Visitare l’Isola di Montecristo era tra le mie 100 cose da fare prima di morire e devo dire che in questo 2025 sto spuntando diversi obiettivi (quello più adrenalinico: avvistare i big five durante un viaggio in Kenya ad agosto)!
L’Isola di Montecristo, situata nel cuore del Mar Tirreno e parte del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, è una delle mete più affascinanti e misteriose d’Italia. Un luogo protetto da rigorose regole di accesso che ha alimentato miti, leggende e pagine immortali della letteratura. Visitare Montecristo non è un’esperienza turistica qualunque: è un viaggio raro, a metà strada tra l’esplorazione naturalistica e l’immersione culturale.
Montecristo tra storia, letteratura e curiosità
Il nome di Montecristo evoca subito il capolavoro di Alexandre Dumas, Il Conte di Montecristo, che rese famosa l’isola in tutto il mondo. In realtà, lo scrittore francese non mise mai piede a Montecristo: durante il suo viaggio nel Tirreno, tra Elba e Giglio, si limitò a circumnavigarla. All’epoca, infatti, vigeva l’obbligo di quarantena per chi sbarcava su luoghi considerati “remoti”, nel timore di malattie sconosciute. Le descrizioni dell’isola che troviamo nel romanzo sono quindi frutto della pura immaginazione di Dumas, affascinato dal suo profilo scuro e scosceso.
Montecristo ispirò anche il compositore Giacomo Puccini, che nelle sue battute di caccia e di mare all’Argentario e all’Arcipelago Toscano spesso ammirava la sagoma dell’isola. In alcune lettere private ne descrive la selvatichezza e la solitudine, paragonandola a un palcoscenico naturale perfetto per evocare atmosfere drammatiche.
Natura selvaggia e biodiversità unica
Montecristo è una riserva naturale integrale: la sua superficie di 10,4 km² è coperta per lo più da macchia mediterranea fittissima, con lecci secolari, eriche arboree e corbezzoli. La fauna è altrettanto speciale: domina la capra di Montecristo, specie endemica che vive libera e indisturbata da secoli. Le scogliere ripide e i fondali trasparenti rendono l’isola un paradiso anche per uccelli marini, pesci e organismi rari.
Per questi motivi l’accesso è rigidamente controllato dal Reparto Carabinieri Biodiversità di Follonica.
Come visitare l’Isola di Montecristo
Quando l’Aquavision ha attraccato a Cala Maestra, ho provato la stessa emozione che avevo immaginato leggendo Dumas: il senso di entrare in un mondo proibito.
Visitare l’isola di Montecristo è possibile, ma solo rispettando regole molto precise:
- Permessi limitati: ogni anno solo 2.000 persone possono sbarcare. Le autorizzazioni si richiedono con largo anticipo sul sito ufficiale del Parco Nazionale Arcipelago Toscano.
- Accesso guidato: le visite sono esclusivamente in gruppo, accompagnate da guide ambientali autorizzate.
- Imbarco: le partenze avvengono principalmente da Piombino e Porto Santo Stefano con scali intermedi a Porto Azzurro e Giglio Porto.
Escursioni consentite: due i principali itinerari
Chi ottiene il privilegio di sbarcare a Cala Maestra, unico approdo consentito, può scegliere tra due percorsi escursionistici principali. Entrambi permettono di immergersi nella natura intatta dell’isola, ma offrono esperienze molto diverse per impegno e suggestioni.
Sentiero per il Monastero di San Mamiliano e la Grotta del Santo
Il primo e più celebre itinerario conduce ai resti del Monastero di San Mamiliano, che sorge a circa 340 metri di quota. Si parte da Cala Maestra e si affronta subito un tracciato in salita, che serpeggia tra lecci, eriche e rocce granitiche. Il sentiero è impegnativo: in poco più di un’ora di cammino si copre un dislivello di circa 350 metri, con tratti ripidi e sassosi che richiedono passo sicuro e scarpe da trekking adeguate.
Giunti al monastero, avvolto dal silenzio e dalla macchia mediterranea, lo sforzo è ampiamente ripagato. Dalle terrazze naturali si domina Cala Maestra e, nelle giornate terse, lo sguardo può spingersi fino alla Corsica. Da qui è possibile proseguire ancora per una mezz’ora lungo un sentiero più stretto e accidentato che scende verso la Grotta del Santo, luogo di ritiro spirituale dei monaci medievali, che custodisce un fascino mistico e quasi sospeso nel tempo.
Questo percorso è adatto a escursionisti esperti desiderosi di unire natura, storia e spiritualità in un’unica esperienza.
Sentiero del Belvedere e della Villa Reale
Chi preferisce un itinerario meno faticoso (la sottoscritta, ad esempio) ma altrettanto affascinante può imboccare il sentiero che porta al Belvedere. All’inizio del percorso è prevista una tappa al Museo Naturalistico, piccolo ma prezioso. La struttura raccoglie reperti, scheletri di animali, modellini e pannelli esplicativi sulla flora e fauna dell’isola.
Visitare il museo permette di comprendere meglio l’ecosistema fragile dell’isola e le ragioni per cui l’accesso è così rigorosamente controllato. È un’introduzione perfetta alla passeggiata lungo i sentieri, perché aiuta i visitatori a riconoscere le piante e gli animali che incontreranno lungo il cammino. Tra gli oggetti esposti ci sono anche vecchie mappe dell’isola, strumenti nautici e curiosità storiche, che raccontano le vicende dei monaci, dei cacciatori e dei custodi che l’hanno abitata nei secoli.
