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Death Valley: cosa vedere in un giorno

Death Valley in un giorno

Pubblicato: Ultimo aggiornamento il
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Visita della Death Valley in un giorno da Las Vegas. Cosa vedere in un tour giornaliero in agosto, temperature e consigli utili per affrontare la visita della Valle della Morte.

Uno scontrino per l’Inferno dovrebbe essere il vero titolo di questo racconto.

Tra le tante manie che ho, c’è quella di conservare scontrini. Della carta di credito, del bancomat, di acquisti (questi ultimi nell’attesa, un giorno, di poterli sventolare al negoziante qualora voglia far valere i miei diritti di consumatore deluso).

Dopo un viaggio, poi, conservo scontrini di ogni tipo, per un torno di tempo potenzialmente indeterminato, almeno finché non scatta quella fase che mia madre tuttora chiama il “butta butta”.

Ecco, ieri sera mi è partito il “butta butta” ed ha travolto molti scontrini gelosamente stipati per anni, anche oltre i limiti della prescrizione ordinaria.  Tranne uno che mi è saltato agli occhi e che ho gelosamente riposto nell’agenda del 2018, alla pagina del 16 agosto.

L’Area 51

Partendo in auto da Las Vegas verso Ovest, come mi è capitato di fare con la mia e altre due famiglie quel giorno di un paio d’anni fa, abbiamo raggiunto l’area di servizio “Area 51 Alien Center” percorrendo la Route 95 per poco più di 80 miglia.

Non c’è davvero nulla di particolare trattandosi di una stazione di servizio dove ti vendono di tutto giocando sulle leggende che circolano su una delle zone più misteriose del pianeta.

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Area 51 Alien Center

Nel caso, l’Area 51, a proposito della quale si narra che gli esperimenti atomici effettuati in zona, senza particolari cautele, negli anni Cinquanta, abbiano prodotto l’esistenza degli alieni.

La cosa che forse costa meno in quella zona è proprio la benzina, soprattutto se si tiene presente che, se siete diretti in Death Valley, dall’altra parte c’è la California, che ha le tasse più alte degli USA e quindi la benzina più cara.

E poi nella Death Valley non ho visto distributori (anche se mi dicono che si può fare benzina a Furnace Creek e a Stovepipe Wells), quindi è più che consigliato fare il pieno qui. Finito il rifornimento, prendete un paio di gadget e partite velocemente per non essere aggrediti dagli extraterrestri!

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Lo scontrino dell’Area 51 Travel Center

La Death Valley

Dunque: usciti dall’area di servizio dell’Area 51 girando alla vostra destra, a una manciata di metri troverete l’incrocio per imboccare la SR-373, dello stato del Nevada, che dopo poche miglia diventa la California State Route 127.

Arrivati a Death Valley Junction, girate a destra, per imboccare la SR-190, dove potrete iniziare il vostro cammino verso questa immensa depressione naturale.

Sappiate che l’unico modo per vedere questi luoghi è, per l’appunto, venirci con l’auto propria o con un giro privato in bus.  Non c’è ferrovia né altri tipi di trasporti pubblici.

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Death Valley Visitor Center

All’ingresso del parco naturale della Valle della Morte, c’è una specie di gabbiotto (ovviamente senza personale) dove pagare il ticket di accesso. Qui potrete trovare qualche giornalino – fatto molto bene – con le indicazioni su cosa vedere nella Death Valley “per forza” e gli altri punti che potrete raggiungere se avete tempo (neanche a dirlo già al ritorno dal viaggio l’avevo “stipato” per bene).

I panorami della Death Valley

Molti sono i punti spettacolari della Death Valley: il primo, e quello senza dubbio più panoramico, è Dante’s View.  Per arrivarci, bisogna salire per una strada (percorrendo la 190 provenendo da est, a sinistra) che, negli ultimi metri, ha una pendenza di quasi il 13%. Arrivati in cima, si gode un paesaggio mozzafiato.

