Siracusa è una città greco-romana, catalana, aragonese, sveva, barocca e rococò. Durante il nostro on the road della Sicilia Orientale fino a Capopassero, abbiamo avuto modo di visitare molti siti straordinari e, secondo noi, merita una speciale menzione il superlativo Parco Archeologico della Neapolis situato, come suggerisce anche il nome, nella zona moderna di Siracusa.
Il Parco Archeologico di Siracusa
Quando in Sicilia si parla di reperti greco-romani si pensa subito al Teatro di Taormina, alla Valle dei Templi di Agrigento, alle antiche città di Segesta e Selinunte, a Piazza Armerina.
Pochi pensano a Siracusa e quelli che lo fanno, di solito visitano il parco della Neapolis solo in quanto tappa di un tour della Sicilia Orientale che non prescinde da Taormina.
Ed è un peccato, perché in questo sito potrete ammirare l’Anfiteatro Romano, l’Ara di Ierone II, il mozzafiato Teatro Greco (il più grande della Sicilia) e le Latomie del Paradiso, con la famosissima grotta conosciuta come Orecchio di Dionisio (o di Dionigi).
Un “tesoro” che si aggiunge agli altri della città iblea riconosciuta dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità (a buon diritto!).
Cosa vedere nel parco archeologico di Siracusa
La Chiesa di San Nicolò ai Cordari (di epoca normanna) fu dedicata ai fabbricatori di corda che lavoravano nelle Latomie. Oggi è sede dell’ufficio informazioni ed è il primo monumento che si incontra a inizio visita. Qui potrete acquistare una mappa del sito, non compresa nel prezzo del ticket d’ingresso.
L’Anfiteatro Romano, di poco inferiore per dimensioni all’Arena di Verona, è il primo vero reperto archeologico del parco. Purtroppo le spoliazioni medievali e la scarsa manutenzione successiva non hanno lasciato molto di questo straordinario edificio, tra tutti quelli del parco il più “recente”. Sono ancora visibili l’arena, dove si svolgevano i combattimenti dei gladiatori, la cavea e gli ingressi.
Il secondo monumento è l’Ara di Ierone II, uno straordinario basamento lungo circa 200 metri in cui sono visibili gli scalini di accesso all’altare dedicato dal Re Ierone II a Zeus Eleutherios. Pare che su questo altare fossero sacrificate centinaia di bestie in onore del dio liberatore.
Proseguite quindi per vedere lo spettacolare Teatro Greco scavato nella roccia lungo la collina e posizionato in modo da “vedere” il mare.
La visuale migliore è chiaramente quella dal basso verso l’alto (perché vi renderete conto della sua maestosità, pare che potesse contenere almeno 15.000 spettatori!) ma non siate pigri e assicuratevi entrambe (in cima invece potrete abbracciare con lo sguardo l’ampiezza di parte del sito e la baia di Siracusa ).
Alle vostre spalle invece sgorga una fonte (il Ninfeo) in grotte utilizzate dai cristiani come tombe e la casetta dei mugnai che svetta solitaria sul teatro, facente parte del complesso di Mulini di Galerme del tardo medioevo.
Un altro dei gioielli del Parco archeologico di Siracusa è la Latomia del Paradiso una vallata letteralmente scavata nella roccia immersa in una natura rigogliosa di agrumi, ulivi, pini mediterranei, carrubi, melograni e alberi esotici
Vi ricordiamo che l’istituzione del parco ha protetto la flora di questa zona trasformandola nell’area verde più estesa della città!
Qui si aprono delle fenditure artificiali tipo grotte (da cui si estraevano le pietre da costruzione, latomia significa proprio cava): la più famosa è senz’altro l’Orecchio di Dionisio, alta una trentina di metri e profonda quaranta.
Il nome è legato sia alla forma dell’imboccatura che alla particolare acustica della cavità che la leggenda narra fosse sfruttata dal tiranno Dionisio per rinchiudere nemici e prigionieri ascoltandone – non visto – confessioni e complotti.
All’esterno del parco, dalle inferriate che lo cingono, si vede una Necropoli, chiamata delle Grotticelle, con tombe a fossa del periodo siculo e greco (chiaramente poco visibili) e tombe a camera risalente al periodo imperiale romano.
In questa Necropoli si dice vi sia la Tomba di Archimede, il filosofo a cui Siracusa diede i natali. In realtà l’attribuzione è erronea e venne fatta sulla base della maestosità della tomba stessa, a senso a nessun altro ascrivibile. In realtà, la tomba in cui Archimede è seppellito non è mai stata individuata.
Come arrivare: Noi alloggiavamo sull’isola di Ortigia e pur sapendo che avremmo dovuto fare una bella passeggiata (circa 3km), ci siamo avviati a piedi nel Parco archeologico di Siracusa. In alternativa, dalla stazione cittadina potrete prendere tutti gli autobus che percorrono Corso Gelone e scendere alla fermata dell’Ospedale Umberto I o a quella successiva, entrambe vicine all’ingresso del parco. Se siete in auto, parcheggiate Viale Paolo Orsi. La biglietteria, presso la Casina Cuti, rispetto al 2011, è abilitata al pagamento di bancomat e carte di credito.
Prezzi: 16,50 € intero, 10 € ridotto, 21,50€ cumulativo parco+museo archeologico. La prenotazione è obbligatoria su questo sito.
E’ previsto ingresso gratuito ogni prima domenica del mese. Quando andare: Il Parco è un museo a cielo aperto con pochissimi punti all’ombra quindi la primavera e l’autunno sono i periodi ideale per una visita. Noi siamo andati in agosto (tanto per non smentirci) ma è bastato pianificare la visita al mattino per scongiurare le ore più calde della giornata. Orari: tutti i giorni dalle 8.30 alle 19.
4 commenti
Avete confuso un paio di cose: quello indicato come “teatro romano” è “anfiteatro romano”, mentre quello indicato come “anfiteatro greco” è il “teatro greco” di Siracusa, uno dei più grandi del mondo greco, dove Eschilo diede la prima de “i persiani” e conteneva non circa 14.000 spettatori ma almeno 15.000. Per doverosa informazione, un aretuseo
Abbiamo corretto Vittorio, grazie per l’attenzione al nostro articolo, ci fa piacere avere dei lettori così attenti! 😉
E’ un posto meraviglioso, lo porterò per sempre nel mio cuore!!! A Siracusa ho passato 15 mesi memorabili!!!
Grandissima!!! 😀
*.* te l’ho detto che la Sicilia mi ha stregata. Ora però tocca alla costa occidentale!!! Consigli??? 😛