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Diario di viaggio a Tetouan, la città bianca tra le montagne del Rif

Pubblicato: Ultimo aggiornamento il
Tetouan

Attraversare la frontiera Spagna-Marocco a piedi, questo è il nostro programma! Dopo il viaggio a Ceuta, tre giorni indimenticabili, ci siamo preparati alla nuova avventura nelle montagne del Rif, nel nord del paese.

Viaggio a Tetouan

Abbiamo preso il bus L7 da Plaza de la Constitucion (0,80€ a persona): passano ogni 15-20 minuti e ne impiegano altrettanti per raggiungere La Frontera. Sull’autobus siamo gli unici occidentali (a parte altri tre ragazzi italiani) ma non proviamo alcun disagio: alcuni marocchini capiscono che siamo attirati da una moschea che non avevamo notato durante il soggiorno e in un buono spagnolo ci danno delle informazioni sul bell’edificio bianco e verde.

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Corridoio pedonale alla Frontiera Spagna Marocco

Quando l’autobus si ferma nella piazzola, scendiamo tutti. I marocchini sanno cosa fare e si avviano in fretta lungo un percorso stretto da una rete metallica a maglie molto fitte.

Noi italiani, invece, ci guardiamo prima intorno: non tanto per capire cosa fare, quanto per fissare – almeno nel mio caso – quel momento per sempre.

Centinaia di auto sono in colonna, come a un casello autostradale e immagino che la sosta sarà lunga perché la polizia di frontiera – di ambo i paesi – controlla scrupolosamente tutto, dai documenti ai bagagli.

I pedoni invece si devono infilare in questo corridoio metallico, guardati a vista da guardie armate sulla collina sovrastante. Vorrei fare delle foto ma temo che qualche poliziotto mi urli dietro che è vietato (come accadde all’aeroporto di Marrakech).

Metto la macchinetta fotografica al collo e scatto scatto scatto sperando di immortalare qualcosa. Delle persone ci vengono incontro, chiedendo se abbiamo bisogno di aiuto. NON ne avrete bisogno, lasciate perdere: dovreste pagare per un servizio inutile.

Arriviamo al posto di controllo e ci consegnano il modulo del visto: portate con voi una penna per compilarlo perché altrimenti dovrete farvela prestare dall’impiegato marocchino (con noi sono stati gentilissimi ma perché sfidare la sorte: sapete quanto sono gelosi delle proprie penne gli impiegati agli sportelli, no?). L’unico momento davvero importante di questo momento?

Accertarsi che abbiano messo il visto d’ingresso sul passaporto: non sia mai che per una distrazione non venga apposto, al ritorno avreste le vostre belle gatte da pelare per dimostrare di non essere dei clandestini… Superiamo il controllo e… benvenuti in Marocco!

All’uscita troviamo una distesa di grand taxi bianchi in attesa. Ci vengono incontro un paio di persone, ci chiedono dove dobbiamo andare. Noi sappiamo benissimo (non è il nostro primo viaggio in Marocco) che se vogliamo risparmiare dobbiamo salire su un grand taxi e condividerlo con altri passeggeri diretti nella stessa direzione (attendendo che sia pieno) ma visti i prezzi economici e la voglia di arrivare, concordiamo un prezzo per raggiungere Tetouan. Da 150dhr scendiamo a 120dhr e ci rilassiamo.

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Costa tra Fnideq e M’Diq

Attraversiamo città lungo la costa semplicemente bellissime: sembra di stare a Miami! Edifici bianchissimi, aiuole curate, palmeti: se volete vivere la vera – e ricca – movida marocchina lungo la spiaggia, superate Fnideq e fermatevi tra M’Diq, Cabo Negro e Martil! L’ultimo tratto in auto si rivela particolarmente stressante: evitate, se potete, di entrare o uscire da Tetouan a orari di punta perché vi sembrerebbe di stare a Roma in una giornata di pioggia in un giorno di sciopero generale dei mezzi pubblici (e abbiamo detto tutto)!

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Hotel La Paloma

Quando il tassista ci lascia in hotel, ci viene un po’ di sconforto perché ci rendiamo conto che, vista la posizione decentrata (scelta voluta), per muoverci dovremo ricorrere sempre al taxi ma solo l’idea di rimetterci in quell’inferno ci atterrisce! Speriamo in cuor nostro (e sarà così!) di non dover ripercorrere quella specie di “tangenziale” ma di poter raggiungere il centro con strade alternative.

