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Lo Scaffale di TDM: In viaggio, saltando da un divano all’altro!

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Sarà capitato anche a voi d’indugiare, assopirsi, poltrire, dormire tra i cuscini di un divano? Da quando l’umanità ha inventato questo mobile, non ne può fare a meno.

Gli antichi non lo conoscevano, loro avevano a disposizione i triclini, un incrocio tra letto e canapè, su di essi mangiavano e discorrevano. Il Convivio di Platone si svolge così, con i commensali adagiati su questi divani ante litteram. Più tardi, Seneca è lì, attorniato dagli amici più cari, che decide di “dare l’estremo saluto al mondo”.

In seguito, quanti divani famosi ci sono stati nella storia!

L’arte ne è piena, la cosa che balza all’occhio è che la maggior parte dei divani sono utilizzati in contesti rilassati, a volte domestici, spesso pruriginosi, per non dir lascivi, come quei cuscini sui quali si adagiava Madame O’Murphy (l’Odalisca bionda di Boucher); ben diversi da quelli che spesso sono a portata di… seduta, delle borghesissime dame ritratte da Boldini.

Poi ci sono gli orientalisti, i quali fanno di questo mobile un inno insostituibile al mito dell’oriente caldo e sensuale.

Per altri versi, sempre in oriente, il Divan era il supremo consiglio di governo dell’Impero Ottomano. Ad Istanbul, il Divan era ancora attivo, mentre ad occidente Madame De Steinheil “uccideva” su un divano dell’Eliseo, (come è risaputo) in pompa magna, il presidente Faure.

In letteratura, idem. Ci sono tanti divani da avere l’imbarazzo della scelta. Dorian Gray si apre con un uomo che fuma infinite sigarette oppiate sdraiato; indovinate un po’? Sul divano.

E quanti sono i personaggi duri, come Marlowe che si buttano sull’oggetto in questione per dormire “senza troppe cerimonie” tra una scazzottata, una bevuta e mille sigarette? Questi sono solo esempi, del resto, diventa sconfinata la gamma “divanosa” al cinema.

Insomma, siamo di fronte ad uno degli oggetti più raccontati, croce e delizia dei popoli, ora come strumento di terribile attesa dal dentista, ora come felice sosta quotidiana.

Dei molti usi del divano, quello per dormire è uno dei più comuni. I divani letto sono di tutti i tipi e per tutte le tasche, utili quando si alloggia in un piccolo appartamento, o se dobbiamo ospitare qualcuno per la notte.

Tanto è potente il divano da aver creato intorno a sé un’economia turistica. Ce lo spiegano bene E. Refraschini e D. Moroni nella “prima guida non ufficiale al couchsurfing”: In viaggio sul sofà, pubblicata da Morellini Editore.

Di cosa parliamo? Di couch (divano) e viaggi, naturalmente.

Esiste una comunità molto ampia di persone nel mondo (si stima intorno ai 7 milioni circa) che offre “il proprio divano”, gratuitamente, al viaggiatore che desidera ospitalità per qualche notte. Il divano che si offre e si prende (tuttavia non c’è nessun obbligo), è una delle manifestazioni della sharing economy, l’economia della condivisione e dello scambio, dunque non basata sul profitto.

Leggendo la guida, si scopre in dettaglio cosa sia e come funziona questo “strano” modo di viaggiare nato casualmente, dalla necessità di uno studente universitario (di informatica), Casey Fenton, di risparmiare il più possibile durante il suo viaggio in Islanda.

Il ragazzo, nel 1999, pensò bene di contattare i propri colleghi di Reykjavik e chiedere se qualcuno potesse ospitarlo. Su 1500 mail inviate, ottenne risposta da una cinquantina di giovani: fu un viaggio sorprendente, low budget e soprattutto “like a local”.

Al rientro a Boston, Casey coinvolse amici e volontari per creare un sistema di prenotazione on line per consentire ad altri ragazzi di viaggiare come aveva fatto lui: aveva inventato il couchsurfing!

Nella guida, passo dopo passo, si impara come curare il proprio profilo on-line (nel sito di riferimento della comunità) e come comportarsi con gli ospiti: nulla è lasciato al caso. Perché viaggiare “per divani” (oggi) non vuol dire andare allo sbaraglio!

La lettura diventa perfino spassosa nell’elenco delle varie tipologie di persone che è possibile incontrare: lo scroccone, l’amicone, il disorganizzato, il precisino e diversi altri. Così la rassegna passa dalle persone ai luoghi, alle case, per lasciare infine la parola ai surfer veri e propri, i quali in brevi schizzi raccontano le proprie esperienze di viaggio.

In sostanza questo lavoro di Refraschini e Moroni (due couchsurfer d’esperienza), è assai pratica, come ogni guida dovrebbe essere; di immediata lettura e puntellata di sfiziosi ed interessanti aneddoti, un buon modo per essere introdotti ad un modo di viaggiare in costante espansione e… diverso dal solito. Buon divano a tutti! Alla prossima M.I.

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