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Marocco on the train: diario di viaggio di Tangeri

Cosa vedere a Tangeri, la città bianca del Marocco

Pubblicato: Ultimo aggiornamento il
tangeri negozio delle babbucce tipiche calzature del marocco

Per il nostro secondo viaggio in Marocco (per il primo leggete Cosa vedere Marrakech), alle classiche città imperiali abbiamo voluto aggiungere anche Tangeri.

La particolarità di questa avventura sono stati gli spostamenti.

A Tangeri siamo arrivati con la compagnia di bandiera marocchina Royal Air Maroc. In loco invece siamo saliti a bordo dei treni, lungo l’efficientissima linea ferroviaria (orari e tratte su ONCF.MA/FR). Cambio: 1€ = 11,055 dhs.

Viaggio in Marocco: Tangeri

Tangeri, la città degli artisti della Beat Generation, la città bianca, la città che sembra poter toccare con un dito l’Europa, così vicina ma così inaccessibile, la città dove il vecchio e il nuovo si fondono in un connubio indissolubile.

Molti la visitano con un’escursione giornaliera dalla Spagna (i porti di partenza sono Algeciras o Tarifa): noi no. Tangeri vale più giorni, senza ombra di dubbio.

Abbiamo scelto con cura la data della partenza perché non volevamo trovarci in città in pieno Ramadan, privandoci della vera vita che normalmente pulsa in questo paese.

Avevamo anche letto che i musulmani celebrassero la fine del Ramadan con una festa (l’Eid al-fitr, piccola festa), ma non ci aspettavamo sarebbe stata distribuita su 3 giorni e che noi li avremmo vissuti tutti e così intensamente!

L’Arrivo a Tangeri

Siamo atterrati all’aeroporto Ibn Battouta con un volo RAM. Ci siamo messi ordinatamente in fila per il controllo passaporti (abbiate cura di verificare la corretta apposizione del timbro di entrata, altrimenti potreste avere dei problemi al momento dell’uscita dal paese) e appena varcata la dogana, abbiamo cambiato subito 120€ (circa 1250Dhs).

P.S: L’ideale, per evitare commissioni e cambi sfavorevoli, è prelevare direttamente dal bancomat che però in aeroporto non abbiamo visto per poter affrontare le prime spese.

Prendete serenamente i taxi che trovate all’uscita: i prezzi sono imposti dal governo e scritti su un tabellone ben visibile. Una corsa in città costa 100Dhs in orario diurno, 150Dhs in orario notturno o in giorni festivi. Noi, pur essendo arrivati nel pomeriggio, abbiamo dovuto pagare 150Dhs perché era, come accennavo prima, il primo di 3 giorni di festa.

I tassisti di Tangeri sono un po’ spericolati alla guida ma la strada fortunatamente è breve (15 km), non presenta particolari criticità e francamente si è più catturati dal panorama circostante.

Dal finestrino si scoprono le primissime abitudini locali: la guida in motorino rigorosamente senza casco, le pochissime donne in giro tutte col velo, i numerosi uomini con la tunica bianca.

Dove dormire a Tangeri

L’hotel El Minzah, della catena Le Royale, è situato nella nouveau ville, proprio ai margini della medina. Costruito negli anni ’30 del secolo scorso, mostra uno stile ispano-moresco terribilmente affascinante. Ha un carattere e un’anima che lo rendono unico nel suo genere.

In questo 5 stelle dal fascino un po’ agé hanno alloggiato personaggi illustri e attori hollywoodiani.

A proposito di cinema: pare che il suo bar abbia ispirato la ricostruzione del famosissimo Rick’s Bar del film Casablanca (perché lo sapete che neanche una scena del film è stato girata in Marocco ma negli studios della Warner Bros perché era una pellicola a basso costo?).

El Minzah, salottino della Junior Suite

El Minzah, salottino della Junior Suite

 

La prenotazione, avvenuta un paio di mesi prima, ci ha garantito un’ottima tariffa e siccome la fortuna ci ha messo lo zampino, ci è stato concesso l’upgrade gratuito in suite (un mini appartamento con salotto, ampio bagno, camera da letto e balconcino con vista sul porto).

