Eccoli là i soldati italiani di cent’anni fa. Immersi nel fango di lunghe maleodoranti trincee. Aggrappati come stambecchi alle rocce di monti coperti di neve. Uomini di ogni parte d’Italia, a stento si capiscono gli uni con gli altri, se non sono nati nello stesso luogo. Cento dialetti, in maggioranza di contadini ed operai, analfabeti o quasi. Hanno nel cuore la propria casa, la famiglia lontana. Tutti quanti, sono solo numeri; unità soggette, come in un tragico gioco di scacchi, ai comandi di altri uomini tanto distanti quanto intoccabili e potenti: gli ufficiali, lo stato maggiore.
Poveri cristi, quelli che credevano in una guerra eroica, poveri cristi coloro che volevano riscattare pezzi di territorio in cambio di battaglie, ma sopratutto poveri cristi coloro che furono coscritti, vestiti di una divisa grigioverde e con in mano un fucile mandati al macello. La più grande ecatombe che la storia avesse mai visto, iniziava il 24 maggio 1915 anche per l’Italia (unita da neppure sessant’anni). Era la Grande Guerra.
TdM è stato, nei mesi passati, sui sentieri di chi combatté e morì lassù al nord (un trekking – e non solo – tra i sentieri della Grande Guerra in Friuli) . Esperienze di viaggio possibili e consigliabili per tutti coloro che desiderino capire cosa furono quegli anni, guardando “da vicino”.
Anche lo Scaffale ha già incrociato la Grande guerra, incontrando libri importanti, libri che non sono riducibili alla definizione “letteratura di guerra”, perché sono molto di più. Sono testimonianze del periodo più cupo e tragico raggiunto in un mondo che viveva un progresso senza precedenti. Sono un monito.
Storie di uomini, stritolati in uno scontro titanico che ha fatto crollare imperi e mutare per sempre il corso della storia.
Solo tre titoli tra i più significativi: Un anno sull’altipiano, Lussu; Niente di nuovo sul fronte occidentale, Remarque; Nelle tempeste d’acciaio, Junger. È sempre ottimo il famoso saggio di Fussell, La grande guerra e la memoria moderna.
Dunque siamo cento anni distanti. Entrare in contatto con la storia, la nostra storia, di italiani ed europei non è facile. Ma siamo ben fortunati, abbiamo il cinema!
Ecco allora una breve selezione da tener presente:
All’Ovest niente di nuovo, L. Milestone
La grande illusione, J. Renoir
Orizzonti di gloria, S. Kubrick
La grande guerra, M. Monicelli
Uomini contro, F. Rosi
Per finire, tre produzioni degli ultimi due anni.
Forbidden Ground, J. Earl – A. Powers
Torneranno i prati, E. Olmi
Fango e Gloria, L. Tiberi
Alla prossima M.I.
1 commento
Hi!
Lovely post.