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Lo Scaffale di TDM: le dolci pioggette d’Inghilterra.

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Fog in England

“Quando aprile con le dolci pioggette ha penetrata l’arsura di marzo … quando zefiro pure col molle suo soffio ingemma i teneri germogli … allor brama la gente d’andar pellegrina … per contrade lontane.”

Queste sono le prime righe dei Canterbury Tales di Geoffrey Chaucer (nella traduzione di Chiarini e Foligno, pubblicato da BUR nei classici tascabili). Mi chiedo se ci sia inizio migliore. Incipit che mette subito a nudo la natura del testo, si parlerà di viaggi e viaggiatori (a Roma, in questi casi si dice: buona per noi!).

I pellegrini di Geoffrey dovevano compiere un viaggio assai disagiato per raggiungere la meta agognata, il santuario di Canterbury. Erano altri tempi e la necessità di ravvivare la compagnia con qualche storia doveva essere una pratica consueta. E’ grazie a tale passatempo, usato come pretesto ed espediente letterario, che l’autore ci racconta una miriade di storie, messe in bocca ad ognuno dei viaggiatori in marcia per compiere il pellegrinaggio.

Alcune storie sono reinvenzioni di racconti letti (magari in libri italiani!), altre vengono dalla tradizione orale, comunque per tutti, è l’ironia a scandire il passo.

Un libro come questo, un grande classico della letteratura inglese (ed europea) scritto più di seicento anni or sono, sembra poco adatto al viaggiatore (o pellegrino che sia) contemporaneo, tuttavia, come nel caso del coevo Decameron di Boccaccio, siamo innanzi ad una lettura che non ha tempo, va bene sempre insomma. E’ di questi mesi, proprio intorno al Decameron, la polemica: leggerlo in traduzione italiana contemporanea o leggerlo in originale? Al di là di ogni posizione (e noi comunque siamo per la seconda ipotesi), l’importante è leggerlo. Riguardo ai tales di Chaucer, il problema per la schiacciante maggioranza dei lettori non si pone: pressoché tutti (anche nel Regno Unito, figuriamoci alle nostre latitudini) lo leggono in lingua corrente.

Come abbiamo detto per altre opere di pregio, troppo spesso tenute a distanza (forse per un timore reverenziale del testo?): diamogli una chance! Chi aprirà i tales scoprirà un mondo ormai passato, ma sopratutto, seguendo le mille avventure dei vari personaggi, si divertirà! Si divertirà tanto; sfatando così un altro luogo comune, assai radicato. Quei tempi, il medioevo e dintorni, erano un’epoca affatto cupa e monocroma, anzi al contrario, erano tempi coloratissimi e vivaci, irrorati, come nel caso di Chaucer & Co. da una inesauribile vena di ironia e satira.

Rimaniamo nella terra d’Albione, per una lettura particolare. “Robyn hod in scherewod stod/ hodud and hathud hosut and schod/ ffour and thuynti arowus he bar in hit hondus”. Questi strani versi vengono dallo stesso tempo dei nostri scrittori di poco fa. Chi li abbia scritti non è dato sapere, il tema di cui trattano è, nonostante la distanza linguistica incolmabile, piuttosto chiaro: Robin Hood. I libri che trattano delle imprese del celebre incappucciato sono numerosi, il cinema ha poi consolidato alcuni stereotipi rendendo accettabile anche per noi moderni la storia ed il mito di Robin. Per conoscere più intimamente questo personaggio leggendario sarà perfetto il volume pubblicato da Einaudi nei tascabili: Le Ballate di Robin Hood. Niente paura! È edito in italiano e non in inglese antico. Vi sono raccolte le maggiori ballate dalle quali abbiamo attinto per costruire (appunto tra letteratura e cinema) ciò che sappiamo, o crediamo di sapere su Robin. Perciò: “Miei signori, prestate orecchio … Del valente Robin Hood/ Or le imprese ascolterete”.

Volendo approfondire, nonché avere qualcosa da leggere in prosa, è un saggio, di James C. Holt, che si sposa con il precedente volumetto: Robin Hood, storia del ladro gentiluomo. Pubblicato dalla Mondadori negli Oscar. L’autore, in modo assai informato, segue le strade della leggenda e quelle della storia, cerca fatti, non abbandona la traccia filologica per costruire il quadro più realistico possibile, di uno dei personaggi più famosi ed evanescenti della storia. Robin dunque sarà esistito, se sì, chi è stato? La ricerca per rispondere all’intrigante quesito è un viaggio interessantissimo, non privo di colpi di scena. Due libri ottimi per un viaggio nella contea di Nottingham, ma buoni per ogni dove. Alla prossima! M.I.

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