La Paloma è un 4 stelle di recente apertura (poco più di un anno) arredato in stile tipico marocchino, anche se non mancano spunti interessanti di moderno design. Ci abbaglia con i suoi colori, la ricchezza dei tessuti e l’ampiezza dei saloni.

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Hotel La Paloma, interni

Purtroppo, ci accorgiamo subito che l’hotel paga l’inesperienza in fatto di gestione dei propri ospiti: la nostra suite non è pronta, nonostante l’orario per il check in sia giusto. Attendiamo al bar (dove fortunatamente c’è il wifi e un menù molto vario per rifocillarci) e dopo più di un’ora, ci viene assegnata una stanza diversa da quella prenotata. La accettiamo, per stanchezza, ma chiariamo subito che ovviamente non pagheremo l’importo pattuito (il che, non ci dispiace più di tanto, visto che risparmieremo ben 100€!). La camera, carina anche se molto piccola, si affaccia sul retro dell’hotel dove si trova sì la piscina (in fase di prenotazione, chiedete questa esposizione, se potete, altrimenti potrebbe capitarvi in sorte una camera sulla strada) ma anche una distesa di nulla su cui sorge La Paloma.

Dove-dormire-a-Tetouan-

Hotel La Paloma, Piscina

Questo è il primo segnale (di tanti) di quanto Tetouan sia una città ancora poco turistica, il che la rende meta perfetta per i nostri gusti! Decidiamo di uscire subito (abbiamo trascorso fin troppo tempo in hotel) ma notiamo, da una rapida occhiata, che il frigobar è vuoto (dovremo ricordarcelo) e che non c’è l’asciugacapelli (da chiedere alla reception!). Usciamo da La Paloma e cerchiamo di avvistare un taxi, in prossimità della fermata dell’autobus proprio a due passi dall’hotel. Ne passano a decine ma sono pieni e quando finalmente se ne ferma uno vuoto, contrattiamo l’importo di 15dhr per portarci in centro (forse anche troppo ma non era il caso di tirare troppo la corda per 0,50 cent!).

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Mura esterne della Medina

Dopo pochi minuti, veniamo scaricati nei pressi di Place Moulay el Mehdi, una piazza rotonda che fa da spartiacque tra la Ville Nouvelle (con il bellissimo Ensanche, il quartiere “spagnolo” della città, con gli edifici bianchi dalle architetture andaluse) e la parte antica.

Imbocchiamo la parte pedonale di Ave Mohammed V e scopriamo una strada pedonale ricca di negozi e bar, pulita e luminosa che ci conduce a una presidiatissima Place Hassan II poiché vi svetta il Palazzo Reale.
Non concentratevi sul palazzo (c’è ben poco da vedere dall’esterno) ma ammirate le quattro fontane figlie della mano di un alunno di Gaudì e programmate una sosta in uno dei baretti a due piani vista piazza: qui potrete sorseggiare thè alla menta e vedere clienti fumare placidamente kif nel sebsi, una pipa di legno dal bocchino lungo una trentina di centimetri e dotata di una pipetta di terracotta dove inserire il mix di erba – cannabis sativa – e tabacco (a titolo informativo, l’effetto drogante del kif è piuttosto basso perché non vengono tritate solo le infiorescenze ma un po’ tutto, dalle foglie al fusto).

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Sebsi, speciali pipe per fumare kif

Poiché non possiamo credere ai nostri occhi – e al nostro olfatto – vista la quantità incredibile di poliziotti attorno al palazzo reale, chiediamo spiegazioni e ci dicono che coltivazione e consumo sono tollerati in tutto il nord poiché si tratta di una tradizione secolare fortemente radicata tra le famiglie berbere mentre OVVIAMENTE il traffico è FORTEMENTE e SEVERAMENTE combattuto e punito!

Penetrate quindi nella Medina, talmente preservata, da meritare il riconoscimento dell’Unesco di Patrimonio dell’Umanità. Non abbiate timore di avventurarvi tra questi vicoli: nessuno vi importunerà anzi, qualora doveste perdervi (quasi impossibile), saranno lieti di indicarvi la strada per tornare a Place Hassan II. La giornata volge al termine, le emozioni sono state tante e decidiamo di tornare in hotel, dove ci aspetta la prima cena! Il menù è fisso ma mangiamo bene, anche se il servizio è molto lento. L’aspetto che, senza ombra di dubbio, “salva” La Paloma è lo staff, incredibilmente solerte, gentile e attento anche se poi non riesce a essere efficiente quanto vorrebbe!

