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Tour della Thailandia del Nord

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Monk WatPhrathatDoiSuthep

La Thailandia del Nord è meta di viaggiatori interessati a scoprire l’anima più autentica del paese del sorriso.

Thailandia del Nord. Il Viaggio.

Un viaggio nella Thailandia del Nord vi regalerà grandi emozioni perché troverete una natura rigogliosa, caratterizzata da catene montuose e valli molto fertili grazie alle abbondanti piogge, tradizioni millenarie, un forte spirito religioso e un miscuglio di etnie dovuto alla posizione di confine con Laos e Myammar.

Un tour sensato prevede che la prima tappa sia la più lontana e cioè Chiang Rai, un villaggio quasi al confine con il Laos.

 

Navigazione sul Mae Kok

Navigazione sul Mae Kok

 

Data la distanza Bangkok (circa 800km), noi consigliamo un volo interno che per cifre davvero irrisorie (nell’ordine dei 20/30€ a persona ma le probabilità di spendere meno sono alte, date un’occhiata a Air Asia o Nok Air) vi condurrà a destinazione in un’ora circa.

Chiaramente potrete optare per mezzi alternativi come gli ancor più economici autobus notturni (con Green Bus Thailand, scegliendo almeno la X-Class, bus con aria condizionata con bagno a bordo – la spesa si aggira attorno ai 560bath circa 14€) transfer privato, ma a meno che non abbiate molti giorni a disposizione (mettete in conto un trasferimento di almeno 12h) l’aereo resta la soluzione ottimale.

Il villaggio ospita templi buddhisti straordinari tra cui quello in cui venne rinvenuta, colpita da un fulmine, la statua del Buddha di Smeraldo (anche se di smeraldo non è visto che è di finissima giada) oggi nel Wat Phra Kaew della capitale. All’itinerario religioso, dovete assolutamente abbinare l’emozionante viaggio tra le varie etnie che popolano la zona collinare e una serie di trekking giornalieri per ammirare la natura della zona circostante (tra foreste, risaie, fiumi e cascate).

 

A bordo della piroga

A bordo della piroga

Navigazione a bordo di una piroga sul Mae Kok

Navigazione a bordo di una piroga sul Mae Kok

Il nostro tour è iniziato a bordo di una piroga a motore con cui, solcando le acque del Mae Kok (un affluente del Mekong), siamo arrivati al piccolo villaggio degli Akha, per assistere a uno scorcio di vita locale.

 

Villaggio Akha Chiang Rai

Villaggio Akha

 

Strutture a palafitta arredate con il minimo indispensabile, bambini sorridenti che scorrazzavano scalzi inseguendosi a vicenda. Al nostro arrivo, le donne hanno immediatamente esposto i propri manufatti. Abbiamo cercato di comprare qualcosa da tutte, per non offendere nessuna (le sciarpe sono molto belle e ben rifinite: occhio a prendere quelle di cotone, il rischio è di comprare qualcosa in poliestere).

La dignità di quelle persone, la vita serafica che conducono e lo sguardo indulgente degli anziani verso i turisti impegnati a frugare con gli occhi le loro case spartane e i panni rattoppati stesi ad asciugare, ci hanno fatto sentire un po’ a disagio.

Nell’Hill Tribe Museum potrete fare qualche ulteriore acquisto e nell’Elephant ride, la passeggiata a dorso di elefante. Noi l’abbiamo fatto (a Chiang Mai) perché da sempre gli elefanti vengono utilizzati come mezzo di trasporto dai contadini nelle aree rurali ma al nostro rientro abbiamo letto articoli controversi sul trattamento – e lo sfruttamento – dei pachidermi. Nel dubbio, limitatevi a fotografarli o a dar loro da mangiare qualche banana!

 

Elefante nell'Hill Tribe Museum

Elefante nell’Hill Tribe Museum

 

In direzione Triangolo d’Oro, abbiamo fatto una tappa agli splendidi Giardini della Regina “Mae Fah Luang”: un parco bellissimo, con una varietà incredibile di fiori, corsi d’acqua, aiuole, boschetti, perfino un laboratorio per la coltura in vitro delle orchidee!

 

Mae Fah Luang Garden Thailand

Mae Fah Luang Garden

 

Conclusa la passeggiata, siamo arrivati al Triangolo d’Oro fermandoci a Mae Sai (a 60 km da Chiang Rai), città all’estremo Nord del paese. Sul Ponte dell’Amicizia che collega l’anonima cittadina thailandese a Tachilek, una altrettanto anonima cittadina birmana, campeggia un cartello con la scritta “BENVENUTI IN MYANMAR”. Se avete il passaporto con voi, vi verrà rilasciato un visto temporaneo per trascorrere la giornata a Tachilek fino alla chiusura serale della frontiera.

