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Masada, l’inespugnabile fortezza del Mar Morto

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La Masada era un’antica fortezza, voluta da Erode il Grande (I sec. a. C.), dove rifugiarsi nell’eventualità di una rivolta. Eretta nel deserto di Giudea tra il 37 a.C. e il 31 a.C. su una rupe a strapiombo (ma sempre al di sotto del livello del mare poiché sorge nella zona di depressione del Mar Morto) costituisce uno dei più importanti reperti archeologici di Israele poiché è stata a lungo abbandonata e, dopo una prima identificazione nel 1842 è stata fatta oggetto di indagine solo nel 1963.

Nel 66 d.C., nel corso della prima guerra giudaico-romana, i ribelli ebrei, fuggendo da Gerusalemme, trovarono rifugio a Masada dove si insediarono con le loro famiglie. I romani ne iniziarono l’assedio (durato, si dice, un paio d’anni) e nel 73 d.C. si concluse in modo tragico. La fortezza sembrava inaccessibile (l’unico ingresso era tramite il cosiddetto sentiero del serpente ancora oggi percorso dai viaggiatori che prediligono avventurarsi di notte per giungere in cima, alle prime luci dell’alba, per godere l’alba dalla Masada) e i romani dovettero creare una rampa d’assedio, ancora oggi visibile, con la quale accedere al sito.

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Masada – tramonto foto di epublicist

Quando finalmente vi riuscirono, trovarono tutti gli zeloti morti suicidi, tranne qualcuno che potesse tramandare la loro storia e la coraggiosa scelta di non cadere nelle mani del nemico. Oggi Masada è il simbolo della resistenza ebraica ed è un luogo di grande riflessione, soprattutto per quel coraggioso suicidio di massa. Le possibilità di accesso al sito sono due: alcuni accedono alla fortezza tramite un estenuante sentiero in salita, gli altri preferiscono la più comoda funicolare.

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Masada – di stevenconger@sbcglobal.net

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Masada – foto di zbrazz_wang

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vista dell’altopiano foto di epublicist

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