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Cosa vedere a Chieti e dintorni

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Se vi state chiedendo cosa vedere a Chieti e nei suoi incantevoli dintorni, preparatevi a partire per un viaggio tra mare e montagna, borghi autentici e sapori antichi. Dalla Costa dei Trabocchi al Parco Nazionale della Maiella, passando per castelli, trabocchi sul mare e specialità enogastronomiche, l’Abruzzo ti sorprenderà con un volto sincero, ancora poco battuto dal turismo di massa.

Cosa vedere a Chieti: la terrazza d’Abruzzo

Tra le città più antiche d’Italia, Chieti vanta origini mitologiche: secondo la leggenda fu fondata da Achille e prende il nome da sua madre, la ninfa Teti. Ancora oggi, l’eroe greco campeggia nello stemma cittadino.

Il centro storico di Chieti, adagiato su una collina tra Adriatico e Appennino, offre scorci panoramici spettacolari, tanto da meritarsi l’appellativo di “terrazza d’Abruzzo”.

Passeggiata lungo Corso Marrucino
Il cuore pulsante della città è Corso Marrucino, elegante viale su cui si affacciano:

  • Palazzo della Prefettura
  • Palazzo de’ Mayo
  • Teatro Marrucino, uno dei più antichi teatri d’Abruzzo, in stile liberty.

Un tempo sede della Settimana Mozartiana, questo teatro ha ospitato artisti di fama internazionale. Una manifestazione che speriamo torni presto a illuminare le estati teatine.

Cattedrale di San Giustino
Simbolo della spiritualità cittadina, la Cattedrale di San Giustino custodisce preziose reliquie del Santo e una suggestiva cripta. Da non perdere il paliotto d’altare con “L’acclamazione di San Giustino a Vescovo”.

Chi ama la storia non può perdersi due tappe fondamentali:

Museo Archeologico Nazionale d’Abruzzo – Villa Frigerj
Un vero gioiello per gli amanti della storia antica. Il museo ospita reperti della civiltà italica e romana, tra cui la celebre statua del Guerriero di Capestrano, divenuta simbolo della regione. L’edificio stesso – una villa neoclassica immersa nel verde – merita la visita.

Tempietti romani e Museo La Civitella
A testimonianza del glorioso passato romano di Chieti (Teate Marrucinorum), si possono ammirare resti di templi e terme risalenti al I secolo a.C. Poco lontano, il Museo Archeologico La Civitella custodisce altri importanti reperti e un piccolo anfiteatro.

Cosa vedere nei dintorni di Chieti

Il vino cotto di Roccamontepiano

Nella provincia di Chieti val la pena fare tappa nel paesino di Roccamontepiano, famoso per la produzione del vino cotto.

L’incontro coi produttori, riuniti in una Associazione, ci ha confermato non solo il valore identitario rispetto al territorio di questo presidio slow food ma anche il suo carattere aggregativo e fortemente familiare.

Citato persino da Plauto, Columella e Plinio come elisir di lunga vita, il vino cotto viene prodotto -oggi come allora – senza sostanziali cambiamenti.

Quello di Roccamontepiano è prodotto con sole uve di Montepulciano d’Abruzzo. Ogni famiglia custodisce gelosamente la ricetta tramandata di generazione in generazione. La tradizione vuole che, alla nascita di un figlio, il mosto venga messo a maturare in una botte e che la degustazione avvenga solo nel giorno del suo matrimonio al termine del pranzo nuziale.

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La degustazione di vino cotto di Roccamontepiano

La visita all’interno della cantina  è stata solo la ciliegina sulla torta di un bellissimo viaggio nei sapori e nella tradizione abruzzese.

A Casoli un viaggio nella storia

Ci siamo quindi spostati a Casoli, un borgo abbarbicato su un colle nella valle dell’Aventino da cui lo sguardo spazia sulla Maiella e il magnifico bacino artificiale del lago Sant’Angelo.