Il cammino prosegue snodandosi tra salite dolci, con un dislivello inferiore rispetto al percorso del Monastero (circa 200-250 metri), ed è percorribile in poco più di un’ora. Il tracciato alterna tratti di bosco e aperture panoramiche, offrendo scorci spettacolari sulla costa frastagliata e sul mare color cobalto. La salita resta comunque un’escursione di tipo escursionistico, con fondo roccioso e passaggi che richiedono attenzione, ma nel complesso risulta più accessibile anche a chi non ha particolare esperienza.
Il Belvedere è un punto perfetto per ammirare la natura selvaggia dell’isola senza spingersi fino alle quote più elevate, godendo al tempo stesso di un’immersione paesaggistica totale.
Uno dei momenti di massima emozione del trekking panoramico è quando si raggiunge il crinale che domina Cala Maestra: da lì, voltandosi, si scorge una seconda cala che appare speculare, Cala Santa Maria, rannicchiata in un anfiteatro di roccia rosa e macchia mediterranea. Il contrasto tra le due insenature – una più ampia, l’altra più nascosta – dà l’impressione di guardare due mondi paralleli, entrambi sospesi fra mare e cielo.
A incorniciare le calette, c’è la catena montuosa interna con le tre cime principali: Monte della Fortezza (645 m), Cima del Colle Fondo (≈ 621 m) e Cima dei Lecci.
Entrambi i sentieri, seppur diversi per difficoltà e durata, hanno un tratto comune: il silenzio. A Montecristo non ci sono strade, motori né strutture turistiche. Camminare lungo i suoi percorsi significa ascoltare solo il vento, il canto degli uccelli marini e il rumore delle proprie scarpe sulla roccia, in una dimensione rara e preziosa nel Mediterraneo contemporaneo.
La Villa Reale
Al termine dei percorsi è prevista una tappa a Villa Reale, costruzione ottocentesca che ricorda il passato dell’isola come residenza privata (prima dell’aristocratico scozzese George Watson-Taylor e poi del marchese Carlo Ginori). La villa si trova in posizione panoramica, circondata da macchia mediterranea e affacciata sul mare turchese. Camminare tra le mura e i terrazzi della Villa Reale dà la sensazione di fare un salto indietro nel tempo, immaginando le giornate passate a osservare il mare, la fauna e la vegetazione, proprio come facevano gli antichi proprietari.
Secondo la tradizione popolare, la figura di Watson-Taylor non ha mai abbandonato l’isola. Si racconta che il suo spirito vaghi ancora tra le stanze della villa, apparendo di notte a chi si avventura lungo i corridoi silenziosi. Questa leggenda aggiunge un’aura di mistero alla visita, facendo della Villa Reale non solo un luogo di interesse storico e naturalistico, ma anche un punto di connessione tra passato e presente.
Montecristo tra mito e turismo sostenibile
Visitare Montecristo significa abbracciare un concetto di turismo responsabile, dove l’obiettivo non è “consumare” un luogo, ma rispettarne i delicati equilibri. L’isola incarna perfettamente la filosofia del “less is more”: meno persone, più autenticità.
Non stupisce che Dumas l’abbia scelta come scenario del suo romanzo, pur senza conoscerla dall’interno: la sua aura di mistero, i paesaggi scoscesi e il silenzio assoluto evocano davvero un rifugio per segreti e tesori. Un fascino che Puccini stesso, uomo di passioni forti e ambienti teatrali, avrebbe saputo comprendere.
Consigli pratici per organizzare la visita
I porti di partenza per l’escursione sull’isola di Montecristo sono due: Porto Santo Stefano, con scalo al Giglio e Piombino, con scalo a Porto Azzurro. Scegliete quello più comodo logisticamente rispetto alla città di partenza o quello ancora disponibile al momento dell’acquisto. Tenete presente infatti che i permessi si esauriscono in poche ore dall’apertura delle prenotazioni annuali. La prenotazione va fatta sul sito ufficiale e, se possiamo darvi un consiglio, iscrivetevi alla newsletter per ricevere notizie in anteprima o segnalazioni su posti disponibili lastminute per rinuncia di altri partecipanti.
Prezzi: costo €140 a persona che comprende il passaggio marittimo e il servizio di guida parco. L’appuntamento a Piombino è alle ore 8 al Molo 8 (di fronte Capitaneria di Porto) con partenza alle ore 8:30. Il rientro da Montecristo è previsto per le ore 16.15 con arrivo a Piombino Porto alle ore 19:30. La quota di partecipazione non può essere rimborsata; qualora però le condizioni meteo o decisioni istituzionali impedissero lo svolgimento dell’escursione, viene proposta un’altra data o, in alternativa, il rimborso.
Equipaggiamento: servono scarpe da trekking, cappello, acqua e pranzo al sacco. Non ci sono punti di ristoro, né bagni (aperti al pubblico), né fonti potabili sull’isola.
Periodo migliore: primavera e inizio estate, quando la macchia mediterranea è in fiore e le temperature sono più miti. Io però sono andata a settembre ed è stata una scelta indovinata per il clima che mi ha consentito un trekking assolato ma senza afa.
Perché Montecristo resta unica
In un Mediterraneo sempre più affollato, l’isola rappresenta un’oasi rara, un luogo dove il tempo sembra essersi fermato. A Montecristo il silenzio non è assenza, ma presenza: quella del vento, del mare e dei miei stessi pensieri che, per una volta, avevano spazio per respirare.