Il Parco Nazionale delle incisioni rupestri di Naquane custodisce una capacità di storytelling vibrante, evocativa e ancora per molti versi enigmatica.
I Camuni hanno scritto su pietra, con evidente anelito di eternità, messaggi in bilico tra sacro e profano. Una forma d’arte primordiale che lega indissolubilmente l’uomo a questo territorio conosciuto anche come la Valle dei Segni.
Un’identità talmente forte da concretizzarsi con l’acquisizione della Rosa camuna, rinvenuta ricorrentemente nel ciclo istoriato, come logo della bandiera ufficiale della regione Lombardia.
Siamo in Valcamonica, in provincia di Brescia, e il Parco si estende nella zona di Capo di Ponte.
Naquane è il primo sito italiano dichiarato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO grazie alla ricchezza di incisioni rupestri che raccontano la storia e la cultura degli antichi abitanti della valle.
Il toponimo Contrada Aquane, rinvenuto in una mappa catastale dell’800, evoca figure mitologiche femminili (fluviali o marine tipo sirene) molto diffuse nella tradizione folkloristica delle Alpi centro-orientali.
Sebbene non vi siano fiumi o sorgenti nei pressi del Parco, è certo che le rocce su cui sono state praticate le incisioni siano state levigate dallo scioglimento dei ghiacciai. L’acqua avrebbe modellato le superfici conferendo forme bizzarre e creando conche in cui ristagnare. Proprio questi avvallamenti potrebbero essere stati il “punto di contatto” tra il mondo sotterraneo delle Aquane e gli umani.
Parco Nazionale delle incisioni rupestri di Naquane
Il Parco di Naquane è indubbiamente uno dei siti più importanti della regione per la presenza di ben 104 rocce incise in un periodo compreso tra il Neolitico e l’Età del Ferro.
I disegni mostrano dettagli via via più articolati: dalle raffigurazioni più schematiche e simboliche del Neolitico si arriva infatti a vere e proprie “scene narrative” nell’età del Ferro. I soggetti riguardano la vita quotidiana, divinità, animali, figure umane e simboli. Tutte insieme, le incisioni costituiscono un prezioso documento su roccia utile a comprendere l’evoluzione sociale e culturale di quei tempi.
La tecnica più diffusa è quella “a martellina” ottenuta picchiettando la roccia con uno strumento appuntito con cui creare disegni realizzati da forellini. Non mancano però anche incisioni “filiformi” o “a graffito” con solchi a definire i contorni.
Noi abbiamo visitato questo parco quando abbiamo girato il documentario RAI “Le montagne della cultura” (qui il mio articolo e qui il documentario su Raiplay).
Ci siamo “persi” tra i sentieri che collegano le varie stazioni e consentono ammirare le incisioni da vicino. Numerosi pannelli esplicativi illustrano il significato delle immagini più rilevanti, aiutando a contestualizzare meglio le varie raffigurazioni.

Parco delle iscrizioni rupestri di Naquane roccia 1 con “l’enigma delle palette”
Sulla roccia grande (la numero 1) si possono individuare circa un migliaio di figure che collazionano quasi tutte quelle presenti nel Parco. È quella davanti a cui i visitatori stazionano di più perché possono ammirare tanti disegni.
Simboli geometrici e i motivi rituali: ci sono numerosi simboli geometrici che potrebbero avere anche significati rituali. Questi motivi, come cerchi e linee, sono presenti in diversi rocce e potrebbero essere legati a pratiche religiose o a visioni cosmologiche degli antichi abitanti della valle. Sulla roccia 1 troviamo ad esempio “l’enigma delle palette”.
Sono delle pale rettangolari con manico dagli interni picchiettati (alcune circolari) che hanno suscitato lunghi dibattiti tra gli studiosi. Le palette si trovano, oltre che in Valcamonica, anche nelle incisioni rupestri di Svezia, penisola iberica e Francia. Probabilmente, erano adibite alla raccolta delle ceneri dei defunti.

