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Lo Scaffale di TDM: ¡Hola España!

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flamenco nacchere spagna

Crótalo./ Nacchera.
Crótalo./ Nacchera.
Crótalo./ Nacchera.
Escarabajo sonoro./ Scarabeo sonoro.
En la araña/ Nel ragno
de la mano/ della mano
rizas el aire/ arricci l’aria
cálido,/ calda,
y te ahogas en tu trino/ e soffochi nel tuo trillo
de palo./ di legno.
Crótalo./ Nacchera.
Crótalo./ Nacchera.
Crótalo./ Nacchera.
Escarabajo sonoro./ Scarabeo sonoro.
(Federico Garcia Lorca, Seis caprichos, Cròtalo. Traduzione C. Rendina)
 
In questi giorni in Spagna capitano cose. La “roja” torna a casa dal Mondiale del Brasile con la coda tra le gambe, facendo piangere molti tifosi. Intanto, parte della popolazione, auspica l’avvento della repubblica (ed il nostro cuore non può che essere con loro) mentre un re abdica ed un altro sale al trono. Ed è proprio Filippo Borbone numero VI (il nuovo re) che ci ha ispirato, così abbiamo scelto il “trillo” di Lorca per salutarlo.

Felipe, nel suo discorso al parlamento, ha citato alcuni autori rappresentativi della letteratura e della cultura spagnola, tra i quali Machado e Cervantes. Mentre parlava però, ad un tratto, sarà stato Machado, sarà stata la retorica nazionalista (comunque temperata) che esigeva un bilanciamento, insomma, abbiamo sentito il desiderio di ascoltare Federico.
Lorca è brillante e con poche parole riesce ad evocare immagini potenti. 

“Il trillo delle nacchere… l’aria calda di una terra illuminata, gialla di sole. Ed ancora, nacchere… suono che porta a ballare, al flamenco! Danza rossa di passione, e come questa sono rossi anche il viono ed il sangue. Un salto alla plaza de toros? Dove la sabbia è gialla, ancora, e la morte è rossa, i colori della bandiera”. Questa era solo una, modestissima, delle possibili strade che possono nascere dalla poesia del nostro Federico.

Per un giretto in terra iberica, parlando di aristocratici vecchi e nuovi, ma anche di plebei e disgraziati, scegliamo di prendere un libro di Arturo Perez-Reverte, autore contemporaneo molto apprezzato per riuscire a mettere in scena spaccati, credibili, di realtà trapassate.

Il suo libro più famoso del genere “cappa e spada” è senz’altro Capitano Alatriste (romanzo divenuto poi famosissimo grazie all’omonimo film del 2006). Incontrare in una taverna Quevedo, battersi a fil di spada per una calle buia. Combattere per el Rey nelle Fiandre, Alatriste, pubblicato ora da Il Saggiatore, è una storia divertente “delgenerechesileggedunfiato”.

Ma dicevamo? Già, Machado, la raccolta di poesie pubblicate da Newton Compton, con testo a fronte e buone traduzioni, è talmente super-economica (un grande autore per quattro, cinque euro) che vale proprio la pena metterla in tasca senza pensarci troppo.

Sempre Newton pubblica Federico García Lorca, che comunque è dato alle stampe da una schiera di case editrici, ce n’è per tutti i gusti.
Alla prossima. M.I.

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