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Pasolini, il regista poeta innamorato dello Yemen

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Sanaa Yemen

Il nostro mondo si fonda sull’eguaglianza, la fratellanza, la libertà. La nostra Europa è “Unita Nella Diversità“. La nostra cultura è l’umanesimo. La nostra fede è la bellezza che risiede nel mondo.

Abbiamo il cuore pesante, perché Parigi è casa nostra. Ma non ci intimidiscono gli atti di violenza fascista. Continueremo a vivere e viaggiare per la nostra splendida Europa. Continueremo ad esplorare il mondo, portando nel cuore pace e gioia. A costoro, fermamente rispondiamo ¡No pasarán! Mentre fischiettiamo con Chevalier:

Paris sera toujours Paris La plus belle ville du monde Malgré l’obscurité profonde Son éclat ne peut être assombri Paris sera toujours Paris! (M. Chevalier, Paris sera toujours Paris, 1939)”

Il 2 novembre scorso cadeva il quarantesimo anniversario della tragica morte di Pier Paolo Pasolini.
Ora che le voci tacciono; ora che la bufera di parole levatasi per ricordare questo nostro poeta è passata; ora, anche lo Scaffale, presa la giusta misura dall’evento, dedica il suo spazio a questo scomodo ed unico autore.
Abbiamo deciso di farlo anche per rispondere nel miglior modo possibile al terrore che il 13 novembre ha invaso i nostri cuori. Casi del genere impongono lucidità. È facile quando si è colpiti così duramente, indicare un nemico, odiare, avere reazioni terribili. Crediamo che un autore come Pasolini sia quello che ci vuole. Proprio il suo sguardo anticonformista sul mondo può aiutarci a non cadere nella trappola di questi assassini. Essi vogliono che rispondiamo con la violenza, con la vendetta. Ma queste non sono le nostre monete. Ecco perché ci affidiamo ad un poeta per trovare la lucidità e tentare di essere migliori. Per Moravia che gli era amico, Pasolini era soprattutto un poeta, un grande poeta. In ogni caso, scrittore, cineasta, saggista, giornalista, documentarista, Pier Paolo è stato uno degli intellettuali più eclettici, prolifici e profondi che abbiamo avuto in Italia ma Pasolini è stato anche un viaggiatore. Prima di tutto, ha viaggiato attraverso il continente dell’umanità che lo circondava; ha esplorato i recessi dell’essere umano. È stato, comunque, anche un viaggiatore nella pratica.

Sanaa-Yemen

La notte di Sana’a [photo credit drsno via Flickr]

Tra le mete più significative, senza dubbio il viaggio nello Yemen. Visitò quella penisola araba che oggi per noi è lontanissima. Fu proprio lo Yemen (paese apparentemente fermo nel tempo) che scelse come scenario per uno dei suoi film più conosciuti Il fiore delle Mille e una notte, del 1974, perché lo conosceva bene e ne era innamorato. [N.d.D. nel 1971 il regista friulano girò un cortometraggio a Sana’a – definendola una Venezia selvaggia nella polvere – e lo inviò all’Unesco invocando l’inserimento della capitale yemenita nel Patrimonio dell’Umanità per aiutare il paese “a salvarsi dalla sua distruzione, cominciata con la distruzione delle mura di Sana’a”. Riconoscimento fortunatamente avvenuto nel 1986 ma che non ha impedito qualche mese fa i bombardamenti per debellare le sacche ribelli sciite].

La cosa interessante è che tutti conoscono Pasolini; poi, stringi stringi… quanti lo hanno letto? Quanti hanno visto i suoi film? La maggior parte delle conoscenze che si possiedono su questo importante intellettuale sono televisive; si conosce Pasolini attraverso gli stralci di interviste che vengono mandate in onda, in genere a novembre, per ricordarlo. Allora credo che il modo migliore per entrare in sintonia con Pier sia invitare, tutti i cari TdM, alla lettura dei suoi libri e delle sue poesie, alla visione dei suoi film. Per ricordarlo, senza retorica ed onestamente, forse come prima cosa dovremmo tenere bene a mente che i Turisti di Mestiere non sarebbero piaciuti per nulla a Pier Paolo. Probabilmente ci avrebbe definiti, senza tanti complimenti: “folla infimo-borghese”. In merito a tale definizione, leggete le Lettere luterane, pubblicate da Einaudi, sarà chiarificatrice. Insomma, ecco Pasolini. Seguire le sue parole non è comodo. Sono passati quarant’anni, il mondo è cambiato, eppure, contrariamente ad altri che lo credono datato, noi rileviamo nel pensiero di questo autore una forza che trascende il tempo. Ascoltarlo, significa dover pensare, confrontarsi con se stessi, con ciò che si crede. Tutto sommato, non è cosa da poco. Credo che avesse ragione Moravia; la freschezza che avverto ancora oggi, in ciò che ci ha lasciato quest’uomo, dipende dal fatto che: soprattutto fu poeta. Dire oltre, non serve. Tutte le opere di Pasolini le potete trovare pubblicate presso i maggiori editori. Il primo libro da leggere? Suggerisco di iniziare dall’ultimo che scrisse, Petrolio, libro “maledetto” che è stato finalmente stampato, solo, dopo vent’anni dalla scomparsa dell’autore. Ah! ça ira M.I.

2 commenti

narrabondo 21 Novembre 2015 - 0:28

Bello questo post ricco di citazioni.

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Monica Nardella 23 Novembre 2015 - 9:54

Grazie, sono contenta che ti sia piaciuto!

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