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Cosa vedere a Tirana in un giorno

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Cosa vedere a Tirana in un giorno? Ecco una passeggiata che vi permetterà di visitare le attrazioni principali della capitale albanese.

Must see a Tirana in un giorno

Partite da Piazza Skanderbeg, cuore della città, circondata da edifici iconici come il Museo Nazionale di Storia, la Moschea Et’hem Bey, la Torre dell’Orologio e il Palazzo della Cultura, che ospita il Teatro dell’Opera e la Biblioteca Nazionale.

Al centro della piazza svetta la grande statua equestre di Giorgio Castriota Scanderbeg, l’eroe nazionale albanese che guidò la resistenza contro l’Impero Ottomano nel XV secolo. La statua è un simbolo di orgoglio nazionale e identità albanese.

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Piazza Skanderbeg con la statua equestre dell’eroe nazionale

Visitate sia la Torre dell’Orologio (in cima godrete di un bel panorama della città) che il Museo Nazionale di Storia (riconoscibile dal grande mosaico “Gli albanesi” sulla facciata).

Se all’ingresso del Museo vi sono delle panchine colorate che danno un tocco di allegria, all’interno padiglione dopo padiglione si snoderà il racconto della storia del paese, compresi gli anni difficilissimi del comunismo (periodo a cui è dedicato un’intera sezione).

La storia del comunismo in Albania è una delle più peculiari d’Europa. Il regime comunista albanese, guidato da Enver Hoxha, durò dal 1944 al 1991 e si caratterizzò per il suo isolamento estremo, il culto della personalità e la repressione politica. L’Albania seguì un percorso unico nel blocco comunista, rompendo con le principali potenze comuniste una dopo l’altra. L’alleanza con la Jugoslavia durò dal ’45 al ’48. Quella con Mosca dal ’48 al ’61 (anno in cui Hoxha ruppe i rapporti con Krusciov accusato di aver avviato un “pericoloso processo di destalinizzazione”). Il dittatore albanese adottò una politica di autarchia estrema, rifiutando qualsiasi contatto con il mondo esterno dopo aver rotto anche i contatti con la Cina nel 1978, accusata di dialogare troppo con gli USA. Dal ’78 all’85 (anno della morte di Hoxha) furono caratterizzati dall’isolamento e repressione. Solo il crollo del blocco sovietico e la crescente insoddisfazione popolare portarono alla fine del regime. Nel 1991 si tennero le prime elezioni multipartitiche, che sancirono la fine del comunismo in Albania.

Se la fame non morde ancora, puntate alla Moschea Et’hem Bey. Risalente al XVIII secolo, è famosa per i suoi bellissimi affreschi. Per ammirare bene le decorazioni, consigliamo di sedervi sui tappeti e guardare verso l’alto. Ricordiamo che quello al piano terreno è lo spazio riservato agli uomini, mentre le donne possono salire sul ballatoio.

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Moschea Et’hem Bey

Per pranzo, dirigetevi senza se e senza ma al mercato di Pazari i Ri. Questo bazar è pieno di bancarelle colorate che vendono frutta e verdura ma anche miele, vestiti (tra cui le famose pantofole fatte a mano) e chi più ne ha più ne metta.

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Pazari i Ri, il mercato di Tirana

Caratteristiche sono le pescherie tutte intorno dove acquistare il pesce fresco e mangiarlo ai tavolini cotto alla griglia. Alcune sono davvero spartane ma vi assicuriamo che mangerete benissimo e senza spendere cifre folli! 

A proposito di colore. Edi Rama, attuale primo ministro, è stato sindaco di Tirana dal 2000 al 2011. Appena nominato, decise di procedere con la demolizione sistematica dei palazzi abusivi e di iniziare a colorare gli edifici pubblici. L’intento era quello di dare un segnale di rottura col regime precedente. Edi sostituì il grigio dominante con colori sgargianti  suscitando dapprima curiosità e, subito dopo, un profondo senso di appartenenza alla città e rispetto per il bene comune.

