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Masi di Lugano: le opere in dialogo di Meret Oppenheim

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In mostra al museo MASI di Lugano c’è Meret Oppenheim, opere in dialogo da Max Ernst a Mona Hatoum. L’artista eclettica e trasgressiva, nata a Berlino da padre tedesco e madre svizzera, è tornata così nei luoghi dell’infanzia dove trascorreva le ferie assieme alla famiglia nel vicino borgo di Carona, sul lago, come ha ricordato il nipote.

Il Museo Masi di Lugano

Nella sua lunga e intensa vita (1913 – 1985) è stata circondata dagli artisti suoi colleghi presenti alla mostra con le loro opere. Man Ray, Max Ernst, Marcel Duchamp, René Magritte, Jean Arp, Alberto Giacometti sono parte delle avanguardie che Meret ha frequentato nel suo personale percorso artistico e umano, gli artisti che ne hanno decretato la crescita, il successo, la notorietà.

Ciascuno di loro le ha dato qualcosa e lei, generosamente, ha concesso una parte di sé. Il corpo intero o solo il volto, una duratura amicizia o l’amore, l’ispirazione per opere pittoriche e sculture surrealiste e dadaiste. Molti oggetti di uso comune come guanti e scarpe, tazzine e posate sono reinterpretati per rappresentare l’unione dei corpi, la complicità fra uomo e donna, il gioco dei ruoli.

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Il ritratto della bellissima Meret Oppenheim

Tutto è iniziato con l’incontro di Parigi con i suddetti artisti, dove la Oppenheim si è presentata nel 1931 a soli 18 anni. Che fosse bellissima si vede dalle immagini in bianco e nero proiettate all’ingresso dello spazio espositivo, che sia stata la musa di alcuni importanti rappresentanti dell’arte del Novecento si capisce dalle opere, un centinaio, presenti lungo il percorso espositivo. Una grande scultura infine, La fontana di Ermete, campeggia nell’ultima sala esaltata dalla splendida vista sul lago di Lugano e sui paesini circostanti, i luoghi di vacanza dell’artista. In mezzo le sue opere “dialogano” con le avanguardie, i colleghi, gli amici ed amanti.

Iconica nell’aspetto, ironica nel comportamento, giocherellona oltre ogni limite, così era Meret Oppenheim. A seconda dei casi si mostrava come fata o strega, trasformando i sogni dei suoi ammiratori in incubi. Pur essendo femminile esibiva più spesso il lato maschile del suo corpo, ostentandolo ambiguamente con l’intenzione mai celata e sempre riuscita di provocare come nel celeberrimo ritratto Erotique Voilée di Man Ray. Oppure Meret indossava delle maschere che sono diventate opere artistiche, proprio come le maschere utilizzate nel Carnevale di Basilea a cui la mostra dedica una sezione.

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Autoritratti, amici, ritratti

La mostra sarà aperta sino al 28 maggio. Con il biglietto d’ingresso (15 CHF intero, 10 CHF ridotto) è possibile visitare anche le collezioni permanenti aperte dall’inizio del 2016. Sono previste visite guidate gratuite ogni domenica alle ore 15. Catalogo Skyra. Per saperne di più: http://www.masilugano.ch/it/687/meret-oppenheim.

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Articolo redatto da Roberta Zennaro

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