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Lo Scaffale di TDM: Americana/2

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Bourbon and cigarettes

Di libri sull’America ce ne sono tantissimi. Noi abbiamo fatto una selezione che potrebbe persino riuscire ad ispirare un viaggio indimenticabile!

America on the road

Sulla strada di Jack Kerouac. Se l’immaginario moderno della “voglia di libertà”, dell’amicizia, dell’esperienza del viaggio, della rottura con gli schemi, delle ubriacature folli, ha un libro sul quale fondarsi, beh, questo libro è proprio On the road, la maggiore opera di Jack. Talmente mitico, che è conosciuto pressoché da tutti. Così icona, che non serve neppure accennare alla trama.

L’America della fine degli anni ’40, autobus, automobili, città, panorami e storie, e Sal e Dean Moriarty e Carlo Marx e la bella Marylou e tanti altri personaggi che affollano questo romanzo, bibbia di più di una generazione. È un libro di viaggi ed è fatto per viaggiare. Scegliete un’edizione economica, quella classica degli Oscar Mondadori: potrete tenerle in tasca, arrotolarla o “strapazzarla” mentre si scorrono le pagine… al ritmo del Bop!

Sempre del nostro Jack, per continuare ad entrare nel mondo Beat con i libri sull’America, suggerirei un’altra famosa opera: I sotterranei ben pubblicato dalla Feltrinelli.

Se Sulla strada è vagabondaggio puro, di luogo in luogo, nei Sotterranei, questo vagabondaggio cambia forma; il movimento c’è ma è concentrato sulle strade di Frisco (San Francisco).

Il libro è sempre molto autobiografico (come il precedente), Jack qui è forse anche più esplicito di quanto non lo fosse stato prima, tanto che queste pagine sono, anche, famose per essere state portate in tribunale sotto l’accusa di oscenità. Ma soprattutto I sotterranei sono la storia di un travagliato amore dell’autore.

Uno degli amici di Kerouac era Carlo Marx, assicurarsi di mettere in tasca una sua celeberrima composizione farà da poetico contraltare alle storie della strada di Jack. Urlo di Allen Ginsberg, una poesia che ha lasciato il segno, ricordate… I saw the best minds of my generation destroyed by madness... (già dimenticavo… Allen G. alias Carlo Marx, nei romanzi di Jack). L’Urlo lo troverete pubblicato da molte case ed in altrettante edizioni, per le esigenze di chiunque.

L’America è definizione viaggio. Un viaggio l’ha scoperta; macinare migliaia di chilometri è necessario per esplorarla, anche giungere in una grande metropoli è fare un viaggio nel viaggio, le distanze sono così espanse che in America si viaggia sempre. Provate, dico tanto per fare un esempio, a visitare Londra, Parigi, Roma a piedi, si può fare, anzi, per quanto sia possibile, è consigliabile. Ora, spostatevi a Los Angeles senza un’automobile… auguri ed in bocca al lupo!

Uno dei cantori contemporanei di questa città giovane, ipercontemporanea ed ipercinetica, è senza dubbio James Ellroy. La sua opera è vasta ed è conosciuta dal grandissimo pubblico anche per le trasposizioni cinematografiche (ricordiamo L.A. Confidential di Curtis Hanson). Ma la nostra scelta non cade su un poliziesco, benché qualcosa del genere sempre ci sia. Ricorrendo l’anniversario dell’assassinio Kennedy (avvenuto il 22 novembre del ’63) proponiamo come libro da portare in viaggio, un viaggio nella storia recente attraverso il romanzo: Sei pezzi da mille. Avvincente ricostruzione storica dal respiro lungo, la vicenda spazia dal 1963 al ’68, ed è l’opera centrale della Trilogia Americana di Ellroy. È pubblicato, insieme agli altri libri dell’autore californiano, da Mondadori.

Per non farci sfuggire l’occasione, citiamo anche Libra di Don DeLillo. Altro romanzo storico che muove dall’assassinio Kennedy. Di DeLillo abbiamo avuto già modo di parlare, lui è uno dei grandi autori contemporanei e questo romanzo non delude le aspettative. Libra è edito da Einaudi.

