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Molise, terra di scoperta tra romani e monasteri

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San Vincenzo Nuovo Molise

Durante il nostro weekend in Molise la regione che non esiste oltre a scoprire vivide testimonianze del fiero popolo sannita, abbiamo ammirato anche la Molise romana e religiosa.

Tour cosa vedere in Molise

Il tour ha preso le mosse in una tiepida mattina di settembre dal Santuari o di Santa Maria del Canneto (a Roccavivara, in provincia di Campobasso), è proseguito verso il complesso di San Vincenzo al Volturno e si è concluso ad Altilia, la bellissima Saepinum romana.

 

Terme di Saepinum

Terme di Saepinum

 

Il Santuario di Santa Maria del Canneto e la Villa rustica romana

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Santuario di Santa Maria Canneto

Nelle immediate adiacenze del Santuario, esempio di splendido romanico eretto dai monaci benedettini di San Vincenzo e Montecassino tra il 1137 e il 1166, si trova infatti una bella Villa rustica romana rinvenuta durante campagne di scavo nel 1977.

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Villa rustica romana di Canneto

 

Nell’agro di Roccavivara scorre ancora oggi il Trigno (all’epoca costeggiato da un fitto canneto, da cui il nome del Santuario) che assicurava acque abbondanti per una fiorente attività agricola.

La villa era pertanto autosufficiente, vi si producevano vino e olio e, dai resti di una pavimentazione a mosaico, si può supporre che ad un certo punto anche il dominus l’abbia eletta ad abitazione principale, facendola abbellire con delle pregiate decorazioni.

La visita del sito regala al visitatore un duplice vantaggio: una lezione sulla conformazione di un’antichissima “azienda agricola” e la tappa in un Santuario divenuto, grazie al devoto recupero negli anni ’30 di Don Lemme, meta di pellegrinaggi mariani per la scultura della Vergine posta sull’altare.

Nella sua semplicità, la chiesa costruita con l’utilizzo di materiali rinvenuti in loco e col recupero di spazi in buono stato di conservazione, sorprende ancora oggi per la presenza di un imponente ambone-pulpito sul lato sinistro risalente al ‘200!

San Vincenzo al Volturno

Il fil rouge dei benedettini ci ha portati al Complesso di San Vincenzo al Volturno (tra Castel San Vincenzo e Rocchetta al Volturno, in provincia di Isernia), testimone di una stratificazione di insediamenti tra Sanniti e Romani ma, soprattutto, di una fiorente comunità monastica che dovette fare i conti con un incendio, la prima minaccia di un attacco da parte di una popolazione di arabi (scongiurata solo col pagamento di un congruo tributo) e il saccheggio vero e proprio dell’881.

Quando i monaci, dopo un lungo periodo di esilio, tornarono all’antico cenobio, decisero di rifondarlo in una zona più sicura e protetta, sull’argine destro del fiume Volturno.

San Vincenzo al Volturno

Complesso di San Vincenzo al Volturno

Oggi i due siti, che sembrano completamente separati, sono in realtà i resti del medesimo complesso.

In uno, si possono ammirare:

  • la Chiesa Sud e quella Nord,
  • la Cripta di Epifanio con un preziosissimo ciclo di affreschi che raccontano il martirio di alcuni Santi,
  • un’imponente Basilica con la sua cripta e spazi specifici della vita monastica (refettorio, cucine lavatorium, magazzini).

Nell’altro sito, si può visitare San Vincenzo Nuovo (fine XI sec. – inizi XII).

Non c’è foto in cui la nuova Abbazia (o meglio, ciò che rimane della struttura fortificata purtroppo perduta a seguito di rifacimenti rovinosi) non compaia con la fisionomia caratteristica del “portico dei pellegrini”.

Si ha traccia di questo straordinario complesso, nell’antichissimo Chronicon Volturnense del 1130.

San-Vincenzo-Nuovo-Molise

San Vincenzo Nuovo

 

Sepino

Il viaggio ne #laregionechenonesiste ci ha catapultati nuovamente in piena epoca romana grazie alla straordinaria visita dell’antica Saepinum, la città attraversata dall’antico Tratturo Pescasseroli-Candela e conosciuta anche col nome medievale di Altilia, in provincia di Campobasso.

Abbiamo passeggiato tra edifici che ancora preservano molte delle caratteristiche originali: il Foro, la Basilica con le colonne, il mercato, le terme, le mura reticolate, la fontana del Grifo, l’antico mulino e altri rinvenimenti di epoca addirittura sannitica (non dimentichiamo infatti che, alle spalle di Saepinum, sulla montagna, era arroccata l’antica Saipins – o Terravecchia – la città sannita distrutta durante la Terza Guerra Punica).

Saepinum la città romana del Molise

Sepino, l'antica Saepinum

Sepino, l’antica Saepinum

 

La chicca per gli amanti della natura: Lago di Castel San Vincenzo

Prima di visitare il complesso di San Vincenzo, fate una tappa all’omonimo lago, un invaso artificiale dalle acque di un colore cangiante a seconda del riflesso predominante: dal verde della vegetazione al blu delle montagne che vi si specchiano!

Alcuni lo frequentano per pescare, altri in estate lo navigano con pedalò, altri si fermano per fare camping.

Se invece il trekking è la vostra passione, allora date un’occhiata alla pagina www.tratturocoast2coast.org: potrete partecipare alle camminate lungo i tratturi o, in perfetta autonomia, ripercorrere il suggestivo itinerario sulle Orme dei Sanniti (regio tratturo Castel di Sangro – Lucera)!

 

Lago Castel San Vincenzo

Lago Castel San Vincenzo

 

Informazioni sul percorso

Santuario della Madonna del Canneto:  lungo la SP15, oltrepassato il bivio per Roccavivara, troverete le indicazioni per il Santuario. Orari: tutti i giorni dalle 8 alle 19. La Villa rustica romana è aperta dal lunedì al sabato dalle 8 alle 14. Prezzi: ingresso libero.

San Vincenzo al Volturno: Contrada Abbazia S. Vincenzo, Rocchetta al Volturno. Orari: tutti i giorni dalle 10 alle 19 tranne il lunedì.

Sepino: loc. Altilia (CB). Il sito è sempre aperto ed è liberamente accessibile.

Special Thanks: Bertrando di Renzo, Superficie8 e Nicola di Lalla amministratore di Moli.se.

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