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In viaggio con… Monsieur Ibrahim

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Oriana Fallaci e

Iniziamo così: “è stato decapitato Hervé Pierre Gourdel, il turista francese rapito dai miliziani algerini legati ai jihadisti sunniti dell’Is.” Questa tragica notizia, battuta dalle agenzie di tutto il mondo, ci riempie di tristezza e ci tocca in modo particolare. “Gourdel, un turista”.

 

Manifesto Oriana Fallaci

Su una porta arrugginita di Firenze. Oriana Fallaci [photo credit emiana]

Intendiamoci. Ogni morte è una tragedia; soprattutto, lo sono gli omicidi. Il mondo all-news nel quale viviamo ci fornisce così tante notizie legate ad accadimenti terribili che non è possibile sottolinearli tutti. Noi, seguendo la nostra passione di sempre (il viaggio, i libri, la gastronomia, l’arte e la cultura dei luoghi che visitiamo o nei quali vorremmo andare) facciamo altro, tuttavia, è la cronaca che si occupa di noi. Mi viene in mente quell’aforisma contro l’indifferenza “ se non ti occupi della politica è la politica che si occuperà di te”. Dunque, dobbiamo occuparci di ciò che accade, anche noi turisti, anche nel nostro spazio dedicato al relax ed alla passione del bello.

Torniamo alla terribile notizia di apertura. È una frase densa di informazioni, immediata e chiara, ma andrebbero messi in luce alcuni punti. Chi sono i jihadisti? Quale differenza c’è tra sunniti e sciiti? E poi l’Is? Cosa c’entrano gli algerini? Ultima domanda: quanti sanno rispondere a questi interrogativi? Già, perché è inutile girarci intorno, sono questioni del nostro tempo e non è più il caso fare “orecchie da mercante” ed accontentarsi dei forse.

Alcune persone, scelgono la strada semplice del bianco e nero. Male e bene. Noi e loro, o peggio quella del: non m’importa. Sono la maggioranza? Non lo so e spero che non sia così. Una cosa la sappiamo però, chi taglia una testa per mandare un messaggio, come chi mette una bomba, o spara a casaccio sulla folla, è un assassino. Restiamo sulla lettera però (a rischio di essere sommari): chi fa del terrore la sua arma, per proprie ragioni che vuole affermare su altri individui, è un terrorista. Siamo contro i terroristi, li vorremmo in galera e ridotti al silenzio. Dobbiamo capire cosa c’è dietro però, altrimenti non faremmo altro che nascondere la polvere sotto al tappeto. Il tempo attuale è questo che ci chiede, capire, cercare la strada migliore.

La letteratura saggistica, mare molto vasto ed eterogeneo, è forse la sola che può bilanciare con accuratezza le domande che ci poniamo, dunque per avere degli indirizzi sicuri su cosa leggere, anche in base alle proprie preferenze, rimandiamo agli elenchi bibliografici, disponibili online, dei corsi universitari (italiani e non) che si occupano di questi temi; per trovare ciò che interessa bastano davvero un paio di click.

Quanto a noi… Ibrahim, ecco! In questi frangenti vorremmo avere al nostro fianco uno come lui, Monsieur Ibrahim, musulmano, turco non arabo, vive di commercio a Parigi (la ville della fine degli anni ’50) legge il Corano ed adotta, facendolo suo erede, Momo, un ragazzo ebreo. Il rapporto tra i due è alla base di questo romanzo di formazione, scoperta del mondo e della sessualità, degli altri, della complessità e della bellezza della vita. Per non sciupare nulla del romanzo, per ora accontentiamoci di sapere che Ibrahim e Momo partiranno per un viaggio che li porterà in Turchia, viaggio intenso, vero, dal quale si torna cambiati. Il vecchio distilla gli insegnamenti del Corano, i fiori del libro sacro al giovane il quale, come il lettore, non potrà che trovarci una profonda saggezza che scavalca le fedi per giungere alla cifra essenziale di ogni religione, o percorso spirituale, ovvero quella di cercare di essere umani (essere Mensch) poiché, in definitiva, ogni indirizzo buono ha l’intento di spingerci a compiere il bene e ad essere migliori per noi stessi e con gli altri.

Oggi possiamo ben dirlo, conosciamo la storia del mondo e sappiamo che chi brandisce una fede, una religione, un dio, un simbolo, come arma è solo un imbecille e/o un criminale. Nulla hanno a che fare con le divinità le violenze e le sconcezze umane. Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano di Eric-Emmanuel Schmitt pubblicato da Edizioni E/O.

Ci sembra appropriato riscoprire oggi questa storia che, prima di tutto è una gran bella storia, scritta bene e divertente, poi è anche, un libro di viaggio! Infine, fu pubblicato in Francia nell’estate del 2001, prima dell’11 settembre e cioè prima che si compisse nella realtà l’opposto del suo messaggio, prima che il mondo cambiasse.

Ma non siamo angeli, e di rado riusciamo ad essere come Ibrahim. Allora, abbiamo bisogno anche di sfogarci, per farlo ci viene in soccorso una grande giornalista, Oriana Fallaci, con un libro che scritto immediatamente dopo l’11 settembre è la risposta forte “di pancia” e senza censure a quegli eventi (e per estensione ad ogni attacco verso quello che è definito Occidente, il che volenti o nolenti è attacco alla casa che abitiamo tutti noi). Questo libro è ormai un classico contemporaneo che non smette di dividere le opinioni e di accendere nuove discussioni: La rabbia e l’orgoglio è edito da Rizzoli.

Per finire con leggerezza, andiamo su altri testi e proponiamo invece che il celebre “Scontro” di Samuel P. Huntington, uno scontro molto più vicino a noi: Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio di Lakhous Amara, sempre dato alle stampe da E/O. Un libro che vale la pena, davvero. Per viaggiare nel luogo più multietnico d’Italia, dove la minoranza della popolazione residente è composta proprio dagli italiani!

Alla prossima. M.I.

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