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Marocco on the train: Diario di viaggio di Fes e Meknes

Pubblicato: Ultimo aggiornamento il
Fes Marocco

In questo articolo proseguiamo il nostro viaggio in Marocco alla scoperta delle sue città e delle sue particolarità.

Programma ed itinerario:

  • 20-25 agosto Tangeri
  • 25-28 agosto Fes/Meknes
  • 28-30 agosto Rabat
  • 30-31 agosto Casablanca

Spostamenti aerei con la compagnia di bandiera marocchina Royal Air Maroc. Spostamenti in loco con l’efficientissima linea ferroviaria ONCFTratta Tangeri – Fes: 4 ore di treno al prezzo di 310dhs in due (circa 28€), 1a classe.

Medina-Fes-Marocco

L’immensa Medina di Fes dalla Tomba dei Merenidi

Marocco on the Train Seconda parte

La seconda parte del nostro Marocco on the train prosegue verso Fes (leggi la prima parte: Diario di Viaggio Tangeri).

L’esperienza delle ferrovie marocchine va fatta, assolutamente! A dispetto di qualunque sciocco pregiudizio che farebbe propendere automaticamente per il noleggio di un’auto, i treni sono puliti, puntuali e soprattutto economici!

Per farvi un’idea dei prezzi e per pianificare il vostro tour, consultate il comodissimo sito ONCF: purtroppo i biglietti non possono essere acquistati fuori dal Marocco, dovrete pertanto avere cura di farlo quando arrivate in paese, almeno un giorno prima della partenza per assicurarvi il posto in prima classe (i posti sono assegnati e la carrozza è dotata di aria condizionata).

Se doveste prendere il treno il giorno stesso dell’arrivo in Marocco, non preoccupatevi: i marocchini viaggiano quasi esclusivamente in 2a classe e quindi non dovreste avere difficoltà a trovare posto in 1a. Se per sfortuna non lo trovate, valutate seriamente la possibilità di attendere il treno successivo perché se partite d’estate è quasi impossibile fare lunghe tratte senza aria condizionata (riservata ai viaggiatori in 1a).

La tratta Tangeri – Fes corre via velocemente, nonostante le 4 ore di viaggio. Si è irresistibilmente attratti dal paesaggio circostante che offre panorami incredibilmente vari, tra colline riarse, uliveti che sembrano non finire mai, accampamenti, greggi di pecore che brucano il nulla, baraccopoli, bambini che salutano gioiosi al passaggio del treno. La stazione di Fes è molto moderna, nonostante sia realizzata con inconfondibili motivi moreschi.

Dove dormire a Fes

Prendiamo un petit taxi che, con 40dhs ci porta al Palais Faraj (al ritorno riusciremo a spuntare il passaggio a 20dhs, ma secondo me solo perché il taxi era davvero fatiscente… privo persino delle maniglie per aprire i finestrini!).

Fes

Fes

Palais Faraj, ingresso 

La struttura è bellissima e molto lussuosa: riusciamo ad alloggiarvi solo perché è stata inaugurata da qualche mese e i prezzi sono in promozione.

Palais Faraj, suite

Palais Faraj, suite

Posizione Strategica dell’Hotel

Gli altri due motivi di appeal sono la vicinanza alla Medina (solo 10 metri dalla porta Bab Ziat) e la vista incomparabile sulla stessa sconfinata, labirintica, claustrofobica città vecchia.

Consigliamo di ritagliarvi qualche ora per godervi la piscina e gli strepitosi massaggi nella spa. Unico neo di questo hotel, è la politica di addebito sulla carta di credito, a puro titolo di garanzia al momento del check in, di una cifra spropositata (tra l’altro superiore a quella che avremmo dovuto pagare per l’intero soggiorno). E’ un sistema che non condividiamo perché, nonostante lo storno al check out, riduce il plafond della carta di credito per due settimane e, se si è in viaggio per un lungo periodo, può comportare delle difficoltà per i pagamenti successivi.