 

Punto più a nord della Thailandia

Punto più a nord della Thailandia

 

Nel triangolo d’Oro, in prossimità di Sop Ruak potete prenotare un piroga-tour per navigare l’imponente Mekong – il fiume che fa da confine naturale col Laos. Alcuni tour prevedono lo sbarco a Don Sao, sulla costa laotiana, senza bisogno del passaporto (basta pagare una sovrattassa per ottenere un permesso temporaneo).

Nel villaggio laotiano non c’è molto da vedere ma potrete acquistare una cartolina e spedirla dalle poste locali, sorprendendo i destinatari della missiva, sia perché anacronistica (maledetti social network!) sia perché recante un timbro del Laos (mentre tutti vi sanno in Thailandia).

 

Triangolo d'oro della Thailandia

Triangolo d’oro

 

Proprio a ridosso del promontorio dal quale ci si affaccia per vedere il Golden Triangle, se siete interessati, potete visitare il Museo dell’Oppio, che propone un istruttivo excursus sulla coltivazione, commercio e consumo di oppio nella regione che per molto tempo non ha avuto rivali al mondo.

Lungo la strada per Mae Hong Son, il villaggio delle “donne giraffa”, abbiamo fatto una breve tappa al Wat Jadeeloung (deludente, non lo consigliamo).

Per l’ingresso al villaggio Karen abbiamo pagato 600 baht a testa. Avevamo dei fortissimi pregiudizi prima di questa escursione perché ci sembrava eticamente scorretto far diventare un’etnia (i Karen, appunto, provenienti dalla ex Birmania) oggetto di turismo per l’uso delle donne di “abbellirsi” il collo con anelli di bronzo.

La visita è stata a suo modo istruttiva perché abbiamo potuto confutare la vulgata che racconta di donne destinate alla morte qualora decidessero di togliere il “collare”. Infatti ci hanno spiegato che il collo NON si allunga per effetto degli anelli, ma sono le spalle che si abbassano per il peso della “collana” (ne abbiamo pesata una di 5 chili!) pertanto, possono togliere gli anelli (operazione che richiede un esperto e 4 ore di lavoro) senza rischiare l’avvitamento del collo su se stesso.

 

Donna Giraffa della tribù Karen

Donna Giraffa della tribù Karen

Immagine della deformazione della clavicola a causa degli anelli

Immagine della deformazione della clavicola a causa degli anelli

 

Alcune bambine non portavano gli anelli, a conferma del fatto che non sono obbligate a farlo.

Le long neck karen non rinunciano a indossare queste collane, in parte perché per la loro cultura sono veri e propri monili, in parte perché sicuramente costituiscono una fonte di sostentamento della comunità grazie all’afflusso di turisti (che oltre a pagare l’ingresso acquistano i prodotti di artigianato del villaggio). Quando siamo andati via non abbiamo avvertito il disagio iniziale: ci sono sembrate molto serene e cordiali, capaci di lavorare e di muoversi senza evidenti difficoltà.

Vogliamo comunque approfondire l’argomento perché non è nostra intenzione alimentare un turismo morboso (qui trovate un recente articolo del Corriere della Sera a firma di Fabio Polese).

Se amate lo street food, a Chiang Rai potrete riscoprire il più autentico cibo thai a prezzi economicissimi nel Night Bazaar: qui vivrete un’atmosfera da festa di paese ma non vi inganni il termine “notturno” perché alle 22 circa stavano già chiudendo.

Vi consigliamo, se non siete davvero interessati all’acquisto, di non intralciare la chiusura perché sono talmente gentili da prestarvi comunque attenzione e sarebbe un peccato prenderli in giro (ricordate che anche in Thailandia, vale la regola di contrattare sebbene i prezzi siano già bassi ma non vi sottraete, anche per rispetto, alla tradizione!).

 

Panorama dal Dusit Island Resort

Panorama dal Dusit Island Resort

Dove dormire a Chiang Rai: Abbiamo alloggiato presso il Dusit Island Resort, 4 stelle vista fiume. Camere semplici, piscina, piccola spa, area massaggi in una struttura separata (moooolto spartana, al posto delle porte c’erano le tende…). Probabilmente nella zona sarà una tra le migliori strutture, ma il cibo era appena sufficiente.

