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Viaggio in Giamaica ad Agosto: consigli utili

Pubblicato: Ultimo aggiornamento il
Frenchman s Cove, Port Antonio, Jamaica

In questo primo articolo dedicato alla Giamaica, daremo un po’ di consigli per sciogliere i dubbi di coloro che sono alle prese con l’organizzazione di un viaggio sull’isola nel mese di agosto!

Giamaica in agosto

Mappa Giamaica

Mappa Giamaica

 

Il nostro itinerario

Il viaggio è durato 15 giorni, dal 12 al 26 agosto. Siamo atterrati a Montego Bay e subito ci siamo spostati a Port Antonio (una città a est dell’isola, nella parish del Portland, la parte meno turistica e più selvaggia della Giamaica, a circa 200km se volete, potete leggere il nostro Diario di Viaggio Port Antonio).

Qui abbiamo fatto base per 8 magnifici giorni durante i quali abbiamo visitato spettacolari spiagge, le Reach Falls, le Blue Mountains, la Blue Lagoon, Monkey Island e tanto altro ancora.  Nella seconda parte del viaggio, dopo una tappa a Nine Mile per un doveroso omaggio alla tomba di Bob Marley (a 60 km da Ochio Rios, la città che si trova esattamente a metà strada lungo la costa, tra le due città in cui abbiamo fatto base) siamo tornati a Montego Bay, lungo la costa nord-ovest.

Qui abbiamo sperimentato il rafting e il biking lungo il Martha Brae e non ci siamo lasciati scappare una piacevolissima visita della piantagione di canna da zucchero della Appleton (dove viene prodotto l’omonimo rum) nella fertile Nassau Valley.

Prese americane, Jamaica

Prese americane, Jamaica

 

Cosa mettere in valigia per un viaggio in Jamaica

Il clima tropicale garantisce una temperatura che oscilla tra i 27° e i 30° tutto l’anno quindi potrete mettere in valigia costumi, vestitini, pantaloncini, tshirt.

Tutte le spiagge sono di sabbia quindi le scarpe da scoglio non sarebbero necessarie ma noi le abbiamo utilizzate per risalire le cascate, per il rafting e per il biking (sono previsti infatti alcuni tratti in acqua) quindi sono consigliatissime.

Se nel vostro itinerario è prevista anche un’escursione sulle Blue Mountains (e lo spero proprio), dovrete portare con voi gli scarponcini da trekking (qualora fosse in notturna, con partenza alle 2 del mattino, non dimenticate anche una maglietta termica e il kway perché il Peak si trova a oltre 2000 metri e la temperatura scende sensibilmente di notte!).

Ricordate un kit di farmaci da viaggio (antipiretico – preferibilmente non a base di ibuprofene perché in caso di Dengue peggiorerebbe i sintomi – antinfiammatorio, antidiarroico,  fermenti lattici, antispastico, antibiotico ad ampio spettro, salviettine disinfettanti, cerotti e spray anti-zanzare).

A Montego Bay e a Negril l’acqua è potabile: se alloggiate in un buon hotel, potete bere quella che vi serviranno a tavola nelle brocche e bere cocktails con il ghiaccio.

Nel resto dell’isola non vi fidate: acquistatela e utilizzatela anche per lavarvi i denti, vi eviterete fastidiosi disturbi intestinali!

Ricordate inoltre di portare con voi diverse prese “americane” di tipo A (a due contatti piatti) per ricaricare tutti i vostri apparecchi (cellulari, tablet, macchine fotografiche eccetera) perché altrimenti dovrete acquistarli in loco. Noi ne abbiamo portati 3 e sono bastati (meno di 1€ l’uno).

Reach Falls, Portland, Jamaica

Reach Falls, Portland, Jamaica

 

 

Quando andare in Giamaica

Sarebbe consigliabile durante la stagione secca (da dicembre a marzo) ma noi potevamo solo ad agosto, periodo considerato a rischio uragani.

Ebbene: in 15 giorni ha piovuto solo due volte e per 10 minuti circa quindi, come sempre, il fattore tempo è troppo variabile per condizionare una vacanza. Agosto ha persino un altro appeal: in Giamaica è bassa stagione e quindi potrete godervi l’isola in assoluta tranquillità a prezzi più contenuti (fermo restando che l’isola è abbastanza cara).