Piazza della memoria in ricordo del Campo di Casoli

Piazza della memoria in ricordo del Campo di Casoli

Il grappolo di case tutto attorno al Castello Ducale, dominato da una torre di avvistamento del IX secolo, rappresenta il nucleo più antico del borgo. Il Castello, oggi Monumento Nazionale, ha tutte le caratteristiche del palazzo nobiliare. In qualche occasione ha ospitato anche D’Annunzio, come testimonia una stanza che porta il suo nome. Nella Stanza del Silenzio, invece, è allestita una mostra permanente dedicata ai protagonisti del Cenacolo Abruzzese.

Il Cenacolo Abruzzese era un circolo di intellettuali insediato nel convento di Francavilla a Mare per iniziativa di Francesco Paolo Michetti. L’amicizia con un giovane D’Annunzio e le frequentazioni di numerosi uomini e donne di cultura ne decretarono il successo. Il Vate vi scrisse Il Piacere, gran parte de Il Successo e de Il trionfo della Morte.

Molto emozionante la scoperta, in Piazza della Memoria, di una targa in memoria dei 218 internati (108 ebrei stranieri e 110 detenuti politici di origine slava) rinchiusi nel campo casolano durante la seconda Guerra Mondiale. Nove degli ebrei furono deportati ad Auschwitz e barbaramente sterminati. L’adiacente galleria di foto, con le storie di ciascuno, è davvero commovente.

Roccascalegna e il fantasma nel castello

Altra cosa da vedere, sempre in provincia di Chieti, è l’imponente Castello medievale di Roccascalegna.

Il profilo di questa fortezza si staglia su uno sperone roccioso a strapiombo sulla valle del Rio Secco (affluente dell’Aventino).

L’ardita architettura, che ampliò una torretta di guardia di origine longobarda, fu pensata per controllare l’area circostante e contenere eventuali attacchi nemici che potevano giungere sia dal mare che dalla montagna.

Non mancarono interventi di ampliamento nell’avvicendamento di signorie e baronie (Annecchino, Carafa e Corvi per citare solo le principali). Nel 1985, dopo anni di oblio, il Castello è diventato di proprietà del comune che lo ha sottoposto a un restauro completo.

Epigrafe al Poeta Ignoto al Castello di Roccascalegna

Epigrafe al Poeta Ignoto al Castello di Roccascalegna

Il nome di Roccascalegna ricorre spesso nelle leggende popolari per l’impronta insanguinata di Corvo de Corvis che nulla riesce a cancellare. Impronta lasciata dal barone ferito a morte da una sposa novella (o il di lei marito travestito da donna) determinata a non subire l’onta dello Ius Primae noctis che Corvo aveva voluto ripristinare nel suo feudo.

Nelle notti di tempesta pare che sia udibile distintamente un roco gracchiare di corvi che accompagnerebbe il vagare senza pace dell’anima perduta del malvagio barone.

Prezzo: 4€ prenotazione sul sito ufficiale. Orari: aperto tutti i giorni dal 1 aprile. Per informazioni, contattate il 335 8767589.

Dopo la visita al Castello di Roccascalegna, ci siamo diretti verso la “Costa dei Trabocchi”, un tratto del litorale abruzzese, che si sviluppa principalmente lungo la provincia di Chieti.

Durante il viaggio, abbiamo fatto una tappa golosa a Lanciano, all’Agriturismo Caniloro, per degustare la “cucina popolare frentana”. Il progetto a cui l’agriturismo ha aderito, infatti, ha come scopo quello di valorizzare e salvaguardare le antiche ricette della popolazione sannita insediatasi in quest’area e caratterizzata da un’economia agropastorale.

Il pranzo all'Agriturismo Caniloro

Il pranzo all’Agriturismo Caniloro

Abbiamo quindi scoperto la pizza “Scima” (focaccia senza lievito, molto bassa e croccante), la caciotta e il salsicciotto frentani. Non sono mancati però le tipiche pallotte “cac’ e ove”, il formaggio fritto e “lu ciabotte” (misto di verdure).

Squisiti coniglio e pollo cucinati sotto al coppo. Tradizione vuole che le carni, cotte lentamente e a temperatura costante sotto questo coperchio in ferro, posizionato come da tradizione in un camino vicino la brace, siano straordinariamente morbide e saporite.

