Un tour in Carnia, lungo gli Itinerari della Grande Guerra, tra trincee, mulattiere, gallerie e postazioni di vedetta, vi regalerà emozioni che pochi altri itinerari possono assicurare.
La Carnia e i suoi luoghi della Prima Guerra Mondiale
Una simile esperienza non vi fa vivere solo un territorio, ma vi fa entrare nella Storia, riscoprendo un triennio che normalmente si legge sui libri di scuola (col risultato di non sentirlo come parte del proprio passato, ma un mero concatenarsi di eventi in un preciso ordine cronologico). Quando siete sul posto, date e nomi non hanno più senso.
La guerra acquisisce il volto e la storia personale di coloro che l’hanno combattuta e, per un emozionante e inevitabile transfer, la Prima Guerra Mondiale diventiamo noi.
Salire in quota, respirare aria più rarefatta, accovacciarsi un una trincea umida e claustrofobica, contare a quanti passi di distanza si trova il nemico ti fanno immedesimare in tutti quei ragazzi inviati al fronte (e spesso mai più tornati) per difendere il paese in una guerra assurda.
La Carnia
Siamo in Friuli Venezia Giulia, in una zona meno nota rispetto al Carso (e già per questo ci piace tantissimo). Il trekking tra i sentieri della Grande Guerra, capeggiato da Alberto, un’esperta guida alpina (il sentiero è di tipo E – escursionistico), parte dal piazzale del Passo di Monte Croce Carnico, il confine tra Italia e Austria.
La prossimità del confine austriaco la dice lunga sul ruolo che il Friuli Venezia Giulia e le zone più settentrionali hanno svolto nella Guerra: l’allora nemico era un passo e i nostri ragazzi – entrambi gli schieramenti a dirla tutta – hanno combattuto battaglie durissime con coraggio e valore!
L’obiettivo è la cima del Pal Piccolo e il sentiero – fin da subito scosceso – ha preso una direzione inequivocabile: il Kleiner Pal-MG Nase!
In due ore di cammino, lungo ripidi sentieri che si inerpicano sul fianco della montagna, arriverete a oltre quota 1800 (con partenza a 1300 metri)!
Noi abbiamo impiegato più tempo degli altri compagni di trekking per trovare la giusta andatura ma quando il passo si fa costante e il respiro più controllato, abbiamo tirato su la testa e abbiamo “ricordato” dove fossimo.
La natura, in estate, è rigogliosa e lo sguardo spazia lontano ma non è difficile raffigurarsi i nostri ragazzi infreddoliti, impauriti e soli. La presenza di Alberto, Nicola e Alice (rispettivamente la guida alpina, uno storico e la curatrice del sito Itinerari della Grande Guerra) contribuisce a trasformare nuovamente il Naso delle Mitragliatrice, le grotte, le trincee e i camminamenti in teatri di guerra.
Il Pal Piccolo si mostrerà subito per quello che è: uno straordinario Museo all’aperto. In un territorio aspro (eppur incantevole), si possono scorgere ovunque tracce degli uomini che vi hanno vissuto e combattuto. Noi siamo stati impressionati dal “Naso” e dalle fortificazioni austriache vicinissime al Trincerone italiano.
In cima, ci siamo fermati per il pranzo al sacco e nel confrontare le reciproche emozioni, siamo stati entusiasti per aver dato forma a parole scritte sui libri di storia.
Se volete uno spaccato diverso, leggete la nostra proposta di libri sulla Grande Guerra.
Non crediate che le fatiche siano finite per il solo fatto di essere in cima: la discesa lungo le mulattiere è altrettanto impegnativa e se vi serve un obiettivo da sprone, pensate che, una volta di nuovo al Passo, vi potrete concedere una bibita fresca o una birretta!
Le portatrici carniche
Durante l’escursione, abbiamo appreso dell’esistenza delle portatrici carniche: giovani donne che volontariamente si inerpicavano con ceste pesanti fino a 50 kg lungo gli stessi sentieri che avevamo appena percorso noi per rifocillare di cibo, munizioni, medicinali i “propri” uomini al fronte!
Queste eroine di guerra, letteralmente dimenticate dalla Storia, sono state riabilitate e riportate alla memoria pubblica grazie a iniziative volte a dare loro il giusto tributo.
A Timau, esiste un monumento intitolato a Maria Plozner Mentil (la portatrice uccisa da un cecchino nel 1916 a cui il Presidente Scalfaro ha conferito la medaglia d’oro al valor militare nel 1997) proprio accanto al Museo Storico “La zona Carnia nella Grande Guerra”.
Vi consigliamo di fare una tappa in questo edificio perché, oltre a conoscere meglio la loro storia (è stata dedicata un’intera saletta alle portatrici con oggetti personali che contribuiscono a dare un volto a queste valorose donne) potrete commuovervi – come è successo a noi – entrando in punta di piedi nella vita privata dei soldati.