 

White-Temple-Thailand

White Temple

A soli 13 km a sud da Chiang Rai si trova il Wat Rong Khun conosciuto anche come White Temple, un tempio moderno e anticonvenzionale tutto in gesso bianco ricoperto da migliaia di frammenti di specchio che scintillano al sole. Tre cose ci hanno colpito moltissimo.

 

White-Temple-Thailand

White Temple

La fossa al suo ingresso da cui spuntano braccia di gesso tese verso l’alto (a simboleggiare il desiderio: ce n’è una con un’unghia dipinta di rosso che rappresenta il desiderio di bellezza); gli impressionanti decori all’interno tra cui trovano spazio, oltre che immagini sacre, anche simboli moderni (negativi e positivi) come Bin Laden e Bush, razzi, Superman, le AllStar, le Torri Gemelle; e infine l’armadietto pieno zeppo di oggetti su cui campeggiava la scritta “Lost & Found”.

Ogni articolo, perduto dal distratto visitatore, è stato catalogato (luogo e data) e messo nell’armadio a vetri a disposizione del legittimo proprietario tornato a reclamarlo. Ciò che ci ha più sconvolti è stato vedere SOLDI catalogati in bustine trasparenti…

Lasciata Chiang Rai dirigetevi, a circa tre ore di autobus, a Chiang Mai. 

 

Wat Phrathat Doi Suthep

Wat Phrathat Doi Suthep

Giovani monaci nel Wat Phrathat Doi Suthep

Giovani monaci nel Wat Phrathat Doi Suthep

 

La Rosa del Nord, come è definita, è incastonata in una valle verde dominata dal monte Doi Suthep, sede di un Parco Nazionale e del Wat Phrathat Doi Suthep (tempio con una Pagoda D’oro che custodisce le ceneri del Budda). Se avete abbastanza fiato, potete raggiungere il tempio affrontando una scalinata di 300 gradini, altrimenti ripiegate sulla comoda funicolare! Il tempio è molto suggestivo. Assisterete agli ormai usuali rituali buddisti (dono di fiori di loto, candele, bastoncini, offerta di cibo e richiesta di benedizione).

Anche io mi sono fatta benedire da un monaco, compitamente seduta con i piedi rivolti all’indietro, e mi è stato fatto dono (da un’altra persona, perché i monaci non possono toccare le donne) di un braccialetto di cotone bianco da togliere solo quando si fosse rovinato.

Dopo aver scattato qualche foto della piana di Chiang Mai dalle privilegiate vette del Doi Suthep (1676 mt), ci siamo diretti al villaggio di una tribù cinese che vive ancora senza elettricità. Abbiamo acquistato lungo la strada delle caramelle da regalare ai bambini che ci hanno accolto con una gioia che i nostri, viziatissimi, coccolatissimi e tutti gli issimi che vi vengono in mente, non riescono probabilmente più a provare. Io mi sono commossa di fronte alla loro contentezza per una caramella, alla curiosità per i nostri apparecchi digitali e alla onestà con cui hanno risposto affermativamente quando abbiamo chiesto loro se avessero avuto già in dono il dolce. Bellissimi. Un anziano della tribù ci ha cordialmente accolti in casa sua ed è stato come tornare in dietro di 100 anni. Senza luce, senza finestre, senza riscaldamento se non un braciere al centro della stanza, senza privacy, visto che le “camere” avevano una sottile parete divisoria in legno e tende come porte. Un’emozione davvero fortissima.

Dove mangiare a Chiang Mai

Tornando a Chiang Mai potrete ammirare centinaia di templi buddhisti (se ne contano circa 300) ma tutto il suo fascino francamente è nel centro cittadino, tanto da far sostare più del previsto i viaggiatori incantati dai vicoletti, dai mercatini e dalla vita che brulica nelle sue strade.

A Chiang Mai potrete partecipare a corsi di massaggio tradizionale (e concedervene uno al giorno, visti i prezzi e gli effetti benefici), di meditazione e cucina Thai. Se pensate che sia una città rivolta al passato, vi sbagliate di grosso perché ogni locale ha la sua connessione wi-fi ed è stata eletta come la “Top city for digital nomads”! E’ di sera però che la città diventa davvero magica.

Consigliamo una passeggiata nel pittoresco Night Bazaar retaggio, come quello di Chiang Rai, delle antiche carovane di mercanti che giungevano nella città dai paesi confinanti. Qui potrete sfrenarvi nello shopping e comprare i souvenir più impensabili e kitsch (saponette, candele profumate, incensi, scatole e stoffe varie). L’acquisto più utile che ho fatto io è stato un trolley per trasportare souvenir e regali a soli 400 baht!!! Se non vi è bastato lo shopping nel mercatino notturno, fate una capatina al Sunday Walking Street.

