Cosa vedere a Cori, il borgo laziale a poco più di un’ora da Roma, incastonato tra i Monti Lepini e la Pianura Pontina?
Questo borgo, ancora poco battuto dal turismo di massa, custodisce un’anima antica e un fascino autentico, fatto di vicoli acciottolati, templi millenari, affreschi preziosi e panorami sorprendenti.
Nell’articolo vi porteremo alla scoperta dell’antica Cora con un itinerario pensato per chi ama l’arte, la storia e le esperienze genuine.
Cosa vedere a Cori
Fondata, secondo la tradizione, nel XIII secolo a.C., Cori fece parte della Lega Latina, un’alleanza di città che cercò di opporsi alla crescente potenza di Roma. Nonostante la sconfitta della Lega nel 642 a.C. per mano dei Romani, Cora ottenne il prestigioso status di città alleata, segno del suo rilievo strategico e culturale.
Oggi Cori si divide in due nuclei principali, Cori Monte e Cori Valle, collegati da scorci suggestivi e viuzze da cartolina. Passeggiare tra le sue stradine è come camminare dentro una pagina di storia viva.
Tempio di Ercole
La visita deve cominciare dalla parte alta del borgo, a Cori Monte, dove sorge uno dei templi romani meglio conservati del Lazio: il Tempio di Ercole. Costruito nel I secolo a.C., questo gioiello dell’architettura classica domina la vallata con le sue colonne corinzie eleganti e possenti. Fermatevi ad ammirare il panorama: lo sguardo spazia dalle colline circostanti fino al mare, regalando uno dei punti più scenografici dell’intero borgo soprattutto al tramonto.
Chiesa e Complesso di Sant’Oliva

La facciata della Chiesa di Sant’Oliva
Proseguite verso il Complesso di Sant’Oliva, un luogo affascinante nato su un’antica area sacra. Qui si trovavano un tempio romano (forse dedicato a Giano), una chiesa medievale e infine, tra il 1467 e il 1480, venne edificata l’attuale struttura voluta dal cardinale Guillaume d’Estouteville. Il risultato? Un incantevole esempio di architettura gotico-rinascimentale.
All’interno, la chiesa sorprende con la sua navata unica, le volte a crociera, gli altari decorati e una meravigliosa Madonna con Bambino in terracotta di scuola robbiana. Adiacente si trova il chiostro rinascimentale, raffinato e silenzioso, sede del Museo della Città e del Territorio: un concentrato di 35 secoli di storia raccontati attraverso reperti, affreschi e installazioni.
Durante il Palio di Sant’Oliva, a fine luglio, il borgo si veste a festa (anche se le celebrazioni iniziano a giugno).
Oltre al Carosello storico dei 3 rioni coresi e al Palio vero e proprio, sfilano con fierezza gli Sbandieratori del Leone Rampante, gruppo storico nato nel 1966 e oggi tra i più rinomati a livello nazionale e internazionale. Le loro esibizioni con bandiere, tamburi e chiarine, raccontano con ritmo e colori la tradizione corese. Un spettacolo da non perdere, che unisce arte, storia e spirito di comunità.

L’altare della Chiesa di Sant’Oliva

La volta affrescata della Chiesa di Sant’Oliva
Cappella dell’Annunziata
Scendendo verso Porta Romana, vi aspetta una delle gemme nascoste del borgo: la Cappella dell’Annunziata, costruita tra il 1411 e il 1420 per volere del cardinale spagnolo Pedro Fernandez de Frias.
Dietro a un cancello e in cima a una breve scalinata, si arriva di fronte all’edificio. L’esterno è essenziale, quasi austero. Un dettaglio da sottolineare, la presenza alla destra del portale di un leone rampante, prima attestazione storica dello stemma civico del borgo (a cui si sono ispirati anche gli Sbandieratori).

Il leone rampante raffigurato sullo stemma di Cori
La sorpresa arriva varcando la soglia: vi troverete immersi in un’esplosione di colori e narrazione sacra!
Le pareti sono interamente affrescate con cicli dedicati alla Vita della Vergine e alla Passione di Cristo, opera del cosiddetto Maestro dell’Annunziata di Cori. Il Giudizio Universale sulla controfacciata è di una forza espressiva ancora oggi impressionante.

Il Giudizio Universale dipinto sulla controfacciata da Pietro Coleberti
Tempio dei Dioscuri
Nel cuore di Cori Valle svettano tre colonne solitarie ma maestose: sono ciò che resta del Tempio dei Dioscuri, dedicato a Castore e Polluce, simbolo della Cori romana.
A questo punto avrete un discreto languorino! Fermatevi per pranzo, gustando la cucina locale in uno dei ristoranti tipici del centro storico. Noi vi consigliamo di ordinare gnocchetti co’ la sarciccia (gnocchetti con la salsiccia) accompagnati da un bicchiere di vino Bellone (antico vitigno locale con certificazione DOC) o di Nero Buono (IGT). Se capitate nel periodo di Pasqua, chiudete il pasto con un assaggio delle famose ciammelle scottolate. Il termine “scottolate” indica la prima cottura in acqua bollente seguita da quella al forno. Grazie a questi passaggi, le ciambelle pur prive di lievito, risultano friabili ma morbide.
Dopo questa tappa golosa, il tour delle cose da vedere a Cori riprende con una passeggiata tra
le Mura Poligonali e il Ponte della Catena

Le mura ciclopiche
Esplorate le antiche mura ciclopiche (che ricordano quelle di Alatri e Ferentino), testimonianza dell’ingegneria pre-romana, e attraversate il Ponte della Catena. Questo ponte romano ancora in uso è stato costruito in opera incerta e collegava i vari quartieri della città antica.
Santuario della Madonna del Soccorso
Cosa vedere a Cori oltre a quanto già detto? Ancora una chicca! A breve distanza dal centro, si trova il Santuario della Madonna del Soccorso. Costruito nel XVI secolo in seguito a un’apparizione mariana, custodisce un interno barocco e una cupola seicentesca riccamente decorata. La seconda domenica di maggio, per 3 giorni, si celebra la Festa del Soccorso con una delle processioni più spettacolari del Lazio, tra costumi d’epoca e riti antichi.
Se volete concludere la giornata in bellezza, visitate una delle cantine locali come Marco Carpineti, Cincinnato o Pietra Pinta: vi aspettano degustazioni, racconti e sapori autentici.
IMPORTANTE: per esser certi di visitare i luoghi indicati nell’itinerario, contattate la Proloco al numero 06 9661 7213, comunicate la data e fissate l’appuntamento per le visita guidate (gratuite). |
I dintorni di Cori
Se vi fermate una notte in zona, sappiate che il paesaggio intorno al borgo è perfetto per passeggiate, trekking e gite in bici. Potreste andare alla scoperta del Sentiero del Pellegrino, tra uliveti e querce secolari, o del Parco Naturale dei Monti Lepini.
Il sentiero del Pellegrino è un percorso ad anello che unisce diversi punti panoramici, luoghi religiosi e testimonianze storiche locali. Viene chiamato “del Pellegrino” perché ripercorre idealmente il cammino che i fedeli compivano — e in parte ancora compiono — durante la Festa della Madonna del Soccorso.
Lungo dai 4 ai 7 chilometri, è considerato facile, adatto quindi anche alle famiglie con bambini. Per percorrerlo nella sua interezza, si impiegano circa 2 ore e mezza. Lungo la passeggiata, totalmente immersi nella natura con vedute sulla Pianura Pontina, i Monti Lepini e fino al mare nelle giornate limpide, si incrociano edicole votive e croci, a testimonianza della fede popolare.