 

Hotel-El-Minzah-Tangeri_patio

Hotel El Minzah, vista sul ristorante El Patio

El Minzah, vista sulla piscina

El Minzah, vista sulla piscina

 

Viaggio a Tangeri

I primi tre giorni a Tangeri sono stati una vera scoperta!

La città al mattino è sonnolenta. I negozi aprono tardi e con una flemma che è tipica del Marocco (e probabilmente dell’intera Africa!). Tutto pare prendere vita lentamente e nel pomeriggio fervono le attività preparatorie al gran movimento serale.

Sicuramente l’essere arrivati durante un periodo di festa ha intensificato questa percezione, ma anche nei giorni a seguire le cose non sono cambiate molto. La notte è l’indiscussa protagonista di Tangeri, sia nella medina che lungo la corniche, la zona nuova, dove abbondano discoteche e club fronte mare.

Questa joie de vivre notturna non è neppure attribuibile alla calura diurna, perché Tangeri è sulla costa atlantica e la temperatura, in pieno agosto, si è attestata attorno ai 25° per tutti e 5 i giorni, con una piacevole brezza che ha allietato il nostro soggiorno.

Nei bar è difficile incontrare le donne. Sembrano un luogo PER per uomini, frequentato DA uomini che si siedono all’interno a guardare le partite di calcio (sono appassionati soprattutto della Liga spagnola) o fuori, ai tavolini, ma con le sedie a favore del viavai come se le persone a passeggio fossero protagoniste inconsapevoli di uno spettacolo.

Noi abbiamo scherzosamente ribattezzato questi bar “cinema” perché effettivamente gli avventori sembrano seduti su di una poltroncina di fronte allo schermo bianco, piuttosto che in un bar.

La maggior parte delle donne, si incontra per strada, nei mercati o al parco con i bambini, avvolta in abiti colorati e velo in testa. Pochissime indossano il burqa. Fa comunque effetto vedere donne al mare vestite da capo a piedi o addirittura fare il bagno senza poter scoprire un centimetro di pelle!

Per una questione di rispetto, durante il viaggio, non ho mai indossato capi che potessero urtare la sensibilità locale. Spalle e gambe coperte mi hanno evitato (eventuali) sguardi di disapprovazione e non hanno rappresentato un particolare fastidio.

 

Tangeri-citta-beat-generation

Tangeri e le sue atmosfere

 

Per i fumatori, Tangeri è un vero paradiso. Si fuma ovunque anche se i locali che abbiamo frequentato non mi sono sembrati particolarmente fumosi (io non fumo e mal tollero gli ambienti affumicati!).

Vi potrebbe capitare di vedere persone, soprattutto giovani, che si prepararono uno spinello di hashish con molta noncuranza in giro per la città. Anche se la droga non è legalizzata a Tangeri, viene venduta e consumata ovunque, anche per strada.

Ovviamente non siate spavaldi perché potrebbe costarvi una multa salata o addirittura il carcere, se trovati in possesso di quantità che esulino l’uso personale.

 

Cosa vedere a Tangeri

Pronti a scoprire la città? Il nostro tour è cominciato da Rue della Liberté (la via dell’hotel, uscendo, sulla sinistra) per dirigerci allo storico Cafè de Paris, verso cui sembravano andare i tangerini in festa. Che sia una location storica, lo denuncia l’arredo e lo stato in cui versa! Noi non vi abbiamo mai visto donne all’interno e quindi non ci siamo fermati più del tempo di una foto.

Dalla rotonda di fronte al cafè, partono una serie di vie: voi prendete Boulevard Pasteur e percorretelo per una piacevole passeggiata. È una strada di negozi e hotel che, cambiando via via nome, arriva fino alla corniche.

Nei giorni in cui siamo stati noi, brulicava di persone e auto che scendevano verso il lungomare. Uomini e donne indossavano abiti tipici (soprattutto chiari, il bianco è simbolo di purezza e rinnovamento, molto indicato per la “piccola festa” che segue il mese di digiuno) e passeggiavano tra banchetti più o meno instabili che esponevano un’incredibile varietà di merce in vendita per pochi dirham: coni di frutta secca, ceci, fagioli, patate fritte, popcorn e zucchero filato rosso.

