Aix-en-Provence è un incanto. A me non vengono in mente aggettivi più adatti. E’ una cittadina della Provenza che accoglie il viaggiatore con un’esplosione di colori e di profumi che rendono il benvenuto davvero indimenticabile. E vogliamo parlare della luce che convinse Cezanne a sceglierla come il buen retiro ideale dove dipingere i suoi quadri? Pronti a scoprirla con noi?
Aix-en-Provence
La visita di Aix-en-Provence si è limitata a una sola giornata in occasione del #costablogtour, durante la tappa nel porto di Marsiglia (da cui dista una ventina di minuti di auto) e il primo approccio con Aquae Sextiae (nome che deriva dal suo fondatore, il console romano C. Sestio Calvo) è stato con la Città Vecchia, separata da quella nuova da Corso Mirabeau, un ampio viale alberato. Nella Vieil Aix spiccano la Cattedrale del San Salvatore, l’Hotel de la Ville con la Torre dell’Orologio e un dedalo di stradine che si aprono in piazzette caratterizzate o da mercatini o da stupefacenti fontane.
La Cathédrale Saint-Sauveur (in Rue Jacques de la Roque) è monumento storico dal 1840: della facciata colpiscono particolarmente il bellissimo portale gotico e la torretta incompiuta.
Varcato l’ingresso, verrete subito attratti dalla austera navata centrale e dagli organi posizionati ai suoi lati, dall’imponente fonte battesimale (caratterizzata da una cupola ottagonale in marmo bianco sorretta da altrettante colonne), dai pregevoli dipinti e dalle sculture espressive.
Rimaneggiata nei secoli, denuncerebbe gli stili architettonici che si sono sovrapposti pur mantenendo una solenne bellezza. Assolutamente da non perdere il chiostro romanico che vi darà un saggio della luce che bacia questa terra e che ispirò gli impressionisti.
Uscendo dalla Cattedrale, prendete a sinistra Rue Gaston de Saporta: se non l’abbandonerete mai vi porterà, tra un negozietto di saponette alla lavanda, una boulangerie, piazzetta con deliziosi tavolini e una patisserie, alla Torre dell’Orologio! La vedrete svettare in fondo alla strada e saprete di essere in prossimità della Place Hotel de Ville.
Della Torre vi basti sapere le due particolarità: quella di avere la campana “imprigionata” in una gabbia e di prevedere un avvicendamento stagionale tra i personaggi del seicentesco orologio astronomico! La piazza è incantevole!
Oltre alla torre campanaria vi si affacciano il Municipio, ricavato in un solenne palazzo del 1670 con facciata all’italiana e portale in legno, riconoscibile dalle bandiere che sventolano dal balcone e dalla targa dorata Hotel de Ville, il maestoso Antico Mercato del Grano (con il frontone decorato con una scultura che rappresenta il Rodano e la Durance) oltre a una serie di negozietti tipicamente provenzali dove spendere tempo e denaro (come ho fatto io ne “La cure Gourmande” tra cioccolata, caramelle e biscotti)!
Se volete fare una pausa, questo è il luogo giusto: sedetevi a un tavolino in piazza e, gustando un caffè, osservate il quotidiano via vai di turisti a meno che non sia martedì, giovedì o sabato perché in questi giorni, in piazza, si svolge il mercato dei fiori e uno dei libri di seconda mano la prima domenica del mese.
Proseguendo per Rue Marechal Foch, invece, incontrerete Place Richelme dove trionfano i colori e i profumi di un mercatino giornaliero – solo al mattino- di frutta, verdura e spezie! Perdetevi anche qui, più che per fare spese, per scattare tante foto: è davvero un luogo fotogenico come pochi!
In questa piazza, in un angolo, si trova la “Fontana del porcellino”, una copia di quello che si trova a Firenze. Anche in questo caso, il nome è improprio perché raffigura un cinghiale ma… strofinategli il naso e infilategli una monetina in bocca: se, cadendo, la monetina oltrepasserà la grata dove cade l’acqua, vi porterà fortuna ugualmente!
Rimettetevi in cammino: la vostra meta è Cours Mirabeau e per raggiungerlo suggeriamo di continuare per Rue Marechal Foch e quindi Rue Aude. Questo itinerario vi regalerà una bella visuale su Place d’Albertas, una piazza in stile barocco/rococò dove spicca una fontana.