Potrete leggere le loro lettere, guardare costernati una ciotola con decine di bottoni delle loro divise, vedere fotografie, giornali dell’epoca, paia di occhiali, forbicine e tanti altri effetti personali arrugginiti dal tempo o dall’usura. Ovviamente, nel resto delle salette troverete i reperti “classici” della guerra, ma noi siamo stati più interessati alle persone che ai proiettili e alle bombe. Su una delle pareti, campeggia una foto ingiallita che ritrae un sottufficiale polacco, sua moglie e un neonato: il futuro Papa Wojtyla!
Il Forte di Osoppo e il Tagliamento
In un weekend tra i sentieri (e i luoghi) della Grande Guerra, non può mancare una visita al Forte di Osoppo, una fortificazione ubicata su di un’altura che domina un suggestivo tratto del Tagliamento.
Qui abbiamo potuto visitare gallerie, fossati, batterie di cannoni e i resti di insediamenti che raccontano chiaramente il valore di coloro che difesero strenuamente il forte durante episodi storicamente rilevanti (come l’assedio degli Asburgo nel 1514 e le furiose battaglie a difesa della fortificazione dagli attacchi della Prima e Seconda Guerra Mondiale).
Il devastante terremoto del ’76 ha fortemente danneggiato le strutture preesistenti e si sono resi necessari importanti interventi di ripristino: per dare un’occhiata al sito pre-terremoto, potete osservare le bellissime foto in bianco e nero che arredano l’Echobar del Forte.
Il tour è continuato lungo il Ponte di Pinzano sul fiume Tagliamento, un obiettivo nevralgico per entrambi gli schieramenti tanto che gli italiani, in ritirata, nel novembre del 1917, decisero di farlo saltare in aria per rallentare l’avanzata dell’esercito austro-ungarico.
La chicca: a metà ponte, si colloca il confine tra la provincia di Udine e quella di Pordenone. Nel programma, era prevista anche la visita del vicino Castello di Ragogna ma purtroppo siamo arrivati proprio nel momento della chiusura: peccato!
Come da programma, siamo andati a San Daniele del Friuli, la patria dell’omonimo prosciutto crudo DOP!
Prima di degustare le specialità locali, abbiamo fatto una passeggiata nel paese e abbiamo scoperto delle chicche davvero inaspettate!
Visitate la Biblioteca Guarneriana (che custodisce una preziosissima edizione dell’Inferno dantesco), la Casa del ‘300 che ha resistito ai bombardamenti e al terremoto e le bellissime ville che dominano le zone più panoramiche del paese.
Imperdibili i bellissimi affreschi di Pellegrino da San Daniele nella chiesa sconsacrata di Sant’Antonio Abate che le sono valsi il titolo di Piccola Cappella Sistina del Friuli!
Dove dormire
Nel nostro weekend alla scoperta dei sentieri della Grande Guerra in Carnia abbiamo dormito a Udine e in un casale nella campagna di Venzone.
A Udine siamo arrivati nel cuore della notte eppure, nonostante la stanchezza, non ci è sfuggito quanto fosse delizioso il nostro hotel. Situato in pieno centro (vicino quanto basta alla stazione per risultare ben collegato ma assolutamente silenzioso) il Vecchio Tram mostra una cura per i dettagli che spesso si trovano solo nel 4 stelle.
L’hotel, pur essendo un tre stelle, rappresenta una soluzione alloggiativa con un ottimo rapporto qualità/prezzo. Al design, al comfort e alla straordinaria accoglienza (vi ricordiamo il nostro check in alle 4 del mattino!) si è aggiunta una ricca colazione caratterizzata da prodotti di altissima qualità, con un occhio di riguardo agli ospiti con particolari esigenze alimentari (un angolino era dedicato ai celiaci)!
Da Timau, ci siamo fermati a Venzone, dove abbiamo alloggiato nell’Agriturismo Casali Scjs. Se siete alla ricerca di un posticino immerso nel verde, dove ascoltare frinire le cicale mentre siete sdraiati sul letto con la finestra spalancata sul nulla, avete trovato il posto fa per voi! Si tratta di un bel casale con ampie camere (spartane ma funzionali), immerso in un bel parco dove la sera si può cenare all’aperto, con un orto biologico, una stalla e uno spazio espositivo (molto rustico) dove ammirare foto d’epoca.