Dante’s view

Non mi soffermo più di tanto su quello che si vede dagli oltre 1600 metri di questa terrazza naturale: in rete potrete trovare tutte le spiegazioni del caso, compresa quella che riguarda il motivo per cui questo posto si chiami così.

Pare infatti che nel 1926 alcuni funzionari della Pacific Coast Borax Company (società che sfruttava i giacimenti minerari della zona e che ritroveremo più avanti) e della ferrovia, desiderosi di conoscere le potenzialità turistiche della Death Valley, stessero cercando una posizione con la migliore vista sulla Valle della Morte.

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Dante’s View

Avevano quasi scelto Chloride Cliff, nelle Funeral Mountains, quando l’aiuto sceriffo di Greenwater, tale Charlie Brown (!), li portò su questo punto a poca distanza sulle Black Mountains.

Il gruppo di “esploratori” cambiò immediatamente idea e chiamò questo punto Dante’s View, essendo simile ad una terrazza del Purgatorio, con il Devil’s Golf Corse (niente a che fare, ovviamente, con un campo di golf, solo un’inquietante distesa di sale pietrificato), che rappresenterebbe il fondo dei gironi dell’Inferno, e Telescope Peak la settima e ultima terrazza del Purgatorio prima delle sfere del Paradiso!

Zabriskie Point

Riprendendo l’auto e scendendo lungo i tornanti, si riapproda sulla 190 per giungere al secondo punto importante della Valle: un luogo che per i cinefili italiani è molto importante. Avrete già capito che sto parlando di Zabriskie Point*.

Anche in questo caso, c’entra qualcosa la famigerata Pacific Coast Borax Company, visto che Mr. Christian Zabriskie era direttore generale della società: d’altronde, non tutti i paesi possono permettersi di dedicare luoghi a Manzoni, Michelangelo, Verdi o – appunto – Dante…

Il paesaggio lunare, anzi, marziano di questo luogo è il frutto del ritirarsi di un lago, circostanza avvenuta, parrebbe, una cinque milionata di anni fa, più o meno.

La spettacolare distesa simil-desertica, attraversata da calanchi di roccia formati da ghiaia, sedimenti salini e residui di cenere vulcanica ricorda molto i calanchi di casa nostra, che potete vedere ad esempio in Lucania.

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Zabriskie Point

*[Se pure non ricordate di aver visto il film di Michelangelo Antonioni ma questo panorama vi dice comunque qualcosa, andate a vedere nella vostra collezione di LP e cercate The Joshua Tree degli U2 per risolvere l’arcano].

Il caldo è tanto e non permette di godere più di tanto questo scenario, che rimane scolpito per sempre nella testa come uno dei ricordi più belli dei viaggi: c’è anzi da chiedersi come abbiamo fatto gli attori del film sopra ricordato ad amoreggiare in questo paesaggio impossibile…

Furnace Creek e Badwater Basin

A pochi minuti da Zabriskie Point c’è il Furnace Creek Visitor Center. Si tratta di un centro visitatori nel cuore del Parco dove trovare sollievo dal caldo torrido esterno, acquistare dell’acqua (ad un prezzo equo) ma, soprattutto, avere informazioni interessanti dai ranger che lo gestiscono: un valore aggiunto rispetto a quello che potrete leggere nelle guide.

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Furnace Creek

L’ultima tappa del passaggio nella Valle della Morte è stato il Badwater Basin.  L’abbiamo raggiunto dal Visitor Center, percorrendo una strada che costeggia un’altura spoglia come tutto il paesaggio circostante.

Appena arrivati, sulla terrazza che si affaccia su quest’altro luogo spettrale, si trova un cartello che fornisce ulteriori spiegazioni sulla Valle della Morte: è molto utile soprattutto per chi arriva da Ovest e trova, come prima “attrazione” questo pseudo-bacino, in realtà un lago “endoreico”, cioè non alimentato da un fiume che immette acqua, ma da una piccola sorgente che ogni tanto getta dell’acqua.

Nei fatti, questo bacino si riempie d’acqua solo quando piove e, incredibilmente, ci sono casi in cui piove davvero tanto!