Il tempo del check in e ci tuffiamo nella prima e più genuina esperienza di città imperiale. Chiaramente, data l’ora serotina, ci limitiamo a lambire la vera Medina per non farci sorprendere dal buio ma la passeggiata ci frutta la conoscenza di un giovane fassi (così si chiamano gli abitanti di Fes) che si offre l’indomani di farci da guida. Si tratta di una faux guide (una guida non autorizzata).

Lo sappiamo benissimo, si è anche presentato con il curriculum classico: studente universitario che mastica l’italiano che arrotonda facendo da guida per i turisti che vogliono fare un’esperienza sicura e genuina!

Nonostante ci abbiano messo in guardia, accettiamo di buon grado: è impossibile orientarsi  da soli nella medina tra le più grandi del Marocco e quindi contrattiamo 200 dhs per tutta la mattinata e torniamo in hotel per cena. Il Palais Faraj è collocato su di un’altura: il nostro tavolo sulla terrazza è quello con la vista più bella sulla Medina.

Palais Faraj, terrazza

Palais Faraj, terrazza

Palais Faraj, vista dalla terrazza

Palais Faraj, vista dalla terrazza

Palais Faraj, vista dalla terrazza

Pare di osservare un enorme presepe, costituito da migliaia di casette e lucine accese. Domani saremo là in mezzo!

La visita di Fes

L’indomani, dopo una colazione squisita, arriviamo all’appuntamento e troviamo la guida ad attenderci. Ci informa però che non potrà accompagnarci per un imprevisto: ci affida ad un altro ragazzo. Capiamo che lo “studente” fa da esca, salvo poi mandare suoi amici in giro per la città.

Questo “disguido” gli costerà almeno 50dhs ma non glielo diciamo! Kozif si mostra comunque bravissimo. Parla benino l’italiano (meglio l’inglese) e ci mostra i vicoli più caratteristici, i quartieri più interessanti, persino palazzi che rientrano in tour ufficiali ma che a quell’ora sono ancora chiusi al pubblico  (dopo un’iniziale diffidenza ci lasciamo convincere e visitiamo Riyad Moqri).

Un paio di svolte a destra, un paio di svolte a sinistra e abbiamo perso ogni riferimento. Siamo in balia di Kozif! Ci muoviamo in un vero e proprio labirinto, a tratti buio, soffocante e maleodorante, tra instabili impalcature di legno e stradine larghe al massimo 60 centimetri!

Sappiamo che nella città vecchia vivono 150 mila persone. Sappiamo che le strade censite sono più di 9 mila. E’ impossibile non sentirsi disorientati e oppressi almeno per la prima mezz’ora! Poi però i vicoli si aprono.

Incontriamo muli che trasportano merce, bambini che giocano, vecchietti che arrancano in salita. Sentiamo i rumori di chi è al lavoro. Sentiamo il richiamo alla preghiera del muezzin che riecheggia sempre più lontano e finalmente entriamo nell’anima di Fes, liberandoci dagli schemi mentali a cui siamo abituati.

Non esistono cartelli, non esistono punti di riferimento, non esistono percorsi nel labirinto. Ci si deve affidare al caso e all’istinto per scoprire gli scorci più belli.

Riyad  Moqri

Riyad  Moqri

A noi interessa anche la conceria. Sappiamo che dovremo sorbirci il classico giro nel negozio di pellame (ci siamo già passati a Marrakech), ma quando Kozif sceglie quello che ha la terrazza con la migliore prospettiva sulla conceria, nel quartiere Chaouwara, facciamo buon viso a cattivo gioco.

Ci muniamo del rametto di menta sotto al naso e saliamo verso il tetto e ascoltiamo con attenzione la persona che ci racconta il procedimento di pulitura delle pelli nelle vasche bianche e quello di pittura nelle vasche colorate.

