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L’Atlantide dell’Adriatico: mistero tra Cattolica e Gabicce

Pubblicato: Ultimo aggiornamento il
Cattolica

Nel nostro weekend fuori stagione tra Pesaro e Cattolica (ci siamo andati a Natale, ricordate?) tra una scorribanda e l’altra a cavallo tra Marche e Riviera Romagnola abbiamo scoperto l’esistenza di una Atlantide poco conosciuta e ancora misteriosa custodita nel Parco Naturale del Monte San Bartolo.

Parco Naturale del Monte San Bartolo

Consigliamo questa tappa in primavera e più precisamente a maggio quando la fioritura delle ginestre odorose vi regalerà una tavolozza di colori squillanti tra il giallo dei fiori, il verde del parco e il blu dell’Adriatico, ma non solo.

Se durante tutto l’anno è un interessante luogo per praticare il bird-watching di un’avifauna molto varia (soprattutto uccelli marini), con la primavera diventa il privilegiato punto di avvistamento di rapaci in fase migratoria e delle Vanesse, le belle farfalle migratrici che giungono proprio in primavera lungo queste coste!

Il Parco è stato istituito dalla regione Marche nel 1994 e rappresenta un affascinante (e insolito, a parte il Conero) tratto di “costa alta” lungo l’Adriatico caratterizzato da falesie svettanti sul mare con cime che sfiorano i 200 metri, come monte Castellaro (m.197),  i nuclei abitati di Casteldimezzo (m.195) e Fiorenzuola di Focara (m.186) o addirittura li superano, come Monte Bartolo (m.201).

L’importanza del parco, oltre che dal punto di vista naturalistico, è nella presenza di reperti che non hanno dato ancora risposte certe a vivide leggende che la tradizione popolare continua a tramandare di padre in figlio.

L’Atlantide sommersa nell’Adriatico

Tutto ebbe inizio con la trascrizione di una nota a margine della Divina Commedia da parte di un commentatore trecentesco che parlò di una “buona terra, ma è coperta dal mare” di cui si vedrebbero torri e mura a pelo d’acqua.

Ad essa si aggiunsero le testimonianze di viaggiatori che, tra il ‘400 e il ‘600, intravedendo strane forme affiorare dal mare, si premurarono di annotarle nei propri scritti.

Ancora oggi si susseguono reperimenti di rocce dalle forme bizzarre e avvistamenti durante immersioni a “conferma” dell’esistenza di un’Atlantide inghiottita nell’Adriatico.

Se Cattolica non dimentica la città “profondata” di Conca (disegnata, alla foce del fiume omonimo, fin dal ‘300 sulle mappe geografiche), ai piedi della vicina Gabicce Monte, in pieno Parco, dei sassi simili a statue rievocherebbero la città scomparsa di Valbruna.

Seppur chiamate in modo differente, entrambe mantengono viva la leggenda di una Atlantide lungo la costa e quella che sembra riscontrare una maggiore curiosità sarebbe quella della città improvvidamente costruita sulla falesia e precipitata in mare a seguito del crollo del costone.

Gli studiosi confutano con forza questa ipotesi con tanto di spiegazioni scientifiche che dimostrerebbero il fenomeno contrario in zona e cioè la tendenza al ripascimento della costa anziché all’erosione e, in merito alle “statue” sommerse, spiegano con l’azione marina su rocce più resistenti delle altre con conseguente creazione di formazioni verticali simili a colonne o statue.

Che una ipotetica città sia stata inghiottita da una mareggiata, precipitata dalla falesia o cancellata dall’esondazione di un fiume (ricordiamo che il territorio di Cattolica ne ha ben cinque), è un dato di fatto che scarseggiano le notizie relative alla storia di Cattolica, la cui nascita ufficiale ricorrerebbe nel 1271.

L’altra testimonianza utile sulla città deve essere retrodatata di 900 anni, addirittura al 359 d.C. quando una comunità cristiana si riunì proprio in zona per negare i dogmi dell’arianesimo accettati nel Concilio di Rimini (guardate a tal proposito la lapide affissa sulla Chiesa di S. Apollinare nel 1637).

Molti dei convinti sostenitori della leggenda dell’Atlantide Adriatica interpretano questo “vuoto” documentale come la perdita di testimonianze importanti per cause (ancora) del tutto misteriose.

Che Cattolica fosse uno snodo viario lungo la Flaminia (e più specificamente una “mansio” una stazione di sosta che confermerebbe una vocazione all’accoglienza risalente già all’età romano-repubblicana) è indubbio ma come mai, dopo il IV secolo d.C. tutto tace fino all’annessione al comune di Rimini?

Non vi è venuta a questo punto un’irresistibile voglia di andare a verificare coi vostri occhi, magari facendo un’immersione oppure partecipando a un tour in barca sulle tracce della città fantasma?

Se proprio volete esagerare, non mancate la tappa al Museo della Regina che custodisce nella sezione archeologica, molti dei reperti rinvenuti nell’area con informazioni utili sulla piccola necropoli, la mansio, la domus e gli scavi ancora in programma (ingresso GRATUITO).

La volta scorsa noi abbiamo alloggiato a Pesaro ma Cattolica può essere considerata una valida base d’appoggio sia per questo specifico tour che per escursioni nell’entroterra non solo emiliano-romagnolo ma, come avete visto, anche quello marchigiano.

Se volete visitare il Parco di Monte San Bartolo, vi sollecitiamo a pianificarlo presto perché nel prossimo mese- ad esempio – si concentreranno le fioriture e le migrazioni di cui vi abbiamo parlato all’inizio. Se siete alla ricerca di una comoda sistemazione, potete consultare l’utilissima pagina Cattolica.info, ricca non solo di soluzioni alloggiative per tutte le tasche ma anche di dettagliati itinerari ed eventi.

La chicca: un’altra leggenda, stavolta cristiana, spiegherebbe invece il nome della città di Cattolica. Mentre infuriava una tempesta in cui avevano trovato la morte diversi compagni, alcuni pescatori avrebbero invocato la Vergine. Questa, apparsa tra i flutti, avrebbe sedato le acque e salvato i malcapitati che, in segno di riconoscimento per il miracolo, avrebbero chiamato “Cattolica” la propria città (e l’immagine della Religione in forma di donna apparirebbe anche nello stemma cittadino).

Approfondimenti: per tutte le info relative ai trekking, alle visite guidate e ai prezzi, consultate il sito ufficiale del Parco Naturale di Monte San Bartolo.

1 commento

Lucia 28 Aprile 2015 - 12:42

Che bella questa leggenda, non la conoscevo!
Ora sono curiosa di andare a vedere… chissà che non riesca a scoprire qualcosa 😀

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