Lo Scaffale torna ai grandi viaggiatori, per mettere in valigia (o in tasca!) qualcosa di veramente speciale da leggere in ogni circostanza, per chi è in procinto di partire, per chi vorrebbe ma ora proprio non può, e per chi è già in viaggio, ma ci segue anche mentre è in “marcia”.
Alberto ed Ernesto, sono giovani, pieni di vita e voglia di sperimentare. L’anno 1951 giunge alla fine mentre i due amici iniziano un’avventura che entrerà nell’immaginario collettivo come uno dei grandi viaggi del secolo scorso.
Ernesto Guevara non è ancora il Che, è un ragazzo prossimo alla laurea in medicina, che decide di saltare sulla sella di una moto vecchia ma gloriosa, una Norton del ’39, chiamata amichevolmente nonché assai ironicamente: Poderosa. È così che con Alberto Granado partono da Buenos Aires per giungere dopo mesi di peripezie, esperienze esaltanti e profonde, scorribande alternate a momenti di intenso pathos, a Caracas.
Le Notas de viaje di Ernesto sono poi divenute un libro, Latinoamericana pubblicato da Mondadori. È un opera divertente e sorprendente, ovviamente famosa anche grazie all’onda lunga del film I diari della motocicletta di Walter Salles del 2004, un cinema di qualità, senza dubbio da vedere. Ma anche Alberto è autore di una chicca libresca (assolutamente migliore, letterariamente parlando, di quella scritta dal celebre compagno) Un gitano sedentario meritoriamente pubblicato da Sperling & Kupfer; il sottotitolo sembra scritto dalla grande Lina Wertmüller: L’autobiografia del ragazzo che viaggiò in moto con Che Guevara e lo seguì nella Cuba della rivoluzione. Wow! Mancava spazio in copertina altrimenti avrebbero continuato raccontando di come si erano conosciuti e divenuti amici decisero che ecc, ecc..
Visitare i luoghi accompagnati da libri e scrittori, osservare il mondo circostante attraverso la lente d’ingrandimento offertaci dall’esperienza di viaggiatori, di ogni epoca, che prima di noi sono passati di là. Avere ottima musica e buoni film sui quali fare riferimento, fermarsi a gustare un piatto, un liquore e partire sulla scia del gusto per altri luoghi ancora. Risalire la corrente dell’arte e dell’architettura che compongono la cifra stilistica di una città. Seguire la folla, fischiettando una canzone; stupirsi per un paesaggio inconsueto, farsi sorprendere dal viaggio, dalla bellezza.
Tutto questo, e come usa dirsi “e molto altro ancora” è Viaggi e altri viaggi di Antonio Tabucchi scrittore e viaggiatore, edito da Feltrinelli. Un libro davvero brillante, che riesce con leggerezza e maestria ad accompagnare il lettore a compiere un itinerario intorno a questo nostro, caro, pazzo, mondo.
Alla prossima. M.I.