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Ischia: trekking tra fumarole e leggende

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ischia trekking e fumarole

Ischia è la maggiore delle isole Flegree e si trova nella parte settentrionale del Golfo di Napoli. Largamente conosciuta per le sue acque termali dai comprovati effetti terapeutici, lo è molto meno per le suggestive fumarole. Eppure esse sono, allo stesso modo delle acque, la conseguenza della natura vulcanica dell’isola.

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Fumarole di Ischia [foto gentilmente concessa da IschiaBikeHotels]

Fumarole di Ischia

Qualche giorno fa ci è capitato di leggere una serie di toponimi locali che evocano parti di un corpo (Bocca, Panza, Ciglio) e, neanche a dirlo, ci siamo incuriositi.

L’origine di questo “antropomorfismo nella toponomastica ischitana” va cercato nel tentativo degli antichi abitanti di dare una spiegazione ai frequenti fenomeni sismici, alle fumarole, alle acque termali. Quale migliore interpretazione se non un gigante, in questo caso Tifeo, gettato da Zeus in mare e obbligato a sostenere sulle sue spalle possenti l’intera isola? I suoi movimenti spiegherebbero i terremoti; le sue lacrime le acque termali, il suo sbuffare le fumarole.

Panza, una frazione di Forio, sorgerebbe dunque in prossimità dell’addome di Tifeo e la leggenda si sarebbe tanto radicata da essere ricordata persino da Ariosto nel suo Orlando Furioso!

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La Bocca di Tifeo [foto gentilmente concessa da www.prontoischia.it]

In quest’area si estende la maggiore e più attiva fumarola dell’isola, quella di Montecorvo e Rione Bocca-Vagnulo. Di cosa parliamo esattamente? Di emissioni gassose composte quasi esclusivamente da vapore acqueo che risalgono in superficie ad altissime temperature.

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Panorama dal monte Epomeo [foto | Matthia via Wikipedia – licenza GNU]


Lo spettacolo, in questa fumarola che si estende per circa 1 km quadrato, è assicurato anche dal percorso che si deve effettuare dalla vallata situata ai piedi del Monte Epomeo fino alla cosiddetta “Bocca di Tifeo”. Per raggiungerla, dovrete partire dall’abitato di Panza, raggiungere Montecorvo e quindi la fumarola anche se, i più pigri, potranno spostarsi in auto fino a dove lo consente la strada asfaltata, e percorrere un ultimo tratto in un vero trionfo di natura!

La Bocca di Tifeo

La Bocca di Tifeo [foto gentilmente concessa da www.prontoischia.it]

Attraverserete nobili vigneti recuperati da gente che ha creduto nella produzione locale, parracine di recinzione (i muretti a secco in pietra di tufo), ulivi, fichi d’india, case signorili, rocce rotolate dal monte a cui sono state date i nomignoli più disparati (Pietra Brox, Pietra Martone, Pizzo del Merlo) e, ovviamente, vedute panoramiche.

Noterete il fianco dell’Epomeo che sbuffa vapori bollenti ma vi renderete conto della reale natura vulcanica dell’isola solo quando supererete i 150 gradini ripuliti e rimessi a nuovo da un generoso intervento della proloco di Panza!

Vi ritroverete in cima, tra rocce rossastre e il respiro profondo di Tifeo: se raggiungerete la fumarola al tramonto, vi si parerà davanti il panorama “infernale” perfetto! Quando siamo andati a fare il nostro weekend a Ischia in bici lo scorso anno, ci hanno spiegato che sopravvive da tempo immemore la tradizione del “pollo delle fumarole”, un pollo cucinato nella sabbia scaldata dal vapore bollente che conferirebbe alla carne una consistenza perfetta: tenera dentro e croccante fuori! Cert è che per ragioni di sicurezza i punti più “caldi” sono inaccessibili. Pensate infatti che lungo la spiaggia di Maronti, ricca di sabbie fumanti con temperature che sfiorano anche i 100°!

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Panorama sulla spiaggia delle Fumarole

La chicca: terra di curiosità e leggende, Panza custodisce un tesoro inestimabile (e speriamo che presto qualcuno si interessi della sua apertura al pubblico): una casa greca, probabile residuo di una importante fattoria, rinvenuta casualmente dopo un acquazzone! Per ammirare una ricostruzione degli interni di Punta Chiarito si deve visitare il Museo Archeologico di Pithecusae (a Lacco Ameno) mentre per apprezzare il vasellame recuperato dalla casa, si deve tornare sulla terraferma, visitando il Museo Archeologico di Napoli.

La chicca 2: Potrete arricchire la vostra escursione con una visita ai Giardini Arimei, la cui storia sa più di leggenda! Parliamo della tenuta dei Fratelli Muratori che hanno recuperato il vitigno abbandonato dalla nobile famiglia calabra dei Milone per produrre un vino di eccellenza il cui nome evoca Arime, il toponimo etrusco di Ischia che sta per “terra di fuoco”.

Se state organizzando un week end leggete cosa vedere a Ischia e se deciderete di partire, consultate il portale www.prontoischia.it per visualizzare tutte le offerte e i pacchetti hotel attivi nel periodo prescelto oltre a una serie informazioni utili per pianificare collegamenti con la terraferma, transfer in loco ed escursioni!

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