Come si può restare con i piedi ben piantati per terra a Roma eppure fare un viaggio verso luoghi lontani (sia fisicamente, sia dal punto di vista culturale, linguistico, religioso, alimentare)?
Partecipando a un’interessantissima passeggiata nel Rione Esquilino per capire che non è solo il quartiere vicino alla stazione Termini o quello definito (a volte spregiativamente, più spesso sbrigativamente) la Chinatown romana, ma un quartiere che ha un insospettabile patrimonio storico-archeologico dove convive un mix di etnie tutto da scoprire.
A farvi da ciceroni in questa avventura, sono ragazzi figli o addirittura nipoti di migranti, che vivono nella zona, che conoscono la lingua, le tradizioni, le esigenze delle comunità che la abitano.
Partirete per un tour di 3 ore tra le vie dell’Esquilino, scoprendo botteghe artigianali e banchi alimentari di cui non sospettavate l’esistenza: egiziani, afgani, pakistani, russi, cinesi!
A organizzare questo viaggio multietnico è RomaMigranda (che fa parte di un progetto più ampio, CittàMigrande che vede coinvolte anche Milano, Torino, Genova e Firenze). La prenotazione è obbligatoria (almeno 5 partecipanti). L’appuntamento è ogni secondo sabato del mese. La chicca: se volete immergervi nelle atmosfere dell’Esquilino solo con una bella lettura, vi consiglio il racconto che ne fa l’amico Andrea sul sito Dice che a Roma…
Indirizzo: partenza dal Teatro Ambra Jovinelli
Prezzi: 10€ a persona
6 commenti
@scix: io, pur essendomi spostata abbastanza a Roma (da studentessa) in quel quartiere non ho mai abitato, eppure mi affascina tantissimo!
@girovaga: lo è. E se leggi la descrizione di Andrea – Dice che…
@chris: i figli di immigrati sono spessissimo nati in Italia, conoscono benissimo l’italiano e si sentono più a casa qui, che nei paesi dove sono nati i loro genitori e dove vivono molti parenti. Chi più di loro può fare da “cerniera” tra etnie diverse per una convivenza che generi conoscenza, scoperta, insegnamenti?
@zefi: non ho letto il fatto di cronaca, ma posso immaginare. Tanta gente non ha ancora capito che l’integrazione può dare tanti buoni frutti…
@tizi: Andrea su Roma è molto più preparato 🙂 P.S. leggo solo ora… mannaggia!
Sia tu che Andrea ci svelate ogni volta qualcosa di più di questa vostra Roma bella.
(Monica pensa, ci mancava tanto così per esserci domani a Roma, poi per difficoltà di programmazione, non se ne fa nulla, peccato!)Un bacio
mi ci è voluto molto per abituarmi a questo quartiere ma ora dopo 23 anni non lo lascerei per niente al mondo e tutte queste etnie che ci vivono non mi danno affatto fastidio.
L’hai letto scontro di civiltà per un’ascensore a piazza vittorio, rende bene l’idea
Far fare da ciceroni ai figli di immigrati mi sembra un’idea veramente buona!Penso che funzioni molto bene anche per un fatto di integrazione raziale. A volte infatti, gli anziani (non tutti, anzi solo una piccolissima parte) hanno dei pregiudizi verso gli stranieri,ma solamente perche’ non ci hanno mai parlato o non conoscono i loro background. Questo li aiutera’ ad abbattere tuitti i piccoli muretti che la non consapevolezza ha creato:-)
Grazie della dritta. Sembra molto molto interessante! Ciao
eh eh la mia prima casa a roma era proprio lì, in via merulana…un abbraccio