Gli Americani dicono che qui ci sia la depressione più profonda dell’emisfero occidentale: pare che non sia proprio così, ma certo fa impressione alzare gli occhi e vedere, molto sopra di voi, il cartello che segna il livello del mare, senza che abbiate bisogno di pinne, muta e respiratore.

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Il cartello che indica il livello del mare (e quanto ne sia quindi al di sotto la Death Valley)!

Scendete le scale e seguite i camminamenti “ufficiali”, evitando “escursioni” in quanto sotto la crosta salina ci sono dei fanghi.

Faceva davvero caldo quel 16 agosto: abbiamo scattato qualche foto di quest’altro posto suggestivo e siamo tornati in auto, non prima di aver immortalato il cartello con le sue “misure” fondamentali.

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Badwater Basin

Ripercorse le 15 miglia per tornare sulla 190, abbiamo girato a sinistra e puntato il parabrezza verso la California.

Dopo una ventina di miglia, la strada a un certo punto fa una curva a sinistra: dopo quella curva, sulla destra, si possono ammirare le dune di sabbia di Mesquite Flat, caratteristiche per le loro conformazioni tutte diverse.

Da quello che abbiamo letto, vi sembrerà di essere stati trasportati tutto d’un colpo a Merzouga, in Marocco, o qualcosa del genere.  Noi eravamo un po’ in ritardo e non ci siamo fermati, ma se si arriva il mattino pare che il paesaggio sia davvero indimenticabile, come tutto il resto.

Abbiamo anche letto di un’altra attrazione famosa, lo Scotty’s Castle, una villa (che da noi sarebbe sicuramente considerato manufatto abusivo) che si erge nel bel mezzo della Valle, anch’essa con la sua incredibile storia.

Purtroppo un acquazzone qualche anno fa (incredibile!) l’ha seriamente danneggiato e per ora non se ne parla di riapertura prima della fine del 2021.

Ma non ci possiamo proprio lamentare: abbiamo visitato dei posti unici, gustati con tutti i nostri sensi (sì, anche con l’olfatto e con le papille gustative, perché sembra sempre che hai un po’ di sale in bocca!).

C’è un’altra cosa che questo tour nella Valle della Morte mi ricorderà sempre: quant’è bello guidare!

Guidare per decine e decine di miglia, attraversando un paesaggio spettrale è incredibilmente affascinante.

Le ruote corrono su un asfalto liscio come l’olio, tanto che ti chiedi come fa ad essere così perfetto posto che la riparazione di una buca, su una strada nel mezzo del niente, dovrebbe costare l’occhio della testa.

Eppure una buca non si trova.

L’auto scivola leggera, mentre tu, alla guida, ripensi ai tanti western che hai visto fin da bambino e forse solo in quel momento ti rendi conto di che impresa sia stata la conquista del territorio nel XIX secolo.

Qualche bella curva tra alture pietrose, con il sole che scende verso la costa, che dista però 250 miglia circa e sei arrivato all’incrocio di Olancha.

Si va a sinistra, e casomai domani mi vedo il Generale Sherman al Sequoia Park, o a destra e pernotto a Bishop per visitare lo Yosemite?

Consigli per visitare la Death Valley: pericoli, orari e prezzi

Leggendo tutte le guide sulla Death Valley, rimarrete traumatizzati.

Consigli di ogni tipo per evitare la disidratazione, addirittura di non avventurarsi laggiù se non portando almeno un gallone (ca. 4 litri) d’acqua a testa (tutti consigliano la stessa misura … secondo me si tratta di mero copia e incolla).  Insomma, avvisi stile TG del 10 agosto (paragone azzeccato, visto che lo scontrino da cui parto è proprio di agosto).

Bene: abbiamo riempito le auto di bottiglie di acqua, avendo con noi ragazzi e qualche rompiballe perennemente assetato. Alla fine del giro che vi ho raccontato, abbiamo regalato bottiglie a mezzo personale dell’albergo dove abbiamo alloggiato la sera.

