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Volo in ritardo: conosci i tuoi diritti al risarcimento?

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Relax Caraibi Jamaica

Cinture allacciate, tavolini rialzati, tendine aperte ma l’aereo non parte. Un minuto, cinque minuti, dieci minuti e il comandante NON dà l’ordine “cabin crew prepare for takeoff”.

Uhm… Dopo mezz’ora ci rassegniamo: il VOLO E’ IN RITARDO e non di poco. Saremo fermi, “ostaggi” dell’aereo, più di un’ora e mezza! E’ successo a Madrid, ad agosto, nel nostro secondo volo (di tre) alla volta della Jamaica (se vi siete persi le prime due puntate del diario di viaggio, recuperate subito: Port Antonio, viaggio nella vera Jamaica e consigli utili per la Jamaica in agosto).

Scopriremo solo più tardi, tra brusii infastiditi e imprecazioni dei passeggeri, che c’è un guasto al computer di bordo e che non possiamo decollare finché non sarà perfettamente funzionante (e vorrei pure vedere!).

Trovo seccante apprendere di un ritardo del volo mentre si è in aeroporto, figuriamoci quando sono già seduta in aereo  perché non solo si vive un grande senso di impotenza chiusi e legati al sedile ma perché il ritardo (neanche voglio pensare alla cancellazione!) rischia di compromettere un’intera vacanza!

Ebbene sì perché solo per un puro caso all’andata non avevamo l’ultimo volo in coincidenza perché abbiamo preferito fare una tappa a Miami prima di giungere a Montego Bay!

Se il ritardo si fosse verificato al ritorno quando tutti i voli erano a distanza di un paio di ore l’uno dall’altro, sarebbe stata una catastrofe!

Molti passeggeri infatti danno per scontato che le compagnie “aspettino” i passeggeri in transito ma non è così: vengono “riprotetti”, imbarcati su voli successivi e, quelle più munifiche, cercano di ridurre i disagi con assistenza in loco ma quanti programmi, itinerari e visite già prenotate saltano irrimediabilmente?

Quando finalmente decolliamo (e non nascondo che un pensiero subdolo si è impossessato di me: non è che pur di non pagare penali la compagnia ha dato l’ordine di partire nonostante quella spia ancora accesa?) dicevo… al decollo si accende il televisorino e subito sbircio “stato del tuo volo”.

L’aereo si muove in maniera impercettibile sulla mappa e mi chiedo: se non fossimo stati quasi due ore fermi a Madrid… sorvoleremmo già l’Oceano?

Quando siamo tornati a casa, anche se il ritardo non ha di fatto comportato un vero disagio e sapevo che per voli molto lunghi il tempo di attesa deve essere maggiore (tipo 4 ore per voli di 3500 km o più) ho consultato per scrupolo il servizio gratuito di flightright.it.

Si inseriscono i dati del volo, la data, il ritardo, le motivazioni et voilà: il sito risponde in tempo reale se si ha diritto o meno a un risarcimento. In caso affermativo non si deve fare altro che avviare la pratica (a costo zero) e riconoscere una percentuale al servizio offerto dai legali solo in caso di vittoria.

Come immaginavo, nel mio caso non c’erano i margini per un risarcimento ma nella simulazione ho avuto una conferma e  ho scoperto una cosa che non sapevo.

La prima è che i passeggeri non devono rinunciare a far valere i propri diritti perché i margini di transazione ci sono sempre, checché ne dicano le compagnie aeree che si appellano arbitrariamente a circostanze straordinarie (a titolo d’esempio, già nei voli inferiori a 1500km e con due ore di ritardo si ha diritto a un risarcimento di 250€!).

La seconda è che la richiesta è retroattiva: per voli fino a tre anni indietro si può attivare la pratica. Fossi in voi, farei mente locale: chissà che non vi spetti qualche indennizzo (un grazie per l’informazione basterà)!

Per ulteriori approfondimenti, vi consigliamo di consultare anche la Carta dei Diritti del Passeggero scaricabile in formato pdf dal sito dell’Enac.

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