 

Terrasse des Paresseux

Terrasse des Paresseux

 

Sulla Terrasse des Paresseux, la Terrazza dei Pigri, riconoscibile dai cannoni puntati verso il mare, le donne erano invece molto attive: alcune disegnavano elaborati tatuaggi all’hennè mentre altre truccavano e vestivano bambine da fotografare su troni bianchi addobbati con veli e paillettes dorate (attività che ha molto “mercato” in città: abbiamo visto mamme in fila per assicurarsi una foto ricordo da principessa per la propria bambina.

Il fotografo la immortalava e rilasciava una ricevuta con la quale ritirare lo scatto una volta sviluppato. Abbiamo letto che questi sontuosi troni vengono utilizzati nei matrimoni e forse questo trono in miniatura non è altro che un buon auspicio a un matrimonio felice).

 

Terrasse des Paresseux

Terrasse des Paresseux

 

È stata un’esperienza incredibile perché in giro c’erano pochissimi turisti e abbiamo avuto per giorni la sensazione di essere parte integrante di quella folla festosa di tangerini.

Siamo tornati nostri passi perché volevamo vedere il mare di giorno e quindi ci siamo diretti verso la Medina (rispetto al nostro hotel, si deve prendere la strada che scende sulla destra verso il Grand Socco).

 

Medina

Medina

 

La Medina di Tangeri

Lo spirito migliore è quello di buttarsi nella mischia e lasciarsi sorprendere dagli scorci che si apriranno inaspettatamente davanti ai vostri occhi. L’impressione (o il timore) di perdersi non è reale, perché la Medina di Tangeri è piccola e se avete una cartina con voi, potrete utilizzarla per orientarvi.

Infatti le strade sono indicate in duplice lingua, arabo e francese, quindi saprete sempre dove vi trovate (mentre a Marrakech, ad esempio, le poche vie dotate di un nome, ce l’hanno solo in arabo)!

 

Grand Socco

Grand Socco

 

Il Gran Socco (dove socco è la storpiatura della parola araba suq) è un’ampia piazza circolare con una fontana al centro, su cui si affacciano lo storico Cinema Rif e i Giardini Mendoubia.

Il cinema, che ospita rassegne di tutto rispetto, è un luogo piacevolissimo anche grazie all’angolo bar. Qui potrete fermarvi, come ho fatto io per 4 mattine consecutive, a bere un tè alla menta mentre leggete un libro, scrivete o navigate su internet approfittando del wifi gratuito!

Il termine sciuscià è la deformazione della parola shoeshine – appunto, lustrascarpe – con la quale si indicavano i bambini che durante la seconda Guerra Mondiale lucidavano le scarpe ai soldati per pochi spiccioli. Il termine venne sdoganato nel 1946 dall’omonimo film di De Sica.

Ogni tanto alzate lo sguardo e guardate il Gran Socco che pullula di umanità: venditori ambulanti coi loro carretti, asini carichi di merci, donne che tornano dal fare la spesa, lustrascarpe itineranti, gente che si pesa per pochi spiccioli in strada su bilance vintage.

Date un’occhiata alle magliette in vendita: per i collezionisti, una t-shirt del Rif è un cimelio da acquistare!

 

Cinema RIF

Cinema RIF

 

Dopo qualche foto di rito, ci siamo infilati nella porta che reca in alto la mappa della Medina, ma se fossimo stati più attenti, avremmo visto che proprio accanto alla porta parte una strada in discesa, Rue as Siaghin, che ci avrebbe condotti, senza perderci nel dedalo di vicoli, direttamente al Petit Socco, un’altra piazzetta che rappresentava un importante crocevia in passato e oggi è un tranquillo spazio con un paio di bar dove sorseggiare una bibita fresca.