Non vediamo molte persone al lavoro e le vasche della tintura sono praticamente vuote. Stupidamente lo attribuiamo al fatto che è domenica, ma poi lo escludiamo, visto che per i musulmani il giorno di festa è venerdì. La guida ci dice che il periodo migliore per visitare le concerie è la primavera quando i colori traboccano dalle vasche.

Le concerie di Fes

Le concerie di Fes

Concerie

Purtroppo, dopo il promettente inizio, Kozif viene affiancato (a distanza, ma era impossibile non vederlo) da un uomo che gli intima di seguirlo.

Il passo si fa più veloce, fatichiamo quasi a stargli dietro e ci troviamo ora davanti a un negozio di artigianato ora davanti a un negozio di tappeti.

Gli diciamo che abbiamo già acquistato tutto, che non ci serve nulla. Kozif sembra mortificato, ci chiede di dare almeno un’occhiata ma non vogliamo trovarci in estenuanti trattative per un oggetto che non ci serve. Siamo decisi a non snaturare il nostro tour.

Glielo ribadiamo. Lo vediamo parlottare con l’uomo coi baffi e quando torna da noi ci dice che il tour è finito. Capiamo le sue ragioni: il guadagno delle faux guides è sulle percentuali riconosciute dai negozianti ma noi abbiamo tante cose da vedere e non possiamo perdere tempo in giri inutili.

Lo ringraziamo e lo salutiamo, decurtando di altri 50dhs l’importo pattuito. Lui non polemizza. Probabilmente è più che sufficiente.

Per fortuna lo congediamo all’altezza di Place as-Seffarine, la piazza dei lavoratori dell’ottone. Da qui è difficile perdersi perché vi convergono le due strade principali, Talaa Seghira e Talaa Kebira. Se vi muoverete su queste due strade non potrete smarrirvi: perché percorrendole per tutta la loro lunghezza arriverete obbligatoriamente alla Bab Bou Jeloud (uscendo dalla Medina) e perché sono punteggiate da cartelli stradali di 5 colori differenti che indicano altrettanti itinerari sicuri (arancione: Fes el-Jdid; azzurro: quartiere andaluso; blu: monumenti e souq; verde: palazzi e giardini andalusi; viola: tour degli artigiani).

Cartelli tour nella Medina

Cartelli tour nella Medina

Noi decidiamo di risalire Talaa Kebira perché lungo questo itinerario si possono vedere più cose: da piazza Seffarine, visitiamo la Medersa Attarine (ingresso 10 dhs, orari dalle 9 alle 18), una serie di fonduk e souq, il bellissimo orologio ad acqua e la Medersa Bou Inania (ingresso 10 dhs, orari dalle 9 alle 18).

Medersa Bou Inania

Medersa Bou Inania

Affamati,  ci rifugiamo nel Café Clock, un localino che si raggiunge da un vicolo che parte proprio sotto l’orologio ad acqua. Se il vicolo dovesse essere buio, niente paura: addentratevi. Sulla sinistra, una cinquantina di metri dopo, vedrete l’ingresso del locale. Resterete estasiati dall’incredibile panorama che si gode da questo Café che si distribuisce in altezza su più piani e piacevolmente sorpresi dalla scelta di insalate e panini, oltre ai piatti più tradizionali!

Café Clock

Café Clock

Tombe dei Merenidi

Tombe dei Merenidi

Uscite dalla Medina e fatevi accompagnare da un petit taxi per pochi dirham alle Tombe dei Merenidi: lo spettacolo è assicurato, soprattutto al tramonto! Da lassù godrete una vista impagabile sulla sterminata Medina e potrete divertirvi a indovinare fin dove vi siete addentrati nella città vecchia, seguendo il profilo dei minareti!

Terzo Giorno in Marocco: Moulay Idriss e Meknes

Il giorno a seguire lo dedichiamo a un bellissimo itinerario con la visita di Volubilis, Moulay Idriss (la città santa) e Meknes (altra città imperiale).

