Oggi vi vogliamo parlare del nucleo più antico di Acquedolci (ME) che consta di un agglomerato di costruzioni attorno all’antica fortezza, il Castello Cupane. Agglomerato che meriterebbe un rapido intervento di recupero per non perdere una preziosa testimonianza della storia di questo delizioso tratto di costa siciliana.

Acquedolci, prospetto est del Palazzo – foto | Ciro Artale
Il Castello di Cupane
Questa Torre e tutto il complesso che la circonda, hanno fortemente risentito dell’incuria di anni e anni di oblio fino alla terribile decisione – a metà circa del ‘900 – di farla letteralmente saltare in aria, per evitare rischi di crollo sulla sottostante linea ferroviaria.
L’area dove sorgono i ruderi è ancora oggi altamente suggestiva poiché, nonostante lo stato di abbandono, si sono conservate delle strutture che riecheggiano l’antico sfarzo dei signori che si sono succeduti nella proprietà e, di fatto, la storia di Acquedolci.
Documenti antichissimi testimoniano ad esempio l’importanza che ebbe questo borgo per la produzione dello zucchero: alla Torre e al Baglio, di natura difensiva, seguirono la costruzione di un trappeto, di un fondaco, di un mulino, di una chiesa.
E fintanto che la produzione soddisfaceva i feudatari che si avvicendavano, Acquedolci mantenne un ruolo centrale lungo la costa.
Purtroppo, nel ‘700 la produzione venne interrotta e parte del borgo trasformato in casa baronale. Il declino dell’intero complesso seguì le vicende alterne dei proprietari (ricordiamo che l’ultimo in ordine di tempo, ha conferito il nome al Castello) fino alla incredibile decisione di demolire la bellissima fortezza.
Vi abbiamo mostrato le foto di com’è adesso. Vogliamo proporvi anche quelle di qualche anno fa…

Acquedolci, Castello Cupane anni ’30 – foto | cav. Rubino

Acquedolci, veduta torre e castello anni ’60 (collezione Galati) foto gentilmente concesse dall’Associazione Culturale Mediterraneo

Acquedolci, Sugherificio, deposito e veduta del castello anni ’50 (Collezione Catania)

Acquedolci, implosione torre 1966 (collezione Contrusceri)
Con questo brevissimo articolo vogliamo inaugurare una rubrica dove parlare di quei Luoghi del Cuore (e con questa frase rievoco esplicitamente l’encomiabile lavoro del FAI) che necessitano di un urgente intervento: quello che cade a pezzi non è solo un palazzo, un castello, un mulino, ma è la nostra memoria. Su quelle pietre che si sbriciolano sotto i nostri occhi inesorabilmente c’è scritta la nostra storia. E senza storia, senza memoria, senza ricordi siamo tutti piccoli orfani.
La Chicca: se volete aiutare il Castello Cupane, segnalatelo sulla pagina dei Luoghi del Cuore del FAI oppure incollate il bannerino sul vostro blog!
Nota: ringraziamo per questo articolo il preziosissimo contributo della ProLoco e dell‘architetto Pierpaolo Faranda (“Città-giardino: il piano di Acquedolci. Storia e urbanistica di una città siciliana fondata in era fascista (1922-1932)” Qanat, Palermo 2010).
Senza il materiale, le foto e lo scambio di opinioni sullo stato del Castello e sui mancati, tempestivi interventi di restauro non avreste potuto leggere neppure due righe su Acquedolci!
Per ulteriori informazioni, itinerari guidati e visite personalizzate, potete contattare la ProLoco: info@prolocoacquedolci.it.
3 commenti
Ancora grazie e complimenti per le vostre attività e proposte!
@ambra: grazie, spero di dare un minimo di visibilità a realtà che lo meritano!
Lodevole la tua iniziativa a proposito dei Luoghi del Cuore.