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Visita della Royal Delft, la fabbrica delle ceramiche blu

Pubblicato: Ultimo aggiornamento il
Visita fabbrica ceramiche Delft collezione

Delft è una piccola cittadina olandese famosa per le ceramiche blu, per aver dato i natali a Vermeer nel 1632, per essere l’antica sede della casata degli Orange e della Compagnia delle Indie Orientali olandesi.

La Royal Delft

Se vi state chiedendo cosa vedere a Delft, vi consigliamo sicuramente la visita della Royal Delft, la fabbrica delle ceramiche “blauw”.

La visita della Royal Delft è consigliata non solo perché racconta un pezzo di storia della città (e se vogliamo dell’Olanda) ma perché l’esperienza è sorprendentemente divertente e istruttiva. La Royal Delft inoltre, quest’anno, spegne ben 365 candeline conquistando lo scettro di più antica fabbrica di ceramiche del paese ancora funzionante!

Disseminate per strada, quasi a indicare il percorso per il museo, ci sono delle maioliche bianche con scritte blu incastonate nell’acciottolato. Come novelli Pollicini, utilizzatele per orientarvi – sebbene non vi sia il rischio di smarrirsi! – e raggiungete la Royal Delft!

Appena varcata l’entrata della Koninklijke Porceleyne Fles oltre un imponente scalone, si incrocia una sala dove ogni mezz’ora viene proiettato un video di 4 minuti circa che racconta la storia della ceramica di Delft.

Prodotto della fabbrica di ceramiche di Delft

Collezione della fabbrica di ceramiche di Delft

Grazie a questo filmato (gentilmente mandato in onda in italiano a favore del quartetto – il nostro – presente in quel momento nel museo) abbiamo scoperto che nel cosiddetto Secolo d’Oro  le raffinate porcellane cinesi, importate dall’Impero delle Indie Orientali fecero letteralmente impazzire la nobiltà locale che non intendeva farne a meno nonostante gli incredibili costi.

Il pragmatismo  olandese prese il sopravvento quando la guerra civile in Cina rallentò significativamente le importazioni e condusse i mastri vasai ad avviare una produzione locale alla maniera cinese.

Non essendo disponibile all’epoca il caolino in Europa (da gaoling, parola cinese che indicava il luogo di estrazione di questa roccia capace di conferire il tipico colore bianco) si optò per una formula più economica (argilla locale rivestita, dopo la cottura, di uno smalto stannifero con risultati simili alla porcellana) ma altrettanto elegante.

Vennero aperte fabbriche in tutto il paese (approfittando degli spazi vacanti lasciati dalla chiusura delle birrerie) con una spiccata concentrazione nella deliziosa cittadina di Delft (se ne contarono ben 32 nel 1652).

La Porceleyne Fles aprì i battenti nel 1653 nella casa privata di David Anthonisz van der Pieth trasformata in fabbrica con lo scopo di produrre ceramica ma venduta poco dopo perché agli eredi non interessava questo business.

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La collezione di ceramiche blu nella Royal Delft (a sinistra il “logo” ufficiale con bottiglia e iniziali di Joost Thooft)

Dopo il boom, la ceramica di Delft dovette affrontare la concorrenza spietata degli inglesi (orientati verso una produzione più industriale) e fu solo nel 1876 che gli articoli della cittadina olandese tornarono in auge grazie all’intraprendenza di Joost Thooft.

L’ingegnere volle recuperare la tradizione (leggete “dipinto a mano”), recuperare i motivi classici e il colore blu su fondo bianco senza però  rinunciare a tecniche più innovative.

Acquistò la Porceleyne Fles (l’unica fabbrica ininterrottamente attiva dall’anno dell’apertura nonostante l’avvicendamento dei proprietari) e avviò la sua linea con le sue iniziali sovrastate dal simbolo della bottiglia introdotto da Johannes Knotter nel 1701.

Da quel momento, il logo divenne distintivo delle ceramiche di Delft che dal 1919 si possono fregiare anche dell’aggettivo Royal (Koninklijke).

A seguire la proiezione, si viene introdotti in una saletta attigua in cui è ricreato un mini laboratorio per assistere virtualmente alla produzione di un vaso. Per adulti e bambini un iniziativa simpatica ed educativa!

Il tour vero e proprio inizia in uno spazio in cui si può ammirare un mastro ceramista all’opera (informatevi sulla possibilità di cimentarvi voi stessi durante una sessione artistica dedicata). Da quel momento in poi, si ammirano splendide collezioni di ceramiche blu Delft che, come dicevo prima, hanno fatto la storia dell’Olanda.

