Tra le tappe del Giro delle Sette Chiese, oggi ci incamminiamo alla scoperta di un itinerario che si snoda tra Santa Croce in Gerusalemme, San Giovanni in Laterano e Santa Maria Maggiore.
Tour del Giubileo 2025 a Roma da Santa Croce in Gerusalemme a Santa Maria Maggiore
Cari TdM e pellegrini di ogni dove, continuiamo il nostro giro lungo gli itinerari del Giubileo. Questa seconda tappa sarà piuttosto impegnativa. Tutto dipende da quanto tempo si ha; fare una sola passeggiata oppure dividere il percorso ulteriormente, è scelta soggettiva del viandante.

Porta Maggiore [photo credit Stefano Fiorani alias nonmipare tramite Di Livioandronico2013 – Opera propria, CC BY-SA 4.0 licenza CC BY-SA 3.0]
Il quartiere prende il nome da uno dei colli che circondano la “città quadrata”: l’Esquilino.
Noi entriamo in questa zona passando da Porta Maggiore, esempio maestoso di antica architettura urbana. Una porta che, aggiornandone il concetto ad architettura “funzionalistica” esprime il massimo nel suo genere, infatti sopra le arcate in travertino sono ben visibili i tracciati degli acquedotti che passavano di qui.
Il bello è che sono armoniosamente integrati nella struttura. Chi ci ha pensato? L’imperatore Cla-Cla-Claudio (sic! Era balbuziente, e quei simpaticoni degli antichi lo prendevano in giro così).
Un momento per scoprire questa meraviglia è davvero ben speso. Proprio qui c’è anche una famosissima tomba alla quale accordare almeno un’occhiata. Vedrete un muro con delle “finestre circolari”. Si tratta della tomba di Eurisace, un fornaio.
Tanto famoso e ricco da potersi permettere un vero e proprio monumento. Ah già, quelle… non sono “finestre” ma rappresentano le forme nelle quali veniva impastato il pane.

Santa Croce in Gerusalemme [photo credit Livioandronico2013 – Opera propria con Licenza CC BY-SA 4.0 tramite Wikipedia Commons]
Due passi ed eccola Santa Croce in Gerusalemme: bella, vi piacerà!
I pellegrini, nonché gli amanti della musica, adoreranno sapere che visitando la basilica all’ora dei Vespri, troveranno i monaci intenti nell’intonare canti gregoriani. Un particolare e suggestivo incontro che dispone chiunque ad una certa serenità.
La strada alberata fuori della basilica, ci proietta in uno dei luoghi simbolo della Roma cristiana e, soprattutto, della potenza papale. È qui, che si tiene il gran concerto dei lavoratori del primo maggio (il concertone). È da qui che i papi hanno regnato sui loro territori e sulle anime di milioni di fedeli. Ed è qui che si può ammirare l’obelisco egiziano più antico di Roma ed uno tra i più belli in assoluto: l’Obelisco Lateranense (XVIII dinastia).

