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Libri Politically incorrect. Perché no?

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Desert and camels
Nel deserto [photo credit Globovision]

Nel deserto [photo credit Globovision licenza Creative Common on Flickr]

Oh dio! Ma che dice? Politically incorrect? Si, a volte non fa male. Non sarà intellettualmente il massimo, ma dopo Parigi, Copenhagen, ultima terribile goccia di un lungo stillicidio, che continua tuttavia; mi chiedo: perché no?

Sapete che c’è, mettiamo in valigia un bel pacco di stereotipi, per una volta si può fare. Facciamo quadrato attorno all’idea che, come direbbero gli americani: il nostro stile di vita è migliore del vostro e non è negoziabile.

Dunque, ritorna ancora una volta, l’Oriana Fallaci con la sua Rabbia e l’orgoglio. Testo che abbiamo già incontrato e che ripeschiamo ogni volta che vogliamo urlare di rabbia e sentiamo vivo l’orgoglio di ciò che siamo, con tutti i nostri errori, certo, perché non abbiamo paura di essere crudamente sinceri.

Passare qualche ora piacevole con un buon libro però richiede altre letture. Tre libri di due grandi autori, di quelli che leggerli è più che altro un “vizio”. L’Afghano, chi è costui? Perché c’entra Al Qaida (indovina un po’?) e poi i servizi USA, l’Europa, un thriller di Frederick Forsyth, una delle sue storie che si leggono tutte d’un fiato e vanno avanti pagina dopo pagina sul filo del rasoio. Chi saranno i buoni? Quelli vestiti di “blu” o quelli con il turbante in testa? Accipicchia, politicamente scorretto! Forsyth è tutto pubblicato negli Oscar Mondadori.

Sempre dello stesso autore, che se non lo aveste riconosciuto, sarebbe quello del più che mitico: Il giorno dello sciacallo e, tanto per capirci, autore anche di: Dossier Odessa, Il quarto protocollo. Una storia che ha tutte le consuete caratteristiche, azione, suspense e, naturalmente…. buoni contro cattivi! Il libro, meglio non leggerlo in aereo, è La lista nera. Ci sono personaggi che non vedi l’ora finiscano male davvero, come un certo islamista, terrorista, chiamato il predicatore. Poi ci sono i buoni e, così si va tranquilli, è come con James Bond, sai già a chi andrà male tra lui e Dottor No, eppure (miracolo!), è divertente lo stesso. Ma… siamo sicuri che la storia sia poi così scontata?

Il terzo libro, è del sempre verdissimo, John Le Carrè. Un nome che ci piace parecchio, una garanzia docg.  Le Carrè ha uno stile molto diverso da quello del suo collega Fredrerick, è più riflessivo, ma non privo di dinamicità, egli riesce ad andare più in profondità nel caratterizzare i suoi personaggi, insomma, è un maestro.

Yssa il buono è il titolo del romanzo. Storia che porta il lettore a confrontarsi con la complessità della realtà che viviamo. Non è un libro P.incorrect. Dovevamo un poco bilanciare, no? Edito sempre da Mondadori la quale, senza volerlo, è la star dello Scaffale odierno.

Forse la lettura di certi libri invece di confermare stereotipi, timori o terrori, potrebbe sortire l’effetto opposto. Forse, divertendoci come al solito, cercavamo proprio questo, spronare la riflessione mentre ci intratteniamo con qualche buona pagina. Magari perché, alla fine, la nostra caratteristica è proprio quella di non essere come chi marcia dietro qualche bandierina (fede, patria, o quellochevoletevoi) senza farsi mezza domanda.

Come direbbe il Professor Henry Jones Senior “quegli idioti che marciano al passo dell’oca… dovrebbero leggerli i libri, invece di bruciarli!” Ora, la citazione è possibile che non c’entri molto, oppure si, comunque mi è saltata in mente e, tutto sommato non mi pare ci stia male per concludere.

M.I.

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