La colazione non ci ha soddisfatti molto: in un agriturismo ci saremmo aspettati francamente una maggiore genuinità dei prodotti e invece era tutto confezionato (dal burro alle marmellate). Se però questo particolare non è motivo di disappunto e vi accontentate di un pasto frugale, potrete fare colazione a base di pane e fette biscottate, latte, caffè e succo d’arancia. Consigliamo, data la vicinanza – anche a piedi – a Venzone, di programmare una passeggiata in questo caratteristico paese, quasi interamente raso al suolo dal terribile terremoto del 1976. Imperdibile il duomo e le Mummie, conservate in un edificio contiguo.
Dove mangiare
A cena, dopo la giornata impegnativa, siamo andati Al Borgat, un’osteria nel cuore di Tolmezzo (Piazza Mazzini 7a). La location è veramente caratteristica: in ogni saletta ci sono dei particolari che suscitano stupore e curiosità nell’avventore!
I più particolari, secondo noi: un “pergolato” sospeso su un enorme tavolo, carico di uva fatta di sughero e soffitti e pareti da cui pendono decine e decine di bottiglie!
Quanto al cibo, abbiamo mangiato discretamente: uno sformatino alle erbe, un secondo a base di carne di maiale tagliata tipo spezzatino con una salsa molto saporita e una torta di mele preparata secondo la “ricetta della nonna”. Ritorneremo volentieri, anche per assaggiare alcuni piatti tipici che dovrebbero essere il cavallo di battaglia di questa trattoria e che noi non abbiamo avuto la possibilità di assaggiare!
L’indomani a pranzo, siamo andati Al Cantinon (Via Cesare Battisti 2), un ristorante assolutamente consigliato! Abbiamo mangiato un clamoroso piatto di vermicelli saltati nel Tocai con cipolle, prosciutto e formaggio (chiamato giustamente “Scrigno al San Daniele”), un secondo a base di carne con delle buonissime patate al forno per contorno, una selezione di biscottini serviti con un calice di Verduzzo e la Gubana (un dolce tipico friulano) con grappa.
P.S. Chiacchierando con la gente del posto, abbiamo appreso che la trota, che si pesca nel Tagliamento, è una delle tipicità locali! Lo avreste mai detto?
Info utili
Ringraziamo Turismo FVG per questa grandissima opportunità: vi consigliamo caldamente di ripercorrere i nostri stessi passi, facendovi suggerire itinerari e guide capaci di rendere la passeggiata un’esperienza indimenticabile, siamo certi che oltre alla piacevolezza di una vacanza nella regione, scoprirete qualcosa in più sul passato dell’Italia intera!!
Itinerario: dal Passo di Monte Croce Carnico, al sentiero CAI 401. Difficoltà: E (escursionistico). Durata: 5 ore circa. Attrezzatura: da trekking. Quando andare: tarda primavera – autunno.
Museo Storico: Strada Statale 52bis, 71 Timau di Paluzza. Prezzi: 3€, gratuito under 15, disabili e scolaresche. Audioguida 2,50€ Contatti: 0433 779168 – 0433 779278. Orari: giugno e ottobre: sabato e festivi 9 – 12 e 14 – 18. Luglio e settembre: martedì-venerdì 14.30 – 18.30. Sabato e festivi 9 – 12 e 14.30 – 18.30. Agosto: tutti i giorni 9 – 12 e 15 – 19. Chiuso da novembre a maggio. Sono possibili visite di gruppo fuori i periodi di apertura con orari da concordare.
Forte di Osoppo: sempre visitabile. Contatti 0432 899350 – 389 4983088. In alternativa, scrivete una email a iatosoppo@gmail.com
Castello di Ragogna: Frazione di San Pietro, Ragogna (UD). Orari: da maggio a ottobre visite nel week end. Sabato e domenica dalle 14.30 alle 18.30. Prezzi: ingresso libero. Contatti: 0432 040310. In alternativa, scrivete una email a consultavolontariatoragogna@gmail.com.
5 commenti
Complimenti, bel lavoro, bene impostato ed esaustivo !
Non conosco questi siti in Carnia mentre conosco molto bene i siti della prima guerra sulle Dolomiti (Lagazuoi, Marmolada, 5 Torri ecc)
Ogni volta che mi trovo in uno di questi siti sento una tristezza immensa nel pensare che proprio in questi luoghi quasi cento anni fa si sono combattute battaglie terribili. Uomini, ragazzi che vivevano in ambienti ostili. Cerco di immedesimarmi e mi vengono i brividi al solo pensiero.
Come detto non ho mai visto la Carnia e mi riprometto di andarci facendo buon uso anche dei tuoi scritti.
ciao
Mario
hai perfettamente ragione: non c’è stato attimo in cui la consapevolezza di quello che è accaduto non fosse presente nelle nostre menti (e nei nostri cuori). Ti consiglio vivamente di fare questo itinerario!
bellissimo
grazie 😀 per me è molto importante aver trasmesso le emozioni provate durante il tour!