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Ponte tibetano di Roccamandolfi

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Il Ponte tibetano di Roccamandolfi è una tappa da inserire nel vostro itinerario se siete alla ricerca di un’avventura nella natura e nella storia del Molise.

Ci troviamo in provincia di Isernia, nella Riserva naturale del torrente Callora, quasi al confine con la Campania. Il ponte si lancia sul canyon scavato dalle acque del torrente ed è solo la “ciliegina sulla torta” di una passeggiata nel Matese più wild ai piedi del monte Miletto (la cima più alta dell’intero massiccio).

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Il ponte tibetano di Roccamandolfi dall’alto

Diverse sono le escursioni da fare a Roccamandolfi. In prossimità del ponte partono due sentieri: il Sentiero dei fringuelli (3km, percorso per esperti, durata un’ora e mezza) e il Sentiero dei Pastori (5km, percorso difficile, durata un’ora e un quarto).

Il ponte tibetano di Roccamandolfi è lungo 234 metri ed è caratterizzato da una passerella in rete metallica sospesa a 140 metri nel vuoto. E’ una esperienza adrenalinica ma non spaventosa visto che la struttura è stabile al passaggio anche di più persone.

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Io sul ponte tibetano di Roccamandolfi

Il castello di Roccamandolfi

Pochi sanno che il nome Roccamandolfi è una distorsione dell’originario nome longobardo Rocca di Maginulfo. Nei pressi del ponte, in posizione panoramica sulle vallate dei fiumi Biferno e Volturno, è possibile visitare il medievale castello longobardo chiamato proprio Rocca di Maginulfo.

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Rocca di Maginulfo

La cinta muraria si è splendidamente conservata mentre l’interno è allo stato di rudere. La fortezza venne attaccata infatti nel 1223 per ordine di Federico II di Svevia, perché vi si era rifugiato, dopo la ribellione all’imperatore, il conte del Molise Tommaso da Celano.

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Rocca di Maginulfo

Cosa vedere a Roccamandolfi, borgo di briganti

A poca distanza c’è l’abitato di Roccamandolfi, noto per essere il borgo dei briganti. La figura più nota è quella di Sabatino Lombardi detto “il Maligno”. Accusato per capriccio dal suo padrone di un crimine mai commesso, uccise in preda alla rabbia un ubriaco che si faceva scherno delle sue sventure. Venne incarcerato ma riuscì ad evadere e per 7 anni mise a ferro e fuoco tutta la zona per vendicarsi della famiglia Cimino. Quando venne catturato, tradito da 3 ceffi appena entrati nella sua banda, venne fatto a pezzi e la sua testa esibita come monito per tutti gli altri briganti.

Tra le case in pietra, spiccano la barocca chiesa di San Giacomo Maggiore che custodisce le reliquie di San Liberato e proprio all’ingresso del paese, sotto un arco rinascimentale, la Croce Viaria. La croce fa pensare che il borgo sia stato in passato una tappa per i pellegrini che si recavano a Santiago di Compostela.  Sebbene sia una piccola realtà, Roccamandolfi offre ai viaggiatori l’opportunità di visitare un interessante museo del Brigantaggio, il museo del costume tipico e un museo con presepi provenienti da tutto il mondo.

Tra feste e sagre che animano il Borgo Bandiera Arancione, segnaliamo:

  • la Festa del Pastore, una sagra che ha luogo nel mese di luglio e che richiama turisti partecipi di attività “agresti” come la mungitura e la tosatura;
  • la Festa patronale di San Liberato che ha luogo il 25 luglio a cui si accompagna la Gnoccata (la sagra degli gnocchi).

Come arrivare al ponte tibetano di Roccamandolfi

Potete parcheggiare l’auto a un centinaio di metri dal ponte e percorrere un agevole sentiero che scende verso valle. Al medesimo bivio potrete salire verso la rocca. Per entrambi i siti l’ingresso è gratuito.

Consigliamo scarpe comode e una bottiglietta d’acqua soprattutto in estate. Ci sono due chioschi lungo il percorso ma non è detto che siano (sempre) aperti.

Siccome abbiamo girato tanto nella “regione che non esiste” condividiamo volentieri una mappa delle cose da vedere in Molise!

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