Nel Grand Socco, il cui nome ufficiale è Place du 9 Avril 1947, il re Mohammed V annunciò alla nazione la conquista dell’indipendenza (interrompendo tra l’altro l’ultratrentennale pluriprotettorato internazionale che aveva reso Tangeri un paradiso fiscale e una città trasgressiva).

Comunque, anche se impiegando qualche minuto di più, siamo approdati anche noi al Petit Socco e, anziché fermarci, ci siamo spinti verso il basso, arrivando a una bellissima terrazza sul mare. Da Rue dar Dbagh parte una strada in salita, Rue du Portugal. Imboccatela e tenete d’occhio le mura sulla destra.

 

L’American Legation Museum

Ad un certo punto, vedrete il cartello “American Legation Museum”. Salite i gradini e fate una visita a questo museo, ricordando che il martedì tutti i musei del Marocco sono chiusi!

Se vedete la porta del museo sbarrata, non disperate e non siate timidi: suonate il campanello! Vi aprirà un guardiano che vi farà entrare gratuitamente (portate con voi qualche spicciolo per lasciare un piccolo contributo al momento di andar via).

In questo museo, unico sito di Rilevanza Storica Nazionale statunitense in terra straniera, potrete ammirare la  prima dichiarazione di riconoscimento degli USA appena costituiti, a firma del Sultano Moulay Suleyman e la cosiddetta Monna Lisa del Marocco, il ritratto di una cameriera uscito dal pennello di James McBey che si trova sulla parete a destra rispetto alla teca dove è custodito il prezioso carteggio tra il sultano marocchino e G. Washington.

Se invece di uscire dalla Medina volete raggiungere l’American Legation dal Petit Socco, lasciatevi alle spalle il Cafè Central e prendete la Rue Las Once fino a uno slargo, “Place Takadoum“. Imboccate la strada sulla sinistra, Rue Katib e quindi Kadi Tamsamani. All’altezza del n.27, girate a sinistra per Rue d’Amerique. L’ingresso del museo si trova sotto a un arco (sembra una strada lunga, ma non lo è affatto!).

 

La Kasbah di Tangeri

Visto che dopo ore a zonzo nella Medina avevamo preso confidenza con i vicoli, abbiamo deciso di spingerci fino alla Kasbah. Le strade per arrivarci sono tante, se vi state perdendo, chiedete. Non è vero che vi assilleranno per accompagnarvi. Vi indicheranno gentilmente la direzione e vi daranno il benvenuto in città come saluto.

Se però preferite arrivarci da soli, senza smarrirvi, uscite dalla Medina ripercorrendo il tragitto dell’andata su Rue as Siaghin. A questo punto, prendete a destra Rue d’Italie. Quando vedrete una strada che si impenna in salita, Rue de la Kasbah, prendetela e arriverete alla porta d’ingresso del quartiere.

 

Kasbah

Kasbah

 

Capirete subito di essere in una zona molto diversa dalla Medina (e l’effetto sarà ancor più evidente se arriverete alla Kasbah dall’interno) perché vedrete strade più ampie e pulite, palazzi “signorili” e riad imbiancati a calce. Dopo un breve vicolo in discesa, vi si aprirà sulla sinistra, l’ingresso al Museo della Kasbah. Il prezzo d’ingresso è di soli 10Dhs ma ne vale davvero la pena, sia per la struttura che lo ospita (l’antico palazzo del Sultano) sia per i reperti esposti che raccontano la storia cittadina dalla preistoria al XIX secolo. Non trascurate il bel giardino.

 

Museo della Kasbah

Museo della Kasbah

 

Il Quartiere residenziale di Tangeri

Uscendo dal museo, continuate lungo la strada di fronte, vi ritroverete in un’ampia piazza: avrete la conferma di essere arrivati nel quartiere residenziale di Tangeri!

Prima di imboccare qualunque vicolo colorato, dirigetevi verso il varco con le sbarre che si apre nel muro e dal quale si intravede il cielo. Se riuscite ad entrate tra le sbarre, oltrepassatele, altrimenti a una decina di metri sulla sinistra c’è una porta per potervi affacciare su questo “dirupo” sul mediterraneo davvero spettacolare chiamato la “finestra d’Africa”!