Visitiamo per primo il sito archeologico perché è il più lontano. Poi la nostra guida ci conduce su una strada panoramica che ci permette di ammirare Moulay Idriss da lontano.

La città si trova in una valle ma è stata curiosamente costruita su due colline. Da lontano effettivamente sembra di vedere le gobbe di un cammello!

E’ la Città Santa del Marocco perché ospita la tomba dell’omonimo Santo, discendente di Maometto. In agosto vi ha luogo un pellegrinaggio (il Moussem) tanto importante da valere quanto un viaggio alla mecca se ripetuto per 5 anni!

Moulay Idriss

Moulay Idriss

Moulay Idriss, particolare

Moulay Idriss, particolare

Moulay Idriss ci dirigiamo a Meknes. Purtroppo la sua vicinanza a Fes la obbliga a un ingiusto oblio.

Il limitato numero di turisti in giro per la cittadina ci permette di fare un bel giro tra la splendida Bab Mansour, il bacino di Agdal e il Mausoleo di Moulay Ismail (l’ingresso è libero. Addentratevi nella struttura e lasciate un’offerta al custode della tomba: potrete entrare, in rispettoso silenzio e senza scarpe!).

Meknes, Bab Mansour

Meknes, Bab Mansour

Uscendo dal Mausoleo girate a destra e varcate gli archi: ancora a destra vedrete l’insegna del ristorante “Salma”. Si tratta di un locale turistico, non vi aspettate piatti raffinati o prelibati: ad un prezzo onesto mangerete pietanze tipiche, cucinate discretamente. In compenso, ha una terrazza panoramica con un piccolo gazebo dove c’è solo un tavolo. Potrete pranzare (o cenare) in assoluta intimità, godendo di un cameriere quasi in esclusiva! Continua…

Dove mangiare a Fes

A pranzo, al Café Clock, 7 Derb el Magana, Talaa Kbira. A cena, al Ristorante La terrasse dell’hotel (si mangia molto bene. I prezzi sono medio alti. Il menù dovrebbe essere più vario, per assicurare agli ospiti che alloggiano più notti, di scegliere tra piatti diversi).

Dove mangiare a Meknes

Restaurant Salma, 2 Derb Hammam Moulay Ismail.

La chicca: conoscete Chefchaouen la città blu del Marocco?

4 commenti

TuristadiMestiere 13 Ottobre 2012 - 7:31

@mamma: assolutamente sì! Noi a Marrakech siamo stati 5 giorni. Non siamo andati nel deserto perché ci è talmente piaciuta la città da non volerci spostare, rimandando a un’altra occasione l’escursione!
@tizi: l’ho anche scritto: un po’ di apprensione l’avverti i primi minuti, soprattutto a causa dei pregiudizi con cui si parte… ma poi ci si immerge in quelle atmosfere e… non vorresti più andar via!
@daniela: forse il “viaggio” che stai facendo adesso è il più bello 😀 Quando tornerai in giro per il mondo, lo farai con una consapevolezza diversa, ne sono sicura! Un bacio!

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Anonymous 10 Ottobre 2012 - 12:56

cara mia leggere il tuo diario fa davvero voglia di andarci. ora che non mi posso muovere per un po’, un bel po’……viaggero’ cosi’. daniela

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Tiziana Bergantin 8 Ottobre 2012 - 15:35

Stupendo! Vi ho seguiti con “apprensione” attraverso la Medina in compagnia dei vostri ciceroni e meno male che vi ha lasciati in un punto buono, io avrei avuto un po’ di paura.

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Mamma con l'Ipad 8 Ottobre 2012 - 9:26

Che bello il Marocco…
vorrei tanto andarci.. stavop pensando au un weekend lungo : Marrakesh e una notte nel desero (ovvio che il bimbo lo lascio ai nonni:)
che dici?

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