 

Come arrivare in Jamaica

Gli aeroporti sono due: il Donald Sangster International Airport di Montego Bay e il Norman Manley International Airport di Kingston. Noi, per risparmiare e per evitare al contempo lunghe soste in aeroporto, abbiamo preferito effettuare due scali:

ANDATA: Roma – Madrid – Miami (dove ci siamo fermati per una notte) – Montego  con Iberia e American Airlines;

RITORNO: Montego – Miami – Londra – Roma con American Airlines e British Airways.

Col senno di poi, dopo aver conosciuto i giamaicani e visto che la nostra vacanza ci ha portati subito all’estremità opposta dell’isola rispetto a Montego Bay, avremmo dovuto preferire l’aeroporto di Kingston, decisamente più vicino. Purtroppo i pregiudizi attorno alla reputazione della capitale ci hanno fatto optare per il Sangster. Se dovessimo tornare, non avremmo alcuna esitazione.

Visti d’ingresso per la Giamaica

Per soggiorni fino a tre mesi, agli italiani non è richiesto alcun visto ma passaporto con almeno sei mesi di validità a partire dalla data di partenza dal paese.

Sull’aereo, vi consegneranno un modulo da sottoscrivere (uno per ciascuno), con informazioni personali e altre relative al viaggio (durata, data e numero del volo di rientro, primo indirizzo in cui alloggerete eccetera) quindi portate una penna con voi.

All’atterraggio, dovrete mettervi in fila all’ufficio immigrazione: se sull’aereo avrete ignorato il modulo, dovrete compilarlo obbligatoriamente mentre sarete in coda. L’impiegato metterà un bel visto d’ingresso sul vostro passaporto e vi lascerà proseguire.

Incontrerete quindi un secondo desk dove controlleranno proprio il modulo: ne staccheranno una parte, lasciandovi una parte grande quanto un biglietto da visita. Riponete quella striscia con cura nel portafogli e abbiate cura di non smarrirla perché vi verrà chiesta al ritorno!  A questo punto, un’orchestrina rasta vi darà il benvenuto nel paese!

 

Cambio moneta in Giamaica

La moneta è il dollaro giamaicano ma vengono accettati anche i dollari americani. Fate attenzione però perché il cambio è 112J a 1$ ma spesso arrotondano per difetto (100 a 1), facendovi perdere più di qualche spicciolo!

Il nostro consiglio è di prelevare al bancomat e pagare sempre con la moneta locale. Noi abbiamo utilizzato senza problemi il Bancoposta per prelevare (circuito cirrus e maestro) mentre abbiamo incontrato qualche difficoltà per i pagamenti. Le maggiori carte di credito vengono accettate nelle città più turistiche mentre nel Portland potrete utilizzarle solo nei centri commerciali e negli hotel quindi dotatevi di contanti.

 

Che lingua si parla in Giamaica

In jamaica si parlano l’inglese e il patois, una specie di “dialetto” che mixa inglese, africano, spagnolo e portoghese. In Portland l’uso patois è decisamente più capillare e quindi non preoccupatevi se dovrete chiedere spesso di ripetere la frase: non è che avete smesso di capire l’inglese… non lo è!

 

Come spostarsi in Giamaica

NON ci sono treni e i pullman sono molto radi a causa delle strade strette e tortuose.

I mezzi di trasporto più utilizzati sono i minibus (detti coaster) caratterizzati dalla targa rossa o dalla scritta JUTA (Jamaica Union of Travelers Association) che però partono quando sono pieni (ritardando notevolmente ogni vostro programma), i route taxi (taxi collettivi) con la targa rossa che si muovono velocemente (molto velocemente) facendo salire a bordo fino a 6 passeggeri oltre al conducente e i taxi privati.

Ovviamente coaster e route taxi sono molto economici e li consigliamo per spostamenti brevi; per le tratte più lunghe, vi consigliamo i taxi privati, più confortevoli, rapidi e dotati di aria condizionata.

Il transfer Montego Bay – Port Antonio (lo ricordiamo, circa 200km per 3 ore e mezza di viaggio) ci è costato 200$ (lo abbiamo contrattato dall’Italia ed è stata la scelta migliore perché in loco i costi sono gli stessi e vi risparmierete estenuanti code in attesa di un tassista dopo un lungo volo intercontinentale).

Consigliamo di rivolgervi a Howard Cover, detto Howie, che vi scarrozzerà ovunque in assoluta sicurezza: il suo contatto è 001876 5622555.