 

Finestra d'Africa

Finestra d’Africa

 

Altre cose da vedere a Tangeri

Tenete a mente la piazza perché ovunque siate arrivati nella vostra passeggiata nella Kasbah, dovrete tornare indietro se vorrete pranzare al “Salon Bleue“! Dicevamo, dalla piazza, scegliete una strada qualunque: tanto tutte, prima o poi, vi porteranno in basso, verso la Medina. In un paio di giorni, il cuore della città non avrà più sorprese (forse!) salvo scoprire che i negozi della Medina la sera sono aperti con i tangerini occupati in colorate, caotiche ed estenuanti contrattazioni!

La chiesa anglicana di St Andrew

Tornate verso il Grand Socco e dirigetevi in Rue d’Angleterre per visitare la deliziosa Chiesa anglicana di St Andrew. Troverete il cancelletto aperto e vi sembrerà di entrare in un mondo ovattato dove il traffico cittadino non riecheggia per rispetto. Rispetto per la chiesa e per quel piccolo cimitero che la circonda.

 

Cimitero St Andrew Church

Cimitero St Andrew Church

 

Qui sono sepolti molti giovanissimi soldati inglesi. Leggere le scritte sulle lapidi provoca una certa stretta al cuore. Vite stroncate nello stesso giorno, perché il loro aereo è stato abbattuto dal nemico. Ragazzi che riposano in una terra straniera, sotto una lastra di marmo che racconta il dolore della famiglia.

Curiosando qua e là, potrete leggere anche nomi di celebri corrispondenti del Times inglese! Se la porta della chiesa è chiusa, non disperate, di nuovo. Cercate il custode Yassine (vive nella casa accanto), lasciate un’offerta ed entrate: avrete la prova di quanto si creda nell’integrazione tra culture e religioni a Tangeri (e nell’intero Marocco).

Dentro St Andrew c’è la preghiera del Padre Nostro scolpita in arabo. Quadri in legno che riecheggiano versi in ebraico. Stampe di santi ortodossi. Potrete inoltre ammirare, purtroppo in copia, il quadro dipinto da Matisse e raffigurante proprio St Andrew, con le sue pareti candide e la guglia che svetta simile a un minareto.

 

St Andrew Church

St Andrew Church

 

Se la sosta in città è più lunga di un week end, concedetevi un’escursione alle Grotte di Ercole (abbinate di solito alla visita del suggestivo Faro di Cap Spartel dove il Mediterraneo e l’Atlantico si scontrano) e alla pittoresca cittadina di Asilah.

 

La partenza da Tangeri

Siamo partiti da Tangeri in treno alla volta di Fes. La stazione è nuovissima. Vi raccomandiamo di acquistare il biglietto con un giorno d’anticipo rispetto alla data della partenza, per assicurarvi un posto riservato in prima classe (dove i vagoni sono dotati di aria condizionata).

Purtroppo i biglietti non possono essere acquistati online, ma non avrete particolari difficoltà a trovare posto in prima visto che i marocchini viaggiano quasi esclusivamente in seconda.

 

Dove mangiare a Tangeri

PRANZO

Per pranzo consigliamo Salon Bleue (sulla piazza della Kasbah, ingresso in 71 Rue Amrah): è un piccolissimo ristorantino su più piani. Non fermatevi alla terrazza che dà sulla piazza. Prendete le scale a chiocciola e vi si aprirà un panorama spettacolare sulla città e sul mediterraneo.

Potrete scegliere tra singole portate o menù fisso a 90Dhs comprensivo di insalata di pomodori, tanjine di pollo e melone. Tutto buonissimo!

Se volete mangiare un club sandwich a bordo piscina con un bel giardino a incorniciare il panorama, potete fermarvi al Caid’s Bar dell’hotel El Minzah (85 rue de la Liberté).

Qui, a fare la differenza, oltre alla location, è anche il servizio. Il prezzo per un paio di club sandwich e birra è di circa 300Dhs. Infine, se vi va di pranzare in spiaggia, consigliamo “Chellah Beach Club, Restaurant El Caribo”, un locale sulla corniche dove mangiare pesce, con un ottimo rapporto qualità/prezzo!

