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Il Maggio Olivetese

Maggio-Olivetese-Basilicata

Ogni anno in numerosi paesi della Basilicata, con l’unione tra una frondosa cima ed un alto e dritto cerro, si celebra il matrimonio dell’albero: il Maggio.

Nell’antica cultura contadina questa cerimonia serviva a rinnovare la devozione verso la dea Maja, divinità preposta a proteggere i campi, a far crescere le coltivazioni e a moltiplicare il bestiame. Con l’avvento del cristianesimo, l’aspetto religioso si innestò sul tale arcaico rito arboreo che, pur conservando i suoi caratteri originari, fece coincidere l’evento con la festività del Santo Patrono.

Si preparano gli Sposi

Tra le otto comunità della regione nelle quali perdura questa tradizione, solo ad Oliveto Lucano, in provincia di Matera, la festa non coincide con quella del patrono San Cipriano (15 e 16 settembre).

Dal 1977, infatti, la data è stata anticipata ad agosto per consentire la partecipazione ai tanti emigrati che abitualmente tornano in paese durante l’estate. Buona parte di questa piccola comunità di appena 480 anime partecipa a tutte le fasi della manifestazione che la vedrà impegnata dal 10 al 12 agosto in intense e faticose operazioni legate al trasporto e innalzamento del suo Maggio.

Ma già nella prima domenica di agosto alcuni esperti anziani, a capo di un numeroso gruppo di paesani, si sono recati nel vicino bosco di Gallipoli-Cognato per scegliere e abbattere il cerro più dritto e più alto che rappresenterà lo Sposo. E come per presentarlo alla cerimonia nel suo abito migliore, sarà ripulito dalle fronde mentre un candido fusto emergerà dopo l’eliminazione della sua corteccia.

All’alba del 10 agosto, sempre guidata dagli anziani, una squadra di giovani si reca in un’area dello stesso bosco per scegliere la Sposa tra gli agrifogli più belli.

La sposa del Maggio Olivetese

La “sposa” del Maggio Olivetese | foto Emilio Dati

Inizia così la faticosa discesa verso il paese della pesante Cima, lunga dieci metri, che è trasportata a spalle. Certo la calura estiva non agevola il trasporto costringendo i giovani cimaioli ad effettuare continue soste per recuperare le forze: momenti di convivialità dove si riprende vigore con lo scorrere di vino, birra e acqua (poca).

Nonostante la fatica, con una puntualità da record, all’ora di pranzo il gruppo dei cimaioli arriva alla Piana di Torcigliano. Qui avverrà il primo incontro tra la Cima e lo Sposo, arrivato poco prima trainato da trattori che qui da tempo, come spiegano i locali, hanno sostituito i buoi, non più allenati a gravosi trasporti. Intanto, all’ombra degli alberi, si imbandiscono le lunghe tavolate per effettuare la pausa pranzo durante il quale ogni olivetano condividerà le proprie specialità culinarie con gli altri.

Maggio Olivetese Maggiaioli e Cimaioli durante la pausa pranzo

Maggio Olivetese Maggiaioli e Cimaioli durante la pausa pranzo | foto Emilio Dati

Quando si saranno acquietati gli appetiti, le zampogne e gli organetti provvederanno a dare il segnale d’avvio a canti e balli che acquisteranno sempre più vigore con il continuo svuotamento di calici di vino. Sarà poi il gruppo dei cimaioli ad attirare l’attenzione dei presenti poiché tra di loro ha avuto inizio una concitata gara di morra, un’accanita disputa per aggiudicarsi un ulteriore goccio di vino.

Solo col buio la Cima, preceduta dalla banda musicale, passerà sotto gli archi di luminarie per fare il suo ingresso in paese accolta ancora da canti e balli che cimaioli e maggiaioli eseguono in suo onore. La sua lunga discesa termina nella piazza principale dove, secondo la tradizione, si svolge il Ballo della Cima: il pesante fusto, a più riprese viene fatto roteare velocemente tra la folla. Poiché è la Sposa a ballare, ecco che diverse ragazze, come se fossero damigelle d’onore, prendono il posto degli uomini per far girare ancora il pesante fardello.

Ormai stanchi, ai cimaioli e maggiaioli non resta che innalzare la Cima in un angolo della piazza per farla assistere al passaggio del suo promesso sposo che incontrerà l’indomani.

Il giorno di San Rocco

Il giorno successivo in località Dietro la Niviera, a qualche centinaio di metri dalla piazza, dal primo mattino iniziano le operazioni di messa in sicurezza del Maggio. Lo sposo è ancora disteso lungo la strada in discesa (opportunamente chiamata via del Maggio) e su di esso si effettuano gli ultimi ritocchi di levigatura con asce e motoseghe. Più in basso, intanto, i maggiaioli sono intenti a lubrificare e testare il grande argano di legno che, con l’ausilio di un complicato sistema di funi, permetterà il sollevamento in verticale della coppia di sposi.

Subito dopo queste fasi, il paese torna nella sua tranquillità quotidiana, una quiete interrotta nel pomeriggio inoltrato da un piccolo drappello di uomini e donne che si dirigono verso la chiesa Madre, in cima al colle, accompagnati dalla banda musicale.

Dandosi il cambio lungo l’erta salita, questi devoti si alternano per portare sul capo una Centa, la costruzione piramidale di candele adorna di fiori, nastri colorati e immagini dei Santi ai quali sarà offerta per sciogliere un voto o chiedere una grazia.

Al termine della funzione religiosa, le Cente apriranno la processione dedicata a San Rocco il cui simulacro ornato da numerosi ex voto in oro farà il giro del paese seguito dalla banda musicale.

Maggio Olivetese preparativi per l'innalzamento manuale del maggio

Preparativi per l’innalzamento manuale del Maggio | foto Emilio Dati

Maggio Olivetese operazioni di sollevamento

Iniziano le operazioni di sollevamento | foto Emilio Dati

La festa per il Maggio Olivetese

Finalmente arriva la tanto attesa giornata del 12 agosto quando, già dal primo mattino, sono iniziati i difficili lavori di sistemazione delle possenti funi che serviranno per innalzare il Maggio.

Prima però è necessario effettuare i tagli che permetteranno di innestare saldamente la Cima al suo sposo; tali operazioni sono effettuate creando degli incastri tra i due tronchi che, una volta fatti combaciare, verranno fissati con bulloni. Solo ora il matrimonio è stato simbolicamente consumato divenendo un tutt’uno: IL MAGGIO.

Maggio Olivetese

Lo “sposalizio” è conclusi: il Maggio è issato | foto Emilio Dati

Da questo momento in poi gli uomini più forti si aggrapperanno alle leve del grande argano per far sollevare, a forza di braccia, il pesante Maggio; una delicata operazione alla quale sovraintendono i più anziani del paese per permettere alla base del tronco di inserirsi in un apposito alloggiamento scavato nel terreno.

Sono lunghe ed estenuanti operazioni che occuperanno l’intera mattinata e si concluderanno a mezzogiorno quando, dopo la funzione religiosa, la processione in onore di San Giuliano giungerà, insieme al simulacro di San Rocco, in presenza del Maggio che, solo in quel momento, verrà completamente innalzato.

Questo è forse il momento più atteso dai giovani più coraggiosi che si alterneranno nella scalata a braccia del fusto alto 25 metri: dall’alto della sua cima domineranno il panorama dei boschi intorno.
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Come arrivare: Oliveto Lucano è collegata dalla statale 407 Basentana da nord, via Tricarico-Garaguso e da sud via Grassano-Garaguso.

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