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Riproduzione de “La ronda di notte” di Rembrandt con le ceramiche blu di Delft

Durante il tour è stato interessante scoprire i “vasi di tulipani” della regina Maria II d’Inghilterra che, arrivata a L’Aia nel 1677 in qualità di moglie di William of Orange, si innamorò della ceramica olandese alla maniera cinese e ordinò diversi pezzi tra cui dei vasi da impilare l’uno sull’altro per formare torri “fiorite”.  Stupefacente è stato, per me, ammirare la riproduzione a grandezza naturale – su un mosaico di maioliche bianche e blu – della “Ronda di notte” di Rembrandt e de “La via di Delft” di Vermeer.

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Il giardino storico della Royal Delft

Incantevole, il giardino storico.

La chicca: grazie a questo tour abbiamo ripercorso una storia affascinante partita addirittura da Marco Polo che lasciò nei suoi scritti traccia delle porcellane viste nei suoi viaggi in Cina. Furono alcuni gesuiti nel 1400 a riportarne in Europa degli esemplari bianchi e blu: in Italia e in Spagna l’arte ceramista si sviluppò subito in maniera significativa con proprie peculiarità (basti pensare che il termine maiolica altro non è che la distorsione della parola Maiorca!). La porcellana venne però prodotta per la prima volta in Europa (e precisamente in Sassonia) solo nel 1709 quando si trovò l’alchimia giusta per tutti i suoi componenti. E’ curioso che spesso si usino alternativamente i termini ceramica, porcellana, maiolica quando in realtà si tratta di materiali a contenuto argilloso ma con differenze qualitative che dipendono dalle materie prime, dalla lavorazione e dalle cotture. In ordine di pregio si va dunque dalle terrecotte alle terraglie, alle maioliche, al gres, alle pregiate porcellane.

Fermatevi nello shop ad acquistare qualche articolo della Royal Delft Collection: solo qui avrete il certificato di autenticità del prodotto interamente decorato a mano! Io non ho saputo ovviamente resistere alla Ragazza con l’orecchino di perla, frutto del genio di Jan Vermeer che ho potuto ammirare al Mauritshuis de L’Aia.

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Lo shop della Royal Delft (ai lati, i vasi impilati a formare torri di tulipani)

Indirizzo: Rotterdamseweg 196. Prezzi: 13,50€ intero audioguida compresa; 8,50€ ridotto ragazzi 13-18 anni, ingresso gratuito bambini under 12 e possessori di Holland Pass e Rotterdam Pass. Orari: tutti i giorni dalle 9 alle 17 tranne il 24 e il 31 dicembre (chiusura alle 16) e il 25, il 26 dicembre e il 1 gennaio (chiusura tutto il giorno).

Come arrivare a Delft?

La cittadina dista tra i 12 e i 17 minuti di treno da L’Aia (biglietto 2,50€ a tratta) e tra gli 11 e i 15 minuti da Rotterdam (biglietto 3,40€ a tratta). I ticket possono essere acquistati, molto comodamente, presso le biglietterie automatiche gialle (pagamento in contanti, bancomat o carta di credito).

Si ringrazia l’Ente del Turismo Olandese per l’invito

3 commenti

Claudia Boccini 28 Novembre 2018 - 22:40

Grazie! Stavo diventando matta per capire come visitare la fabbrica delle porcellane a Delft, qui ho trovato tutto (inclusi gli orari!) :
Thank’s a lot!
Claudia

Rispondi
Monica Nardella 9 Dicembre 2018 - 21:41

grazie Claudia 😀 ho seguito il tuo viaggio live… che meraviglia!

Rispondi
Andrea 13 Luglio 2018 - 21:19

Sei davvero una fuoriclasse!! Non so come ma, nonostante la stima immensa, riesci sempre a sorprendermi. E tanto. Un articolo strepitoso, tra i migliori mai letti in vita mia. Siamo in un altro pianeta rispetto ad altri blog. Ci fai viaggiare nella Conoscenza. Ho letto ammirato i mille riferimenti, le analogie, gli approfondimenti. È proprio quello che cerco nei blog. Andare Oltre. Molto oltre. Lettura tanto piacevole per stile quanto preziosa, ricca e molto approfondita nel contenuto. Ammirato dalla Passione che ti ha portato a documentarti con tanto scrupolo. Alla faccia della superficialità dei nostri tempi. Sei una gemma…

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