Non penso che chi percorra, chessò, la Lecce-Otranto, la 107 calabra, la statale della Valle dei Templi, la Palermo-Trapani, casomai alle 3 di un soleggiato pomeriggio estivo qualsivoglia, viva un’esperienza estremamente diversa.

Questo per dire che è giusto idratarsi ed essere prudenti ma, almeno nel nostro caso, non abbiamo vissuto questa esperienza con più ansia del solito.

Sicuramente consiglio di programmare le escursioni all’alba in modo da godere di temperature meno soffocanti e, nel malaugurato caso dovesse verificarsi un guasto meccanico, rimanete in auto in attesa di assistenza.

Il parco è aperto 24 ore al giorno per 365 giorni all’anno mentre il Furnace Creek Visitor Centre è operativo dalle 8 alle 17 circa. P.S. naturalmente  con l’emergenza COVID ci sono delle limitazioni sugli orari e sulle aperture quindi per esser sempre aggiornati, è bene consultare la pagina ufficiale.

Il costo di ingresso è per veicolo (indipendentemente dal numero degli occupanti). Attualmente il ticket – valido una settimana – è pari a 30$ per le auto e 25$ per le moto. Per chi volesse accedere in bicicletta (ad esempio) il costo è pari a 15$.  Esiste anche un annual pass di 55$ valido 1 anno dalla data di acquisto.

Dove comprare il biglietto? Potete acquistare il pass sul Ricreation Gov. Nel parco invece i seguenti visitor center  accettano sia cash che carte di credito:

  • Furnace Creek Visitor Center,
  • Scotty’s Castle Visitor Center
  • Stovepipe Wells Ranger Station.

Alle fee machines disseminate per il parco (allo Zabriskie Point o a Badwater Basin per esempio), potete pagare solo con carta.

Ci sono 3 giorni in cui l’accesso è GRATUITO:

  • 25 Agosto: National Park Service Anniversary
  • 25 Settembre: National Public Lands Day
  • 11 Novembre: Veterans Day

Se volete fermarvi di più in ciascuna tappa o fare anche escursioni a piedi, è consigliabile dormire nella Death Valley un paio di notti (almeno una all’interno del parco, a Furnace Creek o a Stovepipe Wells).

Dove dormire all’interno del Death Valley National Park

Il suggerimento a Furnace Creek è The Ranch at Death Valley, un’oasi nel deserto con piscina, giardino, terrazza, bar e ristorante. E’ la soluzione più gettonata tra le famiglie, per la posizione nel cuore del parco e per i servizi che offre (come il market, un benzinaio, la lavanderia a gettoni). L’alternativa -più costosa-  è The Inn at Death Valley, un hotel in ottima posizione nel parco che, oltre alle camere situate nell’edificio principale, offre dei bungalows su due livelli. Siccome la struttura è molto grande, agli ospiti delle casitas viene messa a disposizione una golf cart per muoversi agevolmente.

Articolo redatto in collaborazione con G.C.

2 commenti

Diego 17 Gennaio 2024 - 19:21

Ho avuto modo di fare qualche anno fa un tour attraverso New Messico, Arizona, Nevada e Utah e ho visitato anche un pezzo di Death Valley. Indimenticabile, tanto che ho scritto e pubblicato anche un libro in merito intitolato: Nei deserti dell’Ovest.

Rispondi
Monica Nardella 18 Gennaio 2024 - 10:35

Caro Diego, grazie per la segnalazione! Amo la “combo” libri e viaggi e cerco sempre di leggere qualcosa che mi faccia entrare nelle atmosfere della destinazione prima di partire.
Quando torno, col mio bel bagaglio di cose viste, ascoltate, annusate, mangiate, corro a comprare qualche altro romanzo che possa prolungare l’effetto del viaggio perché finalmente SO di cosa sta parlando!
A volte, uso libri che si prestino come vere e proprie guide e ripercorro esattamente gli stessi itinerari dei protagonisti…
Metto il tuo nella wishlist dei prossimi acquisti!

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