano must see più impellenti.

Palazzo della Civiltà Italiana (EUR)

Conosciuto anche come “colosseo quadrato” per via della sua struttura geometrica con 54 archi per facciata, fu progettato per l’Esposizione Universale di Roma (da cui l’acronimo EUR) del 1942. Dopo la mostra, avrebbe dovuto trasformarsi in museo permanente della civiltà italiana, da cui la scritta che troneggia sulla sommità dell’edificio.

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Palazzo della Civiltà contadina | foto bass_nroll via Flickr

Oggi, in virtù di un accordo quindicennale con Fendi, è quartier generale della Maison e sede museale con l’obiettivo di celebrare la creatività e l’artigianalità del genio italiano.

Perché NI?

E’ una tappa da inserire in concomitanza di mostre e aperture organizzate dalla Fondazione Fendi (contattate il n. 06.33450970 per sapere gli orari di accesso) altrimenti potrete vederlo esclusivamente all’esterno. O quando in primavera i ciliegi lungo il laghetto dell’EUR sono in fiore (a cavallo tra marzo e aprile). Infine, per gli appassionati di cinema che vogliono vedere l’edificio immortalato in numerosi film d’autore (Roma città aperta, Boccaccio ’70, 8 e mezzo e diversi altri). Altrimenti, data la sua ubicazione, è decisamente una visita adatta a chi non è alla sua prima volta in città.

Passeggiata del Gelsomino

Una passeggiata pedonale di poco più di un chilometro realizzata lungo l’ex binario della ferrovia più corta del mondo, quella Vaticana.

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Passeggiata del Gelsomino

Costruita nel 1929 per collegare lo stato pontificio al regno d’Italia, è stata utilizzata a lungo per il trasporto merci. Negli anni fu dismessa e, in occasione del Giubileo del 2000, il binario 1 venne rimosso per creare questo camminamento. A metà percorso regala una visuale un po’ insolita del Cupolone.

Perché NO?

La Stazione dista circa 1 chilometro dalla Basilica di San Pietro quindi non è esattamente dietro l’angolo. La passeggiata per raggiungerla dura più della Passeggiata del Gelsomino quindi consiglierei questa tappa solo se ci si trova a due passi o i gelsomini sono in fiore.

La Piccola Londra (zona Prati)

Si tratta di una strada pedonale (Via Bernardo Celentano) costeggiata da villette basse nel quartiere Flaminio.

Le facciate hanno colori caldi, scale in pietra e portoncini in legno. Uno stile vagamente british che l’ha resa famosa tra i turisti che l’hanno letteralmente presa d’assalto coi loro selfie stick.

Perché NO?

Perché sebbene vi sia una polemica in atto, secondo i residenti è una proprietà privata e sono stati installati cancelli e scritte per scongiurare l’accesso al vialetto da parte dei turisti.

2 commenti

Paolo 1 Maggio 2023 - 17:18

Una guida davvero completa su tanti posti meno conosciuti della nostra bella Roma. Grazie

Rispondi
Monica Nardella 1 Maggio 2023 - 20:41

Grazie mille Paolo, mi fa piacere che questa guida possa essere di aiuto per tanti che vogliono scoprire posti meno noti della città!

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