Un giorno a Tirana… forse non basta!

Ben rifocillati, riprendete il vostro tour continuando il viaggio nella memoria storica del paese.

Puntate al Bunk’Art 2, l’ex base bunker che si concentra sulla polizia segreta albanese (Sigurimi) e sulla repressione politica durante il regime comunista. Negli oltre 1000 metri quadri di museo sotterraneo potrete vedere documenti, fotografie e testimonianze delle vittime della persecuzione politica. Ma anche stanze dedicate alle tecniche di sorveglianza, agli interrogatori e alle detenzioni forzate. Sicuramente l’atmosfera è inquietante perché le pareti trasudano violenza e repressione.

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Bunk’Art 2

Esiste anche il Bunk’Art 1, un altro bunker-museo ma si trova in una posizione più periferica (vicino la teleferica che porta al monte Dajiti) e quindi logisticamente meno accessibile, soprattutto avendo un solo giorno a disposizione. Se invece siete degli appassionati di storia, questo bunker governativo potrebbe raccontarvi molto della paranoia del regime per un attacco nucleare da parte dell'”occidente”.

Non vi sorprenda la presenza di bunker in città. Il paese infatti, durante quegli anni bui, è stato oggetto di una sistematica bunkerizzazione del territorio che si è tradotta nella costruzione di oltre 700.000 bunker! I più comuni sono quelli a cupola che avevano funzioni di controllo (vi stazionavano 2-3 soldati). Quelli medi servivano per allocarvi le mitragliatrici. Quelli grandi erano di emergenza e avrebbero dovuto ospitare il governo in situazioni di guerra nucleare o batteriologica.

Nel raggio di pochi metri, si trovano degli spot a cui dedicare giusto una foto:

  • lungo la caratteristica via Toptani si trova la fortezza di Giustiniano (ora centro commerciale)
  • Reja – the cloud
  • il pittoresco Ponte dei Conciatori
  • il Taiwan Center

Per rimanere in tema “comunismo”, attraversate il fiume Lana e ammirate la Piramide di Tirana. Quello che doveva essere un museo dedicato al dittatore per volere della figlia, oggi è il simbolo della trasformazione della città.

Lungo il viale Dëshmorët e Kombit, una delle strade principali di Tirana, si trova anche la Campana della Pace. La campana, inaugurata nel 1999, è stata creata utilizzando bossoli di proiettili raccolti nei campi di battaglia del conflitto in Kosovo. Un modo per trasformare un simbolo di guerra in un messaggio di pace per tutti i Balcani.

A due passi si trova anche il memoriale Postbllok, un’installazione  realizzata da due artisti e inaugurata nel 2013. Questo memoriale, ubicato dove c’era il checkpoint che sbarrava l’accesso al quartiere dove viveva la nomenklatura comunista, è composto da:

  • un bunker che proteggeva l’accesso al Bllok
  • alcuni pilastri che reggevano le gallerie della miniera di Spac
  • un pezzo del muro di Berlino

Alleggerite quindi l’animo con una passeggiata serale a Blloku, il quartiere trendy di Tirana pieno di ristoranti, caffè e negozi. Se non avete il volo, fermatevi a fare l’aperitivo allo Sky Club rotante. Per cena, per un’esperienza local, ci hanno consigliato il ristorante Oda o il Mullixhiu (ma non siamo riusciti a provarli). Se siete in vena di un’esperienza gourmet, invece, prenotate al Salt.

Vi suggeriamo di alloggiare all’Hotel Theatro- City Center perché è ottimamente posizionato (a circa 600 metri da Piazza Scanderbeg) e perché ha un’ottima colazione a buffet. Non guastano una comodissima reception aperta h24 e il servizio di navetta aeroportuale. Pur essendo un 4* ha prezzi abbordabili: noi abbiamo pagato 60€ per una camera doppia.

Per approfondimenti per un viaggio nel paese, consultate cosa vedere in Albania e Albania in bici.

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