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Dormire in un museo in Italia

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dormire in un museo Italia Casa Guidi

Dormire in un museo era una delle mie 100 cose da fare prima di morire e ho potuto realizzare questo piccolo sogno nel cassetto a Firenze.

Complice il film “Una notte al museo” prima e la lettura di questo articolo dopo (il Virginia Museum of Fine Arts di Richmond ha ricreato, in una in un’ala espositiva, il «Western Motel» del dipinto di Hopper in cui fortunati amanti dell’artista hanno potuto soggiornare), ho iniziato a sognare di dormire in un museo!

Mai avrei pensato che 1) lo avrei fatto davvero, 2) che fosse possibile farlo in Italia, e 3) che l’esperienza potesse diventare ancor più affascinante grazie a una storia d’amore intrigante in cui galeotta fu la poesia!

Siamo in Inghilterra, nella seconda metà dell’800. Elizabeth Barrett, ha avuto un’infanzia privilegiata ma a causa di problemi di salute trascorre molto tempo da sola. Scrivere quindi, è fonte di sollievo e diletto.

Un poeta, Robert Browning, legge il suo Poems e le invia una lettera con sinceri apprezzamenti. Tra i due nasce una fitta corrispondenza e quando si incontrano, scoppia l’amore. Le nozze sono fieramente avversate dal padre di lei ma i due, seppur non più giovanissimi, decidono di fuggire.

Dopo 6 mesi a Pisa, scelgono Firenze, dove affittano un appartamento al piano nobile di un palazzo in Piazza San Felice, a due passi da Palazzo Pitti.

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La camera da letto di Elizabeth e Robert con il pianoforte

In questa casa, che Elizabeth chiamerà Casa Guidi (dal nome del proprietario del palazzo), nascerà anche il loro unico figlio, Pen.

Dal 1847 al 1861, anno della morte di Elizabeth, la coppia vivrà una vita felice, scriveranno altri componimenti e parteciperanno con viva sollecitudine alle vicende risorgimentali del paese.

La Barrett fu infatti una accesa patriota pur non essendo italiana e patirà la delusione della tardiva unità d’Italia (che avverrà, parzialmente, due mesi prima della sua scomparsa).

Dormire a Casa Guidi è un privilegio perché si dorme in un museo ma si respira aria di casa. 

Nel 1971 l’appartamento fu acquistato dal Browning Institute di New York che cercò di preservare il più possibile l’autenticità di mobili e suppellettili prima di aprirlo al pubblico. Lavoro che fu ancor più attento quando subentrò nella proprietà l’Eton College.

Sala da pranzo, camera da letto, biblioteca e studio di Robert furono arredati, grazie a una ricerca minuziosa, con pezzi originali appartenuti ai Browning e sottoposti a un restauro conservativo che ha restituito un’atmosfera familiare a Casa Guidi.

Particolare assolutamente non scontato soprattutto da quando, grazie alla gestione di Landmark Trust, vi si può alloggiare.

The Landmark Trust è un ente no profit inglese che recupera edifici storici che vengono restituiti alla collettività non solo in termini di visita ma anche di vacanza! Circa 200 sono le strutture recuperate (la maggior parte in Inghilterra) in cui regalarsi un’esperienza unica nel suo genere. Ex prigioni, stazioni ferroviarie, castelli, torri rivivono grazie al restauro ma, soprattutto, alle persone che vi alloggiano riempiendo gli ambienti di chiacchiere e risate! Se sceglierete uno di questi edifici avrete la certezza di contribuire, nel vostro piccolo, al mantenimento di quel bene per il futuro. Bello no?

Grazie quindi a Landmark Trust ho potuto dormire in un museo, affittando l’intera proprietà per il weekend!

L’appartamento si trova al primo piano del palazzo.

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Particolare del salotto di casa Browning

Ho posato il mio trolley e mi sono precipitata a curiosare tra i cimeli di Elizabeth e Robert! Ovviamente la ricchissima biblioteca mi ha incollata sui dorsi delle decine di libri fino a farmi perdere la cognizione del tempo ma ogni oggetto mi ha catapultato ai tempi in cui Casa Guidi era la dimora dei Browning.

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Particolare della raccolta di libri di Casa Guidi

Al pianoforte in camera da letto, il figlio Pen si esercitava per ore. Sullo scrittoio, Robert scriveva i suoi componimenti. Chissà quante volte Elizabeth si sarà scaldata vicino la stufa o avrà letto un libro davanti al fuoco scoppiettante del camino!

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Lo studio di Robert con il ritratto dell’amatissima Elizabeth

E’ incredibile quanto l’immaginazione possa correre veloce in un contesto simile soprattutto perché, non essendoci i comfort del 21° secolo (a parte riscaldamento e aria condizionata), davvero ci si immedesima in uno dei proprietari di Casa Guidi!