Basilica di San Giovanni in Laterano [photo credit Livioandronico2013 – Opera propria. Con licenza CC BY-SA 4.0 tramite Di Livioandronico2013 – Opera propria, CC BY-SA 4.0]
San Giovanni in Laterano
Prima di entrare per ammirare la meraviglia di questo pezzetto di Stato Vaticano (infatti a San Giovanni – ed anche Santa Maria Maggiore – vige la extra-territorialità), credo sia proprio il caso di fermarsi alla Scala Santa.
Per secoli e secoli, i pellegrini provenienti da ogni luogo sono passati sui gradini di questo luogo di devozione. Nei tempi andati, si giungeva in cima pregando scalino dopo scalino, magari in ginocchio, ed alla fine “pagando il giusto obolo” si poteva beneficiare dell’indulgenza per se stessi e… per le anime del purgatorio. Oggi, sembra sia sufficiente pregare (in ginocchio).
San Giovanni non si racconta, ci si deve andare. Chi entra, scoprirà opere importanti ed un luogo davvero maestoso. Solo due piccoli suggerimenti. Date uno sguardo agli antichi portali bronzei all’ingresso: erano le porte della Curia Iulia (proprio quella che trovate al Foro Romano, dove si riuniva il Senato) e fate un giro nel magnifico chiostro.
Per il credente, il pellegrino, la visita a San Giovanni è senza dubbio uno dei momenti più importanti del cammino delle sette chieste, ma per tutti sarà una scoperta indimenticabile.
Andando verso l’ultimo punto segnato sulla nostra mappa, si può scegliere di passeggiare lungo Via Merulana oppure prendere la parallela via Emanuele Filiberto.
La prima è assai famosa ed è più bella. È in un palazzo di questa strada che Gadda ambientò “Quel pasticciaccio brutto de via Merulana“. A sinistra c’è Monti, il colle Oppio, la Domus Aurea ed il Colosseo: ma cerchiamo di non distrarci!
Che si prenda la Merulana o l’altra, la cosa importante è, o prima o dopo, passare a Piazza Vittorio: questa piazza rettangolare con dei bei giardinetti al centro è uno dei cuori pulsanti di Roma.
Oggidì, questa zona è famosa per essere a minoranza (si, ho detto minoranza) italiana. In perfetta armonia con il concetto stesso di stazione (che si trova vicinissima), luogo dove il mondo è in transito costante, piazza Vittorio è un simbolo del mondo contemporaneo.
Colori, suoni, aromi provenienti da tutto il mondo s’incrociano intorno e sotto i portici che incorniciano tutta la piazza. Tanto per fare un esempio, qualche anno fa è qui che è nata l’Orchestra di Piazza Vittorio, ovvero musicisti di paesi differenti che hanno in comune il suolo romano e, naturalmente, l’amore per la musica. Grande pubblicità di fratellanza e pace!
Ora, una pausa nel fresco dei giardini è meritata. Ma siamo nella città eterna e non c’è mai riposo per l’occhio. Dietro un’inferriata si vede una grande struttura in mattoni, è chiamata Trofei di Mario. In realtà si tratta di uno “snodo” idraulico: una fontana monumentale ed un punto di smistamento delle acque. Ma non è finita!
Il curioso TdM non potrà che gioire (o magari giubilare!) innanzi ad una nuova sorpresa. Tadan… La porta magica!
Un portale in travertino con delle incisioni in scrittura ermetica alchemica. Se sarete capaci di usare quello che leggerete avrete la ricetta per tramutare il piombo in oro. Che a pensarci bene, per un viaggio pellegrino non mi pare poco!
Santa Maria Maggiore

Santa Maria Maggiore
Ma lasciamo il profano e… torniamo al sacro. Dietro l’angolo c’è Santa Maria Maggiore, uno dei più antichi santuari mariani d’Occidente. La costruzione di questa chiesa è legata al miracolo della neve ad agosto: conoscete la storia della nevicata a Santa Maria Maggiore?
Nella teca della confessione sono custoditi pezzetti della mangiatoia in cui giaceva il neonato Gesù. Pare che quando papa Sisto III, decise di ricreare una “grotta della natività” nella Basilica tutti i pellegrini che andavano in visita in Terra Santa riportavano a Roma un frammento della Sacra Culla. Per questo la Basilica è chiamata anche Betlemme di Roma.
Nella cappella Paolina si trova la più importante icona mariana di Roma, la Maria Salus Populi Romani. Molti papi si sono raccolti in preghiera davanti all’icona per chiedere la Salute del popolo. Papa Bergoglio l’ha fatta portare in piazza San Pietro per invocare la fine della pandemia di Covid19 nel marzo del 2020.
Nello sfarzo di affreschi, marmi e relique, a malapena si nota la tomba della famiglia Bernini. Compare solo una umile scritta in latino “La nobile famiglia Bernini qui aspetta la Resurrezione”. A proposito di tombe, vi si trovano anche quelle di sette papi e pare che Papa Francesco abbia già deciso di esservi seppellito a sua volta (e non, come i suoi precedessori più recenti, a San Pietro).
Articolo scritto a 4 mani con M.I.