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Tetouan Place Hassan II

Andiamo in camera e scopriamo che, se si apre la finestra, poiché la porta non chiude ermeticamente, si produce uno “spiffero sonoro” molto fastidioso, come se ci si trovasse in una bufera di neve! L’indomani, dopo una bella dormita, scendiamo per la colazione ma non troviamo posto nella sala ristorante e gli ospiti che giungono dopo di noi si lanciano sul primo tavolo libero senza rispettare alcun ordine di arrivo. Non ci lasciamo intimorire, ci serviamo al buffet (molto fornito) e ci sediamo a un tavolo del bar, pur sapendo che lì si dovrebbe consumare esclusivamente la colazione a pagamento: siamo pronti a difendere la nostra occupazione “abusiva” con sacrosante argomentazioni!

Tetouan-Bab-Tut

Medina

Torniamo a Tetouan centro per vedere il più possibile: domani andremo via e la giornata di oggi deve essere fruttuosa! Partiamo dalla Medina dove siamo sicuri si trovi la vera anima cittadina e qui, infatti, conosciamo Driss. Quando, soprattutto in Marocco, si viene avvicinati da qualcuno che vuole darti consigli o indicarti la strada, pensi sempre (spesso a ragion veduta) che lo faccia per chiedere in cambio del denaro o per condurti in un negozio dove spera spenderai dei soldi che si convertiranno in una lauta percentuale per lui.

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Medina

Ecco, Driss non fa parte né dell’una né dell’altra categoria. Driss vuole solo chiacchierare, perfezionare il suo spagnolo e fare domande. Ha una curiosità pazzesca sull’Occidente: lui, che non è mai uscito da Tetouan chiede di tutto, vuole sapere se quello che si dice dell’Italia è vero. E mentre chiede, racconta e ci guida alla scoperta di una Tetouan che da soli non avremmo mai visto. Non ci fermiamo nella Medina, saliamo verso la Mellah e restiamo affascinati dagli edifici imbiancati a calce e le cornici delle porte colorate.

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Tetouan Mellah

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Mellah

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Mellah

Il contrasto con il cielo blu è quasi commovente! Camminiamo camminiamo camminiamo finché non ci ritroviamo a sovrastare la città dall’alto. Contempliamo per qualche minuto l’immenso cimitero musulmano da un ventosissimo promontorio e poi arriviamo, finalmente, all’ex fortezza spagnola.

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Ex fortezza spagnola

Purtroppo, versa in pessime condizioni. Senza alcun progetto di tutela, è stata saccheggiata pesantemente: sono state portate via porte, finestre e persino le maioliche che abbellivano i pavimenti e le pareti con preziosi arabeschi! La vista è superba: non saltate assolutamente questa tappa! Siamo affamati ma Driss ci dice che c’è anche una conceria. Vogliamo vederla? Ovviamente sì! Non c’è nessuno al lavoro nelle vasche, tranne un paio di ragazzi in pausa che ci avvicinano per chiederci – incredibile – come si chiami, in italiano, l’oggetto che mi indicano. Perché? Perché se altri italiani andranno nella conceria, loro potranno dire che quella “spazzola” serve a pulire la pelle appena conciata!

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Conceria

Lungo la strada verso la Medina, Driss ci invita a casa sua: che facciamo? Ci fidiamo, di nuovo, dei suoi occhi buoni ed entriamo in questa abitazione tipica, dall’ingresso molto piccolo, buio e angusto che si apre, a sorpresa, in un ambiente più ampio e luminoso, soprattutto sul piano superiore che gode di un bel panorama sulla città. Chiediamo al nostro amico se vuole farci compagnia a pranzo. Diventa improvvisamente molto schivo ma capiamo che lo fa solo per imbarazzo: gli diciamo che vogliamo sia nostro ospite e lui accetta, ma dichiara di non aver fame. Sappiamo che in città c’è un posto dove è possibile bere birra e ci accompagna al Restaurant Restinga, lungo Ave Mohammed V. Dalla strada questo locale non rende assolutamente l’idea quindi affacciatevi e, se possibile, pranzate nel cortile ombreggiato da un enorme albero di fico!