Parco delle iscrizioni rupestri di Naquane roccia 35 con “il sacerdote in corsa”
Figure antropomorfe: tra le incisioni più suggestive ci sono quelle che rappresentano figure umane stilizzate. Queste immagini, che raffigurano spesso figure in posa rituale o di combattimento, sono particolarmente interessanti. Sulla roccia 35, ad esempio, spicca “il sacerdote in corsa”. Come dicevamo, le raffigurazioni dell’età del Ferro hanno il plus di un naturalismo descrittivo con personaggi in movimento.

Parco delle iscrizioni rupestri di Naquane roccia 50
Scene di caccia e di lotta: alcuni dei pannelli più famosi di Naquane mostrano scene di caccia, con immagini di cacciatori, di cui alcuni a cavallo, che inseguono animali come sulla roccia 50. Famosa l’immagine del grande guerriero con le mani alzate (nella cosiddetta posizione dell’orante) attorniato da figure simili ma più piccole.
Figure zoomorfe: le incisioni di animali, in particolare quelle di cervi, caprioli, bovini e cavalli, sono tra le più emblematiche. Gli animali rappresentano non solo una fonte di nutrimento, ma anche simboli di potere, sacralità e spiritualità nelle culture preistoriche.
Scene “cosmiche”: in alcuni pannelli, è possibile osservare quello che sembra un insieme di motivi cosmologici, tra cui il raffigurare il sole, la luna e le stelle. Queste incisioni potrebbero rappresentare la relazione spirituale tra l’uomo e il cielo, e potrebbero avere un significato legato al calendario o alla ritualità.
La bellezza delle incisioni di Naquane non risiede quindi solo nell’estetica delle immagini, ma anche nella loro capacità di raccontare storie antiche e di farci riflettere sulle credenze e sulla vita delle popolazioni preistoriche. Ogni “quadro” è un piccolo frammento della storia della Valcamonica e il loro fascino rimane intatto nonostante il passare dei millenni.
La rosa camuna
Perché la Rosa Camuna è il logo della bandiera ufficiale della regione Lombardia? Perché il simbolo è stato ritrovato ben 92 volte tra le 300.000 incisioni rupestri della Valcamonica e quindi è veramente identificativo del territorio. Il disegno, una stilizzazione argentea su fondo verde, è stato realizzato da 4 designer italiani. Ha ricevuto il Compasso d’Oro e dal 2021 è esposto all’ADI Design Museo di Milano.
Info utili per la visita delle incisioni rupestri di Naquane
Ci sono 5 percorsi della lunghezza complessiva di 3 chilometri. La durata della visita è di 1 ora abbondante ma se desiderate soffermarvi con più attenzione davanti alle varie rocce, mettete in conto 1 ora in più. Consigliamo di inserire nel vostro tour le seguenti rocce: 50, 57, 99, 11, 1, massi-stele, 32, 35, Antiquarium, 44, 47. Indossate scarpe comode perché, per quanto le passerelle di legno agevolino la passeggiata, ci sono dei punti di sterrato. NON uscite dai percorsi consentiti per evitare di calpestare le superfici rocciose.
La luce migliore è al mattino perché esalta i lineamenti e la profondità delle figure. Tenetene conto per pianificare la visita.
Sul posto non c’è un punto ristoro ma ci sono delle toilette. Il sito fa parte dei Musei Polisensoriali, un progetto che mira alla fruizione del patrimonio culturale anche da parte delle persone con disabilità sensoriale o cognitiva.
Orari: da martedì a sabato: 8.30-16.30 (ultimo ingresso 16.00). Domenica e festivi: 8.30-14.00 (ultimo ingresso 13.30). Chiusura: lunedì. Altri giorni di chiusura (salvo diverse indicazioni): 1° gennaio, 1 maggio, 25 dicembre. Prezzi: intero €5; ridotto €2 ragazzi 18-25 anni (esteso anche a cittadini dell’UE e di Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera); gratis under 18. Biglietto cumulativo della durata di 7 giorni e al costo di €10 che comprende anche l’accesso al MUPRE e al Museo Archeologico Nazionale della Valle Camonica romana a Cividate Camuno. |