Nessuna sindrome da wanderlust ai tempi del Coronavirus, sono sincera. Sebbene viaggiare sia la mia passione primaria, in questi giorni così difficili, ho realizzato che curiosità e molteplici interessi mi sono (e mi saranno) di grande conforto.
Per chi non lo sapesse, la sindrome di wanderlust (dal tedesco Wandern “vagare, errare” e Lust “desiderio”) indica il desiderio di andare altrove, di scoprire il nuovo e l’ignoto. La pronuncia corretta è /ˈvandɐlʊst/ sebbene spesso si senta dire /ˈwɒndəlʌst/ per effetto del prestito linguistico nella lingua inglese.’
Voglia di Partire
Le città sono deserte, inghiottite da un silenzio irreale. Siamo tutti frastornati eppure, mai come in queste settimane, siamo anche più reattivi e sensibili. Non so voi, ma voglio considerarla un’occasione per apprezzare davvero ciò che abbiamo, sotto tutti i punti di vista.
La città di Saepinum (Molise) dalla sommità di Porta Bojano
Il tassativo #iorestoacasa infatti, costringe tutti noi a riflettere su ciò che diamo per scontato (la libertà, le più semplici esternazioni di affetto, il diritto alla privacy) e a cercare stimoli per affrontare un’emergenza che definirla epocale non è un’esagerazione.
Panorama sulla Val d’Ega (Dolomiti – Alto Adige)
Non voglio occupare il tempo che trascorrerò a casa. Voglio investire quel tempo per non dimenticare cosa avrò imparato quando tornerò alla mia quotidianità.
Al Trabucco da Mimì (Peschici, Puglia)
Leggo, faccio corsi online, guardo documentari e tutorial. Studio, imparo e non smetto di cercare.
Il mio mantra è diventato: la bellezza.
Bellezza declinata in molteplici aspetti: nell’arte, nella poesia, nella natura, nel mondo. Perché presi come siamo dai ritmi serrati delle nostre vite e abituati (soprattutto noi italiani) a esserne circondati, rischiamo seriamente di non vederla più.
Un meraviglioso tramonto sull’isola di Santo Stefano
E invece dobbiamo fare uno sforzo e trovare speranza nella bellezza. Condividerò sui miei social tutto il bello dell’Italia scegliendo un luogo, un libro, una fotografia, un’opera d’arte. Di cose viste e di cose che sto scoprendo in questi giorni.
La corte esterna della Certosa di Padula con la facciata monumentale
Del resto, ho solo l’imbarazzo della scelta e non potrebbe che essere così, in una nazione definita anche “Belpaese“.
Dante “del bel paese là dove ‘l sì sona” – Inferno, canto XXXIII verso 80 – e Petrarca “il bel paese ch’Appennin parte, e ‘l mar circonda e l’Alpe” – Canzoniere, CXLVI, versi 13-14 – furono probabilmente i primi a utilizzare questa espressione, ripresa poi nel 1875 dall’abate Antonio Stoppani come titolo per una divulgazione scientifica sulle bellezze d’Italia.
Siamo chiamati a una grande sfida, oggi, ma sarà importante anche il DOPO, perché l’Italia avrà bisogno di noi per rialzarsi.
La vista su Monte Isola dal terrazzo della camera dell’Hotel Rivalago
La voglia di partire è solo sopita, al momento, ma esploderà presto e ho deciso che dedicherò i miei prossimi viaggi alla scoperta del nostro patrimonio, degli artigiani, delle piccole realtà che rendono grande e unica l’Italia.
Ho lanciato, con i travel blogger di AITB, il progetto #ripartodallitalia e chiedo anche a voi di spalancare le finestre sulla bellezza italiana! Inserite un luogo a voi caro in questa finestra e condividetelo sui social: creeremo un album di posti che meritano di essere raccontati e chissà, che nel costruire i miei itinerari, non vi venga a trovare!
P.S. e voi, amici, come state affrontando questo momento? Se vi va di raccontarmelo, potete lasciare un commento o, come sempre, scrivere una mail a monica@turistadimestiere.com! Un abbraccio grande a tutti! #ripartodallitalia