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Restaurant Restinga

Non facciamo in tempo ad ordinare che i camerieri ci portano, con la birra, un piattino di olive, uno con una zuppa di fagioli (molto buona) e un altro con patate fritte, piselli e riso: una specie di benvenuto col quale potremmo pranzare tranquillamente! Invece ordiniamo anche un paio di porzioni deliziose di cou scous di carne e verdure.

Driss assaggia timidamente qualcosa e, alla fine, rompe gli indugi e mangia l’antipasto: chissà, forse il pensiero che sia gratuito gli consente di servirsi senza imbarazzi!

Se vi fermate a Tetouan, fermatevi a pranzo qui! Salutiamo il nostro amico: la giornata è stata molto impegnativa e dobbiamo già preparare le valigie. C’è un velo di tristezza nei suoi occhi ma gli promettiamo che gli spediremo le foto scattate insieme, così potrà arricchire la “collezione”, gelosamente custodita in una scatola di scarpe, che ha voluto assolutamente mostrarci quando siamo stati a casa sua!

Torniamo in hotel, ci sediamo sul letto e riguardiamo subito gli scatti di oggi (cosa che non facciamo mai, vogliamo goderci la sorpresa una volta a casa): questa giornata sarà difficile da dimenticare e, soprattutto, Tetouan resterà legata al volto gentile di Driss.

Prima di spegnere la luce, ci chiediamo come sarà Chefchaouen la città blu, l’ultima tappa del nostro viaggio tra la Spagna del Sud e il Marocco del Nord.

A posteriori, possiamo anticiparvelo, la città meno marocchina del Marocco si è rivelata l’esperienza più bella in questa terra che ci ha stregati…

Valuta: 1 euro = 11,21 dirham marocchini (noi arrotondavamo per comodità anche se a nostro sfavore, sempre a 10: 1€=10dhr). Per evitare cambi sfavorevoli, prelevate dal bancomat anche perché la vita costa talmente poco che con 100 euro potrete tranquillamente trascorrere due giorni senza privarvi di nulla!

Come arrivare: da Ceuta (o, meglio da Fnideq, la prima città che si incontra, oltrepassata la frontiera marocchina) 30 minuti. Il prezzo varia a seconda che si prenda l’autobus o un grand taxi (che accoglie fino a 5 passeggeri + l’autista). Se si accetta di viaggiare con perfetti estranei, si possono pagare 25dhr in taxi o 15dhr in autobus. Chiaramente, se preferite un taxi in esclusiva, dovete moltiplicare l’importo per 5. I grand taxi partono anche da Tangeri (1h15min), da Fes (5h) e da Marrakech (11h).

7 commenti

jvan 2 Marzo 2015 - 17:41

una sola domanda: x visto sul passaporto intendi il timbro? complimenti x il racconto.

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Monica Nardella 3 Marzo 2015 - 9:36

Si, il timbro di entrata e quello di uscita! P.S. grazie 😀

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Simona 13 Gennaio 2015 - 14:26

Il Marocco che ho nel cuore, i colori, le immagini, il fatto che tutto sia cosi’ vero, e non “edulcorato” per renderlo piu’ appetibile.
Leggendo il tuo post riesco a sentire persino gli odori, il brusio delle voci in sottofondo… bellissimo, davvero!!
Parlerei di viaggi con te x ore ed ore… lo abbiamo gia sperimentato 😉
E’ proprio il caso di dire “teal traveller, in real life”

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Monica Nardella 13 Gennaio 2015 - 19:32

Una bellissima serata da ripetere Simo 😀 Il “mio” Marocco è questo, lontano dal chiasso dei turisti e nel caos della Medina, tra la gente 😀

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Manuela 13 Gennaio 2015 - 11:46

che meraviglia! Il Marocco chiama da parecchio, questo post prima di tutto! Un luogo meno blasonato, almeno io ne ho sentito parlare poco rispetto ad altre mete marocchine molto più frequentate. E questo ci piace 🙂

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Monica Nardella 13 Gennaio 2015 - 11:54

Ti assicuro che le città del nord (da Tangeri a Tetouan a Chefchaouen) meritano tutte una visita per la regione che dici tu: meno gettonate, più genuine, più “marocchine”. Se il Marocco chiama, rispondi!!!

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Ciccola 7 Ottobre 2013 - 18:17

Bellissimo racconto, e voglia di partire per questi luoghi così ben descritti. Incontrare persone così gentili rende il viaggio speciale e indimenticabile.

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