Immettetevi lungo Rue Espatriat (spalle alla piazza, a destra) quindi Rue Fabrot che vi farà arrivare a destinazione, all’altezza del Passage Agard (l’Antico convento dei Carmes che collega il Cours al Palazzo di Giustizia di fronte a cui – in Place de Verdun – si svolge, il martedì, il giovedì e il sabato, un mercatino delle pulci e dell’antiquariato).
Lungo il Corso, orlato di platani, si trovano brasserie, bar, caffè. Potrete decidere di fermarvi qui per pranzo – come abbiamo fatto noi alla Bastide du Cours – oppure proseguire con la passeggiata.
Consigliamo di vedere un’altra chiesa, la Paroisse Saint-Jean-de-Malte.
Per individuarla, imboccate il Cours alla vostra sinistra, superate la splendida fontana bon Roi René e prendete la Place Forbin a destra.
Ancora a destra, al numero 24 di Rue d’Italie, troverete la più antica testimonianza di arte gotica della Provenza che svetta col suo portale rosso in una deliziosa piazzetta acciottolata da cui potrete accedere anche al Museo di Storia Naturale di Aix.
La chiesa duecentesca (il cui nome rievoca il precedente sito su cui è stata edificata, la chiesa degli Ospedalieri e il priorato dei cavalieri maltesi) conserva straordinarie finestre policrome e un numero importante di quadri che la rendono uno scrigno davvero prezioso.
Tornate dunque sui vostri passi e immettetevi su rue Mazarin (parallela al corso) per ammirare forse la fontana più bella di Aix: la Fontaine des Quatre Dauphin con i suoi 4 delfini gorgoglianti.
Spostatevi dal geometrico quartiere Mazarin e tornate sul Cours e percorretelo tutto, fino a una piazza circolare con La Rotonde un’altra (imponente questa volta) fontana al centro che dà il nome alla piazza. Sul lato destro, immortalatevi con Cezanne: il pittore è onnipresente in città tra statue (come in questo caso), targhe dorate e siti in cui la sua presenza è ancora viva.
Pensate che in suo onore esiste il “percorso Cezanne” che tocca la casa natale in Rue de l’Opera 28, la Chiesa della Maddalena in cui sposò la sua Elisabeth e battezzò i figli, il Caffè Beaufort, dove si riuniva con altri artisti locali e la scuola di disegno (oggi Museo Granet).
Per i veri appassionati, sono stati studiati 5 itinerari che dal centro della città giungono nei dintorni di Aix-en-Provence: identificati con colori differenti e torrette che raffigurano il volto del pittore con la bombetta vi condurranno rispettivamente alla casa di campagna sulla collina di Lauves (l’Atelier di Cezanne, percorso grigio); alla Bastide du Jas de Bouffan, la vecchia casa di famiglia (percorso giallo); lo Chemin du Bibemus per visitare le cave rosse frequentemente immortalate nei suoi paesaggi (oltre alla possibilità di fare un lungo circuito attorno alla bellissima montagna Sainte-Victorie; percorso rosso); a Le Tholonet dove affittò una stanza allo Chateau Noir, reso celebre in almeno una quarantina di opere (percorso verde). Il tour ideale dovrebbe terminare a Gardanne, un curioso paesino arroccato su una collina (percorso blu).
E della Aix-en-Provence romana? Le Terme di Sextius, nei pressi del Trianon, sono ancora parzialmente visitabili (accanto sono state costruite quelle “moderne” nel ‘700).
La chicca: un altro mercatino in cui potreste imbattervi in città, a riprova del piacere che hanno in Provenza a fare la spesa al mattino tra i banchi a km0 è quello di Place des Prêcheurs, di frutta e verdura il martedì, giovedì e sabato e di fiori gli altri tre giorni (chiuso la domenica).
La chicca 2: in Rue Joseph Cabassol, una traversa di Cours Mirabeau, si trova Book in Bar, una caffetteria letteraria con testi anglo-francesi. Noi ci siamo fermati il tempo di un caffè ma abbiamo invidiato molto le signore sedute tra i libri, perfettamente rilassate, che si gustavano la loro colazione. Un luogo davvero speciale!
Dove mangiare: la Bastide du Cours un locale storico proprio su Cours Mirabeau. Il ristorante, tra le altre cose, offre menù fissi a prezzi buoni e piatti tipici. Sicuramente turistico ma per una tappa di una giornata con tempi abbastanza stretti secondo noi ha assolto egregiamente alla funzione!
2 commenti
La Provenza è sempre la Provenza, epperò è piena di francesi. Troppi a dire il vero 🙂
i provenzali meglio dei parigini, questo va detto! 😛