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Il “coppo” utilizzato nella cucina frentana

La Costa dei Trabocchi

Avevamo già avuto modo di scoprire quanto possano essere poetici questi giganti protesi sul mare. Prima in Puglia lungo il litorale garganico (dove si chiamano trabucchi) e poi a Termoli (Molise). Ma l’emozione resta intatta ogni volta, soprattutto quando la visita di queste insolite macchine da pesca su palafitta racconta vite fatte di sale, tra mare e sudore.

Leggete Dove mangiare in Gargano sui trabucchi

Ma non solo noi subiamo il fascino dei trabocchi! Tra le vittime illustri, ricordiamo D’Annunzio che, nel definirli “ragni colossali”, li scelse come ambientazione per il suo capolavoro il Trionfo della morte. Nello specifico, parliamo del trabocco Turchino che il poeta ha avuto modo di ammirare durante il suo soggiorno in località Portelle.

Dall’estrema punta del promontorio destro, sopra un gruppo di scogli si protendeva un trabocco, una strana macchina da pesca, tutta composta di tavole e di travi, simili ad un ragno colossale. La grande macchina pescatoria composta di tronchi scortecciati di assi e di gomene che biancheggiava singolarmente simile allo scheletro colossale di un anfibio antidiluviano. Il trabocco, quella grande ossatura biancastra protesta su la scogliera…forma irta e insidiosa in agguato perpetuo, pareva sovente contrastare la benignità della solitudine. Ai meriggi torridi e ai tramonti prendeva talora aspetti formidabili. La lunga lotta contro la furia del flutto pareva scritta su la gran carcassa per mezzo di quei nodi, di quei chiodi, di quegli ordigni. La macchina pareva di vivere di una vita propria, aveva un’aria e un’effige di corpo animato. Gabriele D’Annunzio

Trabocco Punta Tufano

Trabocco Punta Tufano

Per viverne appieno la magia, consigliamo di scegliere un trabocco che regali ai viaggiatori anche una singolare esperienza culinaria. Uno di questi è Trabocco Punta Tufano in cui noi abbiamo potuto fare una deliziosa merenda. A pranzo e a cena, però, Punta Tufano è aperto con menù degustazione basato su piatti tipici della tradizione, prodotti a km0 e, naturalmente, pescato del giorno.

La sera, invece, abbiamo cenato da Essenza Cucina di mare. Un locale sfizioso di proprietà di Filippo De Sanctis, aperto a Marina di San Vito. Siamo stati accolti  con frittura di pesce e verdure, moscardino in Purgatorio, Gnocchetti, alici e peperone dolce di Altino, Tacconcino alla Filippo (un formato riadattato da Filippo, appunto, del classico taccone), Ricciola agli agrumi della Costa dei Trabocchi e infine, semifreddo agli agrumi. Una bontà dietro l’altra!

Il tour della Costa dei Trabocchi, che si snoda tra Fossacesia e Marina di San Vito, offre panorami incredibili sul mare, splendide spiagge e il plus della visita della Riserva naturale regionale di Punta Aderci, definito anche la Piccola Normandia.

La riserva è caratterizzata da dune costiere, piante erbacee e legnose e una ricca avifauna (il fratino è il simbolo della riserva). Oltre a visite naturalistiche, birdwatching e passeggiate lungo i sentieri, si possono noleggiare canoe e bike oppure crogiolarsi al sole in una delle spiagge (tutte libere).

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Abbazia di San Giovanni in Venere

Alla periferia di Fossacesia su un panoramico promontorio, si staglia l’Abbazia di San Giovanni in Venere, un complesso comprendente chiesa e monastero risalente all’anno mille. La chiesa, probabilmente eretta su un santuario dedicato a Venere di cui però non è rimasta traccia se non nel toponimo, è stata costruita in modo da incanalare i raggi del sole durante i solstizi.

Nel solstizio d’estate, il sole colpisce la Porta della Luna al tramonto illuminando cripta e presbiterio. In quello d’inverno, i raggi filtrano nei tre absidi attraverso la Porta del Sole.

Il tour abruzzese è continuato nella città più pescosa d’Italia: leggete Cosa vedere a Pescara e dintorni!

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