Se decidete di restare in zona Montego Bay, vi consigliamo invece Fowler Whitley, detto Tony: il suo contatto è 001876 5205999. P.S. in qualunque transfer è prevista una sosta per il pasto: considerate che è costume locale pagare anche per la guida/driver (che giustamente si ferma per consentirvi di pranzare o di prendere qualcosa da bere) quindi valutate voi se farla o meno.

Un’alternativa potrebbe essere il noleggio di un’auto ma vi ricordiamo che la guida è a sinistra (le rotonde vanno prese al contrario e in una strada a 4 corsie, ad esempio, quella di destra è riservata al sorpasso…) e che qualche tassista guida in maniera spericolata quindi potreste incontrare difficoltà lungo le strade tortuose e spesso buie dell’isola. Se queste due raccomandazioni non sono sufficienti a frenarvi dal noleggio,  vi consigliamo di rivolgervi al portale www.portantoniocarrentals.com e di riservare un’auto 4×4, fondamentale se vorrete raggiungere le Coffee Farm sulle Blue Mountain (in Giamaica non esiste la “casco” quindi valutate bene tutte le condizioni nella polizza assicurativa).

In prossimità di curve cieche, suonate il clacson: vi renderete presto conto che lo fanno tutti ed è un ottimo sistema per avvisare altri automobilisti del vostro arrivo!

 

The Fan Villa, esterni

The Fan Villa, esterni. Port Antonio, Jamaica

 

Dove dormire a Port Antonio

Noi abbiamo alloggiato al The Fan, una bella villa in collina, immersa nel verde e affacciata sulla suggestiva Turtle Crawl Bay.

La scelta è stata orientata da vari fattori. Il primo: il Portland è rimasto fedele a se stesso, mantenendo intatte molte tradizioni africane nonostante il periodo d’oro vissuto a fine XIX secolo grazie all’esportazione delle banane.

In quegli anni, molti attori hollywoodiani scelsero Port Antonio e il Portland come il buen retiro ideale e costruirono ville faraoniche vista oceano, protette dagli sguardi indiscreti da una fitta vegetazione lussureggiante (uno su tutti, l’attore Errol Flynn).

Quando i VIP preferirono altre isole caraibiche, il Portland tornò ai suoi ritmi lenti e sonnacchiosi, e molte ville furono trasformate in lussuosi resort per turisti esigenti.

Ebbene, The Fan è una bella villa con cucina, salotto, camera da letto e patio, disposta in modo che tutte le stanze affaccino sulla baia, per lasciarvi senza fiato davanti a spettacolari tramonti sull’oceano ovunque voi siate!

 

The Fan Villa, interni

The Fan Villa, interni. Port Antonio, Jamaica

 

Il servizio che abbiamo maggiormente apprezzato (a pagamento) è lo staff composto da cuoca e governante a vostra disposizione dalle 8 alle 17. Andrea e Millicent sono due cuoche bravissime che ogni giorno hanno reso colazioni e cenette davvero speciali! Se volete proprio staccare la spina, potrete delegare anche l’incombenza della spesa, lasciando che sia la chef a provvedere a tutto. Vi basterà dire cosa volete mangiare e lei asseconderà i vostri desideri culinari con un tocco di esotismo che vi lascerà piacevolmente soddisfatti!

 

The Fan Villa, food.

The Fan Villa,food. Port Antonio, Jamaica

 

Adiacente alla villa, c’è l’intimo Turtle Bar dove il venerdì sera viene organizzata una seratina piacevole a base di ponch rum. Tutto in legno, vista baia, è immerso nella jungla.

Sugli alberi vedrete centinaia di lucciole: si tratta di un grazioso gioco di luci creato ad arte ma non sarà difficile avvistarne di vere! Qui si chiamano peenie wallie: esprimete un desiderio, non si sa mai!

La villa si trova poco fuori Port Antonio, vicinissimo alle più belle spiagge della zona. Se volete raggiungerle a piedi, dovrete camminare per una ventina di minuti al massimo, tenendo sempre ben presente il senso di marcia opposto al nostro e che i marciapiedi di fatto non esistono.

Noi vi consigliamo però di prendere gli economici route taxi: con 100J a persona potrete sia raggiungere la città che le spiagge, risparmiando una bella passeggiata sotto il sole!

La chicca: la gestione della villa è affidata a un italiano, il mitico Nino il che non solo renderà più semplici tutti contatti pre-partenza ma sarà di grande aiuto anche durante il soggiorno perché potrete fare riferimento a lui per qualunque esigenza. Non ve ne approfittate, come abbiamo fatto noi! Per ulteriori info: www.villawithclass.com.

