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Lo scaffale di TDM: Istanbul

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Istanbul bosforo
Prego, accomodativi allo Setüstü Çay Bahçesi potete mangiare del baklava, bere un cay (tè), fumare un narghilè e, sopratutto, godere della stupenda vista sul Bosforo. Avete alle spalle il Topkapi, e siete ancora in Europa ma dall’altra parte dello stretto c’è l’Asia. Si, siamo ad Istanbul!

Setüstü Çay Bahçesi a Istanbul

Il motivo, lo dico subito, che ci porta qui è legato alla cronaca di queste settimane. Il nostro amore per quella parte del mondo ci nega di tacere. Non sarà in questa sede che troverete commenti politici o cronache giornalistiche, tuttavia a nostro modo vogliamo essere vicino a chi protesta in piazza, a coloro che vogliono uno stato laico, non corrotto, che funzioni, che sia a servizio dei cittadini, dove ogni persona sia libera di esprimere al meglio le sue opinioni e le sue potenzialità. 
Il giardino del caffè/ristorante che abbiamo scelto, per ammirare il panorama, è il luogo migliore per iniziare a leggere il nostro libro. In effetti non c’è posto più indicato al mondo per Il libro nero di Orhan Pamuk. Quale ottimo modo per “gustare” Istanbul, se non quello di essere invitati alla tavola di un premio nobel per la letteratura? 
Allora, di cosa parla il Libro nero? Per presentarlo, tentiamo un accostamento, che a molti sembrerà eccentrico tuttavia, dovendo cimentarsi con questo tentativo, la prima opera che ci sembra appropriata è l’Ulisse di Joyce.
Il confronto è legato alla peregrinazione, alla ricerca, all’inabissamento ed alla catarsi. Infatti, uno dei piani di lettura più rilevanti, è tracciato dalla ricerca e dalla scoperta di sé fatta attraverso il mondo circostante sia reale, sia visto attraverso il filtro del ricordo, della memoria e dell’immaginario… cosa che a ben vedere non è di poco rilievo e che porta questo libro ad aggiudicarsi un posto di tutto rispetto nel cuore della grande letteratura novecentesca.
Pamuk pubblicò, questa che resta, per ora, la sua opera maggiore, nel Novanta, anno fatale, il primo anno dopo quell’89 che è il grande spartiacque del “secolo breve”. Nella lettura del libro non si avverte la pesantezza del tempo, anzi, è una narrazione che, come la Storia, contiene molte narrazioni, racconti ora veri, ora verosimili, ora solo immaginati.
Così, mentre si percorrono le vie di Istanbul, si scoprono i cento vicoli della città, si entra a contatto con ansie e speranze: dell’autore, dei protagonisti, della città, si sente di partecipare ad un’esperienza intellettuale profonda. 
Non vogliamo svelare nulla di una trama che muove da pretesti anche codificabili come di genere: dov’è finita la moglie di uno dei protagonisti, sparita un giorno lasciandosi alle spalle solo un enigmatico biglietto?
Sarebbe un errore però pensare quest’opera legata ad un genere, è un romanzo (e come tutti i romanzi contiene tante cose insieme) godibile fino in fondo, uno di quei “viaggi” che restano nella memoria del lettore. Per la mole delle storie che si intrecciano in esso, altro paragone possibile potrebbe essere Cent’anni di solitudine di Marquez (del quale abbiamo già parlato in precedenza)… guarda un po’! Un altro premio nobel. 
Almeno non si dirà che scegliamo libri di poca qualità! Cosa nasconde il Bosforo sul fondo? Sarebbe possibile ricostruire la storia della città e dei suoi abitanti, attraverso ciò che verrebbe alla luce se, un giorno, si prosciugasse lo stretto?
Forse avrete la risposta a questa domanda sorseggiando un raki, questa volta, in piazza Galatasaray. Pubblicato da Einaudi, anche in economica, ormai avrete capito che… consigliamo questa lettura a tutti e non solo a chi sta per partire: da non perdere! Lo spazio/tempo sta per finire…
Allora, vi proponiamo una scrittrice, di quelle che ci piacciono. Parlo di Elif Safak, e del libro Il palazzo delle Pulci.
Il punto di vista dell’autrice è particolarmente stimolante perché lei è una turca-europea, ha dunque uno sguardo differente da quello di Pamuk. 
La scrittura è fluente ed avvincente ad un tempo, è un libro “fragrante” di aromi. Anche in questo caso, parliamo di un romanzo che ci porterà dentro la città, alla scoperta di storie ed atmosfere.
Il Palazzo delle Pulci, non è l’opera che ha reso celebre la Safak, però a noi sembra particolarmente indicata poiché in essa scopriremo parte dei contrasti profondi, della società turca, che oggi vediamo lacerare piazza Taksim; tutto ciò all’interno di un racconto che ha come epicentro un vecchio palazzo e le storie dei suoi inquilini.
Il Palazzo ha solide fondamenta nella “Comedie Humaine” e finestre d’ironia (anche irriverente ma mai volgare) affacciate nel cuore della città. È pubblicato da Rizzoli nella BUR, ottimo da portare in valigia e tirare fuori a pranzo (proprio in piazza Taksim) protetti dal giardino del Kiki. Alla prossima!

2 commenti

Silvia 21 Giugno 2013 - 12:29

Io a Instanbul non ci sono mai stata, ma mi intriga molto come città. Non conoscevo nessuno dei due libri, eil secondo mi incuriosisce parecchio, potrebbe essere una lettura per quest’estate!

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Andrea 21 Giugno 2013 - 9:05

Amo Istanbul e amo Pamuk (la seconda credo sia una conseguenza naturale della prima). Ottima scelta..e nonostante sembri paradossale dirlo…fatta nel momento giusto. Brava Monica!

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