America, sbronze e sigarette

Non serve bere un bourbon ed accendere una sigaretta per entrare in contatto con una certa America. Non serve, tuttavia, c’è una letteratura dalla quale è impossibile allontanare l’idea di alcolici e sbronze, tanto quanto il fumo di infinite bionde, o l’odore, non proprio carezzevole, di certe camere d’affitto, abbordabili per “squattrinati di natura”, per bohémien geniali o per falliti di ogni dove.

Il grande paese dei diseredati, il grande paese attraversato dallo sguardo di Arturo e di Henry. Il primo dei due, ci crede, vuole elevarsi, vuole conquistare il “maledetto sogno americano”. Tutta la sua vita è tesa verso quel sogno, verso il successo.

Intanto, con lui alla guida di una metaforica automobile vaghiamo per gli anni Trenta, seguiamo strade traverse, dal Colorado alla California ed ancora più in giù, e poi più in là.

Arturo, descrive la parabola della sua esistenza, con lui al fianco scopriamo molte donne e uomini, alcuni personaggi sono davvero simpatici, ci piacciono, altri non vorremmo mai incontrarli. Psicologie complesse emergono, dialoghi ed esplorazioni della e sulla vita “vera”. Arturo è un simpatico “mascalzone”, vorremmo, giunti alle ultime pagine, che il suo racconto non si arrestasse.

Un tempo forse anche Henry, come Arturo, ci aveva creduto al “sogno”. Henry si trascina da un bancone di un bar ad un letto, sfatto ancor prima di buttarcisi sopra. Segue la donna del momento, trova un lavoro per sbarcare il lunario, poi finisce per strada. In preda alla frenesia dell’alcol, al bisogno d’amore, alla necessità; ciondolante sul gradino di un marciapiede: Henry non diede più credito “al sogno”. Grazie Henry! Grazie perché a quel punto ti sei trasformato in un grande narratore e poeta, ci hai saputo descrivere quali siamo: nudi e crudi, ci hai raccontato il tuo paese, visto attraverso il viaggio drammatico della tua vita, come pochi grandi hanno fatto. Gli States degli anni sessanta visti da un occhio particolarissimo!

Henry amava i libri di Arturo, per lui Arturo era uno tra i più grandi scrittori americani: Henry non è un nome vero, è uno pseudonimo. La maschera cela il volto e la penna di Charles Bukowski; anche Arturo è un personaggio fittizio, anche lui nasconde il suo autore: John Fante.

Del primo suggeriamo per un libro sull’America una lettura leggera e profonda, divertente ed amara ad un tempo, uno dei libri più famosi di Charles, poeta e postino: Post Office, ottimo nell’edizione di Guanda.

Di Fante, non sarebbe male riscoprire tutto, è uno scrittore davvero sorprendente. Non averlo mai incontrato prima è a suo modo una fortuna, è bello avere, di tanto in tanto, una nuova grande scoperta da fare. Le storie di Arturo Bandini (così si chiama il personaggio letterario ed autobiografico inventato da John) si dipanano per quattro libri, dall’infanzia in avanti seguendo amori ed il correre della vita. La più famosa tra queste opere è Chiedi alla polvere, non sarebbe cronologicamente corretto iniziare da qui, tuttavia ogni libro di Fante è un mondo a se, dunque si può iniziare da dove si vuole. Chiedi alla polvere è il modo più folgorante per conoscere questo grande autore italo-americano, il libro è edito da Einaudi.

Dalla prosa cruda di Bukowsky e da quella più ricercata ma altrettanto realistica di Fante, passiamo ad un altro scrittore americano, ma anche molto europeo, con uno stile particolarmente esplicito e provocatorio: Henry Miller. Con lui esploriamo un altro luogo, Parigi, e torniamo negli anni Trenta. Tropico del cancro non si può raccontare, non si può cercarlo in riduzioni cinematografiche, lo si deve leggere e basta. Preparatevi psicologicamente per seguire un autore che scrive (in un altro tropico, quello del capricorno, ma la frase può essere presa come dichiarazione d’intenti per tutta l’opera di Miller): “Una volta mollata l’anima, tutto segue con assoluta certezza, anche nel pieno del caos”. “Un Americano a Parigi” molto diverso dal rassicurante personaggio interpretato da Gene Kelly nell’omonimo film. Alla prossima! M.I.

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