Mi sono quindi ritirata nelle mie stanze (che poi erano quelle della servitù), accanto alla cucina, e le ho trovate più confortevoli del previsto. Si tratta di una camera con soppalco con due letti singoli in ferro battuto molto comodi e due bagni. Volendo, si può dormire anche nel letto matrimoniale dei Browning, leggendo qualche pagina di un loro libro e lasciandolo sul comodino dopo aver spento l’abat jour!

I posti letto totali a disposizione sono sei. Non mancano cuscini e coperte supplementari qualora ve ne fosse bisogno (l’appartamento è comunque ben riscaldato). L’unica cosa da tenere presente è che, non essendo un hotel, non troverete il classico kit di cortesia in bagno (quindi portate con voi shampoo e bagnoschiuma).

L’appartamento va affittato nella sua interezza per un minimo di tre notti, tutto l’anno. Il sito per le prenotazioni è https://www.landmarktrust.org.uk.

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I posti letto per gli ospiti che affittano l’appartamento

Se siete tra quelli che “io senza tv e wifi non posso resistere” lasciate perdere, non è l’esperienza che fa per voi. O forse sì, potreste scoprire che nell’800 si viveva benissimo anche senza!

E come si fa con eventuali visitatori?

La Casa Museo è aperta GRATUITAMENTE a curiosi e amanti dei due poeti inglesi da aprile a novembre solo nei pomeriggi di lunedì – mercoledì e venerdì dalle 15 alle 18, senza necessità di appuntamento.

Gli ospiti di Casa Guidi, a loro volta, consapevoli di alloggiare in un museo, metteranno in conto di avere visitatori – sotto supervisione di un responsabile – che gironzolano nell’appartamento. Se fosse successo durante il mio soggiorno, senza dubbio, avrei deciso di unirmi alla visita guidata. Voi no?

Tra le mura di Palazzo Guidi Elizabeth scrisse Casa Guidi Windows, un poema nel quale riportò eventi a cui assistette dalle finestre di casa. Una testimonianza vivida e partecipe di quanto accadeva all’epoca a Firenze, la sua città d’adozione.

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Il ritratto di Elizabeth in camera da letto

Elizabeth morì nel 1861 e venne seppellita nel Cimitero degli Inglesi, nome dovuto alla sepoltura di numerose e illustri personalità anglosassoni visto che fosse già all’epoca, e lo sia ancora, di proprietà degli svizzeri.

Questo cimitero occupava una collinetta  fuori la città, adiacente alle mura urbane, immediatamente oltre la Porta a Pinti.

Nel progetto di “risanamento” di Firenze Capitale d’Italia, la Porta e le mura furono abbattute e il cimitero si ritrovò all’interno della città, nel bel mezzo di piazzale Donatello.

Non fu smantellato solo nel rispetto dei nomi ivi seppelliti (oltre 1400  tra poeti, filosofi, pittori e scultori di 16 nazioni diverse) e quella posizione curiosa, sopraelevata rispetto alla strada, gli valse il soprannome di Isola dei Morti.

Il cimitero, grazie a una suora che si occupa della sua apertura, è visitabile il lunedì dalle 9 alle 12 e dal martedì al venerdì dalle 15 alle 18 mentre è chiuso nei weekend. Purtroppo io sono arrivata nella tarda serata di venerdì e quindi non ho potuto vedere la tomba di Elizabeth.

Il marito alla sua morte lasciò Firenze per l’Inghilterra. Morì nel 1889 a Venezia, nella residenza del figlio (Ca’ Rezzonico) e fu  sepolto nel Poets’ corner di Westminster Abbey.

Se voi doveste riuscire a visitare il cimitero, per non girare a vuoto, chiedete al custode dove si trovi la tomba di Elizabeth. Facile no?

E Robert? Robert scrisse, proprio a Casa Guidi, una poesia che inserì nella raccolta “Men and Women”. Eccone alcuni versi ”Quel che a noi preme è il bordo vertiginoso delle cose / il ladro che ruba con onestà, l’assassino che mostra misericordia / l’ateo superstizioso, la prostituta / che si innamora e salva la sua anima leggendo romanzi d’amore francesi…”. Ebbene, Il bordo vertiginoso delle cose, è il titolo che Gianrico Carofiglio ha scelto per un suo romanzo, edito da Rizzoli. Lo sapevate?

In Italia, gli altri edifici gestiti da Landmark Trust sono la palladiana Villa Saraceno (Finale, Vicenza), Villa dei Vescovi (Padova) e Casa de Mar (San Fruttuoso).

Si ringrazia Landmark Trust per l’invito

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