Cosa fare a Chiang Mai: tour tra gli ombrellini di carta di Bo Sang

Altro tour da fare è la visita a un Elephant Camp. Noi abbiamo visto il Maesa Elephant Camp (ingresso 600 baht a testa con tour sull’elefante). Acquistato un casco di banane e bambù per avere l’illusione di aver fatto amicizia con l’elefante, ci siamo fatti trasportare per un’ora lungo un tragitto volutamente accidentato per farci provare il brivido dell’avventura!

Dopo il tour, abbiamo assistito allo spettacolo degli elefanti addomesticati a giocare a palla, a scavalcare gli addestratori senza schiacciarli e a dipingere. In quel momento abbiamo capito di aver sbagliato: non è piacevole vedere questi possenti animali dipingere con la proboscide dei vasi con le margherite né vederli giocare a calcio e avremmo dovuto evitare quel camp, scegliendone uno più etico che non abbia come fine ultimo lo sfruttamento degli elefanti a fini turistici. Abbiamo ricevuto diverse segnalazioni sull’utilità di camp utilizzati come “centri di riabilitazione” dove si può davvero trascorrere una giornata a contatto con gli animali, fargli il bagno, accarezzarli e vederli scorrazzare nel loro ambiente naturale (consigliamo di dare un’occhiata al www.elephantnaturepark.org).

In zona è possibile visitare diversi laboratori artigianali. Concedetevi una visita alla fabbrica di pietre preziose “Gem’s”, dove si può osservare il processo di incastonatura e poi comprare splendidi gioielli a prezzi contenuti (soprattutto la pietra locale, il rubino!) o a quella delle lacche. Ancora, partecipate a una Visita alla fabbrica di ombrellini di carta di Bo Sang e alla visita al laboratorio di cermaiche Celadon.

Se volete acquistare uno tra questi oggetti, consiglio vivamente di farlo in quest’area perché essendo fabbriche, i prezzi sono più accessibili e la qualità è garantita da uno stringente controllo statale.

 

Cena al Khum Khantoke restaurant

Cena al Khum Khantoke restaurant

 

Dove mangiare a Chiang Mai: oltre al ristorante dell’hotel D2, consigliamo la cena tipica al Khum Khantoke Restaurant dove, tra balli tradizionali in costume, abbiamo mangiato un ottimo cibo thai. Per approfondimenti, leggete Dove mangiare a Chiang Mai.

Dove dormire a Chiang Mai: incorniciata.dove abbiamo alloggiato allo splendido Dusit D2 (un hotel moderno, con personale giovane, versatile e cordialissimo, menù ottimo e vario e splendida spa in cui ci siamo regalati indimenticabile il massaggio ayurvedico alla testa con olio caldo!).

Se tornate a Bangkok (noi invece abbiamo preso un volo per Koh Samui), per ritrovare il sorriso visto che il viaggio volge al termine, pianificate un’escursione verso l’antichissima città di Sukhothai, nome che in lingua thai significa “alba della felicità”. Sukothai è stata la prima capitale del regno e vale assolutamente una visita per  lo straordinario Parco Archeologico, riconosciuto dall’Unesco patrimonio dell’Umanità, con decine di siti da ammirare a piedi o in bicicletta (si possono noleggiare all’ingresso). Imperdibile la visita al Wat Si Chum (ingresso 50 baht), un tempio con una statua del Buddha seduto, alta 15 metri e larga 13].

Quando andare: il periodo migliore per soggiornare nella Thailandia del Nord va da Dicembre a fine Aprile anche se noi siamo andati in giugno e non abbiamo incontrato particolari disagi legati alle piogge monsoniche che si concentrano proprio nella stagione calda.

Se volete, leggete il nostro diario di viaggio della Thailandia, 19 giorni tra Bangkok, Nord e Koh Samui.

2 commenti

Pilar 6 Maggio 2019 - 11:35

Buongiorno,
Grazie per Il tuo racconto perché è molto dettagliato, volevo chiederTi de 3 notti e 4 gg bastano per vedere le principali attrazioni di Chiang Mai e Chiang Rai, e se secondo te ci si può organizzare autonomamente o è opportuno optare per un tour organizzato
Grazie
Pilar

Rispondi
Monica Nardella 15 Maggio 2019 - 14:02

Ciao Pilar, io ben 10 anni fa ho fatto questo tour con i Viaggi del Mappamondo ma grazie alle tantissime info reperibili online si può organizzare un tour in autonomia. Hai bisogno di qualche dritta?

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