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Il primo giro del mondo in motocicletta

primo giro del mondo in motocicletta

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E’ una bella serata dei primi anni Trenta, quando il ventitreenne Bob, od a seconda dei casi Bobby, con una battuta cambiò di colpo tutta la sua vita.

La sola cosa che lo avesse interessato durante quella cena era la bellissima ragazza “dai capelli color caramella mou” seduta poco distante da lui. Come fare colpo? Come avere una possibilità? Ed ecco che Bobby, al secolo Robert Edison Fulton Jr. disse “Sto per fare il giro del mondo in motocicletta”!

Stupore generale, qualche risata. Ma qualcuno lo prende sul serio. Non tanto la ragazza quanto un tizio che, si scoprirà subito, è il rappresentante della storica casa britannica Douglas, la regina delle motociclette! Quando la sorte, il fato, o quello che volete voi ci mette lo zampino!

Il tizio si entusiasma per il folle progetto e provvede Robert di tre quintali e mezzo di motocicletta equipaggiata con ruote da automobile e vani dove riporre lo stretto necessario per il temerario viaggio. Ma il giovane non ha nessuno a cui chiedere un consiglio.

Come ogni motociclista alle prese con il bagaglio, forse sovrastima il necessario perché non sa quanto impiegherà per questa avventura. Nella valigia di cuoio porta dei cambi, lo spazzolino, la macchina fotografica (con cui scatta centinaia di foto: è lui, l’inventore dei selfie, ve lo diciamo!) una cinepresa. Ha anche una pistola nello stivale.

Non fate come Robert, leggete Viaggio in moto cosa mettere in valigia

Il nostro protagonista parte quindi da Londra nel luglio del ’32 e attraversa 22 paesi. Nei 17 mesi di viaggio incontra un’umanità lontana dall’immaginario condiviso dagli occidentali negli anni Trenta: genuina e generosa quanto pericolosa!

Sfugge ai banditi iracheni, ai pirati cinesi, a un agguato al confine tra Afghanistan e Pakistan, viene arrestato in Indonesia. Vede Kabul, il lago Toba, scopre il Waziristan, percorre la Toute Mandarine.

Ma torna a casa. Arriva a New York e il primo giro del mondo in motocicletta diventa un libro!

One Man Caravan” va veloce come la moto che guida il suo protagonista. E’ il diario di viaggio di un on the road unico nel suo genere. Vissuto, sporco, impolverato, sincero, commosso. La prima volta, di tante esperienze. Poetica della scoperta e dell’incontro.

But wherever there is man, there must be some sort of route“. Illuminante, non credete? Nel libro troverete fotografie, autoscatti, una cartina dell’emisfero  dove è  tracciato il percorso effettuato (Turchia, Siria, Iraq, Afghanistan, India, Sumatra, Malaysia, Siam, Indonesia, Cina e Giappone prima di approdare a New York) e una cartina dell’itinerario descritto all’inizio di ogni nuovo capitolo.. . Confessate: ora volete leggerlo!

La chicca: Robert, oltre a essere un avventuriero, è stato anche un inventore di successo. Detiene infatti ben 70 brevetti e molte invenzioni sono ancora in uso presso l’Esercito Americano!

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