Civitacampomarano e la street art: un binomio vincente nel Molise che resiste!
Civitacampomarano è un piccolo borgo in provincia di Campobasso salito alla ribalta delle cronache come borgo dei murales. Durante l’ultimo on the road in Molise, ho voluto inserire questa tappa nell’itinerario perché mi aveva incuriosito la storia del Cvtà Street Fest.
Il Festival, ideato nel 2016 dall’artista Alice Pasquini, coinvolge ogni anno street artist (anche internazionali) perché lascino nel borgo la propria firma attraverso opere (a volte) effimere ma fortemente evocative.
Grazie a questa iniziativa, Civitacampomarano è letteralmente rinato ed è meta di turisti incuriositi dal percorso alla scoperta dei murales disseminati ovunque!
All’ingresso del borgo è possibile ritirare una guida cartacea con la geolocalizzazione delle opere. Se non volete perdervene nemmeno una, potete partecipare a tour guidati!
Non solo Alice Pasquini (che ha Civitacampomarano nel cuore per legami materni col borgo) ma:
- Jan Vormann,
- Alberonero,
- David De La Mano,
- Uno
- 2501
- Brus
solo per citare alcuni dei protagonisti delle 6 edizioni del Festival.
Street art come strumento di resistenza
C’è una parte del borgo, quella che digrada verso il basso, che necessiterebbe di un importante intervento di restauro. Una testimonianza concreta dello spopolamento e contestuale abbandono delle case a cui sono soggetti molti paesini italiani. L’arte urbana può diventare uno strumento di valorizzazione e resistenza di piccole realtà. Visitare questi luoghi, farli conoscere, fotografarli, sono tutti modi per premiarne la resilienza e, si spera, la sopravvivenza.
Cosa vedere a Civitacampomarano oltre i murales
Durante una passeggiata tra le casette in pietra addossate le une alle altre, potrete ammirare con un occhio alla mappa e uno alle macchie di colore alle pareti, tante chicche sorprendenti.
Il Castello Angioino
La prima tra tutte, il bellissimo Castello Angioino, in pieno centro storico. Di pianta quadrangolare, con due torrioni ben visibili, campeggia in tutta la sua imponenza su largo Vincenzo Cuoco. Il primo nucleo, di origine normanna, fu probabilmente realizzato nel XII secolo ma l’attuale conformazione di fortezza militare si deve a un rifacimento del XV secolo. Dopo il restauro, è possibile visitare gli alloggi e le carceri sotterranee, a riprova della commistione tra fortificazione e residenza. Aperto solo la domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 17. Prezzo: 3€ intero, 2€ ridotto.
Chiesa di San Giorgio Martire
Costruita, arditamente, su uno sperone di arenaria alto oltre cento metri, è oggi l’unica chiesa di culto del borgo (sebbene vi siano altre due chiese). Custodisce le statue di San Liberatore, Patrono di Civitacampomarano, di San Donato e una possente statua equestre di San Giorgio.
Casa del Mercante
E’ una casa sulla cui facciata si notano degli elementi scolpiti a bassorilievo e, accanto al portale d’ingresso, una porta finestra “alla veneziana” per esporre le merci.
Terra di boschi e calanchi
Civitacampomarano è letteralmente arroccato su uno sperone di arenaria all’interno del Parco Vallemonterosso. Circa 500 ettari di bosco caratterizzato da cerri, roverelle e aceri. In un paesaggio in cui si alternano colline, valli, fiumi e gole è possibile ammirare anche i calanchi, conformazioni affascinanti con solchi a lama di coltello, e un masso di arenaria noto come Calatella.
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Al centro di un tradimento
Chiudiamo questo piccolo reportage sul borgo molisano con un aneddoto che ha visto Civitacampomarano al centro di un tradimento. Durante la guerra tra Angioini e Aragonesi, il comandante Palo di Sangro, al soldo degli Angioni, lì tradì passando dalla parte degli Aragonesi con le sue truppe. Il gesto gli valse tra le altre cose, la proprietà del borgo, come testimoniato dallo stemma sul portale del Castello.
2 commenti
I murales sono qualcosa di spettacolare. Davvero molto belli. Li ho sempre amati e se sono nei borghi per me hanno un fascino ancora più unico
Confermo! Questi poi hanno ridato vita a un intero borgo!