Weekend di primavera alla scoperta dei siti Unesco di Caserta!
La Reggia Borbonica è stata inserita nel 1997 nel Patrimonio dell’Umanità Unesco insieme al Belvedere Reale di San Leucio e all’Acquedotto Carolino. In un weekend a Caserta, dunque, non solo potrete trascorrere straordinari giorni all’insegna della cultura ma scoprire vere eccellenze enogastronomiche!
Siti Unesco a Caserta
La Reggia di Caserta

La Sala del Trono della Reggia di Caserta
Primo obiettivo della mattinata, ovviamente, il Palazzo Reale noto ai più come Reggia di Caserta.
Voluto fortemente da Carlo di Borbone Re di Napoli, interessato all’edificazione di una residenza di rappresentanza che non sfigurasse con quelle europee (su tutte, Versailles), il Palazzo venne disegnato da Luigi Vanvitelli.
All’architetto fu commissionata anche la sistemazione dell’area circostante, con il progetto di un Parco altrettanto sfarzoso e un acquedotto (quello Carolino) che avrebbe dovuto approvvigionare la città.

Il Teatro di Corte nella Reggia di Caserta
La visita, che si è svolta con Gilda Ferrara, una guida competente e appassionata, ci ha regalato anche la scoperta del Teatro di Corte, spesso chiuso al pubblico e in alcuni weekend aperto grazie ai soci del FAI.
Naturalmente abbiamo concluso il tour nel parco della Reggia la cui sommità abbiamo comodamente raggiunto con una navetta (costo A/R 2,50€).
Dove dormire a Caserta vicino alla Reggia
Real Borgo di San Leucio

Il Palazzo del Real Borgo di San Leucio
Assolutamente imperdibile in un weekend di primavera in zona, anche il Real Borgo di San Leucio.
Noi francamente ne avevamo sentito parlare la prima volta solo con Unesco Festival Experience in Campania ma in quell’occasione ci siamo concentrati sulla Certosa di Padula.
Il fatto però che le sete prodotte nella fabbrica installata nel borgo tappezzassero Palazzo Chigi, il Quirinale, Buckingham Palace e addirittura la Casa Bianca non poteva lasciarci indifferenti e quindi abbiamo deciso di visitare il complesso!
Il feudo, acquistato da Carlo di Borbone nel 1750, comprendeva non solo un ampio bosco per la caccia ma anche un Casino, fatto erigere dalla famiglia Acquaviva, chiamato “del Belvedere” perché godeva di una stupefacente vista sulla Reggia di Caserta e sul Vesuvio!

Vista sul Vesuvio dal Belvedere del Real Borgo di San Leucio
Il successore di Carlo, Ferdinando IV, vi installò un opificio serico che conquistò presto il prestigioso status di Manifattura Reale e, ispirato da un progetto utopico quanto illuminato, varò uno statuto che garantisse agli abitanti del borgo benessere, assistenza, istruzione e uguaglianza.
Oggi visitare il Real Borgo significa scoprire, nel Museo della Seta, le tecniche di produzione basate su una filiera completa, dal baco al pregiato tessuto; gli appartamenti reali; i quartieri di San Ferdinando e San Carlo dove vivevano i dipendenti della fabbrica.

Antichi telai nel Museo della Seta di San Leucio
Tra le varie sale del Palazzo (restaurato dal Collecini), figurano affreschi di artisti utilizzati anche per la Reggia. Tra di essi, il prolifico pittore di paesaggi Jakob Phillip Hackert che a San Leucio lasciò il decoro a encausto* della sala da Bagno di Maria Carolina (una suite da bagno oserei dire!).
*L’encausto è una complessa tecnica pittorica che prevede l’uso di pigmenti in polvere e di cera “punica”, una cera vergine bollita in acqua di mare, che fece impazzire Leonardo da Vinci.
Dovete sapere che il maestro volle utilizzare questo procedimento tanto in voga nel Rinascimento, per la Battaglia di Anghiari, una pittura murale nel Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio, a Firenze.
Purtroppo, in fase di riscaldamento della parete per far spiccare il colore, accadde l’imprevedibile e la pittura mista a cera iniziò a colare danneggiando irrimediabilmente il lavoro.
L’attuale decorazione del Salone è frutto infatti del genio di Giorgio Vasari e si ignora se (e quanto) egli stesso abbia potuto contemplare della precedente opera.
L’acquedotto Carolino

Acquedotto Carolino | foto Mia battaglia via Flickr
Questa opera di ingegneria idraulica disegnata da Luigi Vanvitelli, desta ancora oggi lo stupore dei visitatori per la sua maestosità. Voluto da Carlo di Borbone, da cui prese anche il nome, l’Acquedotto ha soddisfatto le esigenze idriche del Palazzo, del parco, dell’intera città, dei campi nel casertano fino alla tenuta agricola del Carditello!
Dalle Fonti del Fizzo, i 38km di lunghezza, per lo più interrati, sono caratterizzati in alcuni tratti da ponti-canale. Quello più noto, che si può ammirare nella Valle di Maddaloni, presenta una struttura in tufo con tre ordini di archi a tutto sesto, alta 60 metri e lunga 529.
I lavori iniziarono nel 1753 e si conclusero nel 1769 con l’acqua che impiegava 4 ore per attraversare l’acquedotto dalla sorgente ai piedi del Taburno alle fontane della Reggia!
Un secolo dopo, presso i Ponti della Valle si scontrarono le forze garibaldine comandate da Nino Bixio e le truppe di Francesco II. A ricordo della battaglia, venne realizzato un ossario commemorativo.