 

Sandals Carlyle Inn

Sandals Carlyle Inn, Montego Bay, Jamaica.

 

Dove dormire a Montego Bay

Noi abbiamo scelto di alloggiare nel Sandals Carlyle Inn, un intimo resort sul lungomare dal fascino coloniale che ci ha regalato un soggiorno davvero rilassante!

La struttura vanta due ristoranti (uno per la colazione/pranzo l’altro per la cena), un bar dove vengono preparate decine di deliziosi cocktails, un’arena dove assistere agli spettacoli previsti tutte le sere, una bella piscina con idromassaggio, una zona solarium e una capannina dove fare massaggi open air!

La cucina – espressa  e quindi freschissima – è molto buona con una discreta scelta tra piatti di pesce e di carne, nonostante non fossimo in alta stagione.

Il timore del rumore causato dal vicino aeroporto è infondato: innanzitutto sono previsti due/tre slot in cui è concentrato il traffico aereo e la particolare posizione della pista impedisce echi strani.

 

Sandals Carlyle Inn, esterni

Sandals Carlyle Inn, esterni. Montego Bay, Jamaica

 

La chicca: in città ci sono altri due Sandals (il Montego Bay e il Royal Caribbean). Con la navetta gratuita, in 15 minuti circa, potrete accedere liberamente alle altre strutture, usufruendo di tutti i servizi in esse previsti: spiaggia, piscine, ristoranti. Una vacanza nella vacanza, da provare! Per ulteriori info: www.sandalsresorts.it.

 

Altri Consigli

Droghe: la ganja (il nome locale per la marijuana) anche se ufficialmente è illegale (come da Dangerous Drug Act), è fumata praticamente ovunque e non solo dai rasta (la cui religione la considera Erba Sacra).

Lungi dal volervi esortare a fare uso di droghe ma ben consapevoli che la ganja costituisce un motivo di appeal per molti, ricordiamo che in quanto turisti, siete più esposti a controlli e a multe salatissime da parte della polizia.

Vi consigliamo pertanto di non fumare per strada e nei luoghi pubblici.

Se vi doveste trovare in un bar, ad esempio, e avvertiste un odore dolciastro aleggiare nel locale, chiedete il permesso di fumare: gestori e avventori sapranno dirvi se è un luogo in cui potete permettervi una maggiore “libertà”. Un segnale di “tolleranza” verso l’uso della ganja sono i tour nelle ganja farm, le piantagioni di marijuana, spesso abbinati a escursioni più “classiche”.

Per andare incontro al numero crescente di seguaci del rastafarianesimo, il governo sta valutando di depenalizzare, entro settembre 2014, la detenzione di cannabis, riducendo il possesso per uso personale (57 grammi!) a un illecito amministrativo.

 

Bob Marley's Mausoleum

Bob Marley’s Mausoleum

 

Acquisti: il primo prezzo non è mai quello a cui acquistare, contrattare è un must e non un’offesa. I giamaicani lo sanno ed è divertente trascorrere del tempo nei mercatini e nei negozietti per portare a casa un oggettino tipico.

 

I NOSTRI TOUR DELLA JAMAICA

Jamaica-Tour

2 commenti

Kristel 26 Giugno 2018 - 20:00

Ciao, so che questo articolo lo hai scritto anni fa ma vorrei chiederti secondo te se un viaggio in Jamaica è fattibile con due bambini di 2 e 3 anni e se davvero Kingston é pericolosa.. grazie mille per io tempo e il tuo meraviglioso diario di viaggio

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Monica Nardella 27 Giugno 2018 - 19:42

Di Kingston è pericoloso solo un quartiere. Visitatela con una guida o spostandovi in taxi e non avrete problemi. Io ho visto tante famiglie con bambini in Jamaica (soprattutto americani) quindi non la vedo una meta complessa. Sicuramente l’opzione migliore è avere un driver se volete fare spostamenti più lunghi per non dovervi muovere coi mezzi pubblici (che sono più lenti e partono quando sono pieni) stressando inutilmente i bambini. Nelle città più turistiche non mancano certo i market per acquistare i prodotti che potrebbero servirti. Quanto agli ospedali, ovviamente ci sono. Consiglio (sempre) l’assicurazione di viaggio perché le spese mediche non vanno sottovalutate in questi posti in cui si può preferire un’assistenza privata

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