 

La Corniche

La Corniche

CENA

Per cena, dopo giorni di cucina marocchina, abbiamo voluto sperimentare un ristorante italiano vicino all’hotel (contrariamente all’usuale decisione di mangiare solo piatti locali all’estero). Anna e Paolo è una trattoria in cui abbiamo assaggiato piatti nostrani cucinati bene, bevuto alcolici e pagato prezzi davvero contenuti! Consigliamo le insalate (soprattutto quella contadina), il tagliere di salumi, i ravioli fatti in casa, i saltimbocca (spesa tra i 250 e i 350 Dhs comprese le bibite).

Se volete gustare una cena in un’ambientazione moresca, con una piacevole musica live in sottofondo e un servizio impeccabile consigliamo l’altro ristorante di El Minzah, Il Patio, dove abbiamo assaggiato un ottimo couscous di pollo e verdure e una tajine di pollo e verdure e bevuto la birra locale “Casablanca” dal sapore forte e deciso.

Per una cena romantica o per concedersi una serata chic è certamente una location ideale: i prezzi però sono molto alti rispetto alla media di Tangeri (cena media tra i 500 e i 600Dhs in due).

 

Cafè Hafa

Cafe Hafa

 

Locali consigliati a Tangeri

Per un tè alla menta con vista spettacolare: Café Hafa. Si trova oltre la Kasbah. A piedi, è una strada un po’ lunga e siccome il momento ideale è al tramonto, fatevi accompagnare da un petit taxi.

Vi lascerà di fronte a un locale che si chiama Posada Hafa. NON è il locale dove dovete fermarvi! Imboccate la stradina e dopo un parcheggio “faidate” sulla destra, a una ventina di metri, vedrete l’ingresso del Café.

Su un terrazzamento digradante verso il mare, vedrete decine di tavolini blu occupati da giovani tangerini che sorseggiano bibite analcoliche (è l’unico “difetto” di questo locale, ma del resto gli alcolici si trovano solo in strutture che ospitano clienti internazionali), che giocano a carte, che chiacchierano piacevolmente.

È un luogo speciale perché frequentato quasi esclusivamente da locali. Scendendo i gradini, si ha la sensazione di immergersi nel loro quotidiano, di condividerne i pensieri, le preoccupazioni, i progetti.

Siccome è tutto all’aperto, ci si deve andare in una bella giornata. Vi siederete al tavolino e avrete davanti mare e cielo. Nient’altro. P.S. Non vi sorprendete se vedrete fumare cannabis anche qui. E’ una specie di “zona franca” anche se, lo ribadiamo, è bene ricordarsi di essere in un paese dove la droga è illegale e penalmente perseguita.

La chicca: in questo Cafe erano soliti venire ospiti i Rolling Stones e tutti gli esponenti della Beat Generation (oltre al grande Paul Bowles, autore di “Il te nel deserto”).

All’uscita, tornate verso il parcheggio ed entrate. Vi si aprirà un fantastico panorama da ammirare sulle tombe fenicie (avete letto bene SULLE): purtroppo, nonostante il cartello recante la scritta “sito storico”, le tombe sono un altro luogo di ritrovo dei tangerini. Tra queste fosse perfettamente rettangolari, potrete scattare foto molto suggestive.

 

Tombe-Fenicie

Tombe fenicie

 

La chicca: conoscete Chefchaouen la città blu del Marocco?

Oggi la città è proiettata verso il futuro: Cité Mohammed VI Tanger Tech è il progetto su cui si stanno riversando importanti investimenti internazionali. Noi speriamo solo che quel fascino un po’ decadente che proietta i viaggiatori negli anni della Tangeri della Beat Generation non venga cancellato. Sarebbe un vero peccato.

12 commenti

Andrea Pizzato 20 Maggio 2013 - 19:54

bellissimo questo marocco lontano dai soliti giri turistici. bel post complimenti :))

Rispondi
TuristadiMestiere 13 Ottobre 2012 - 9:11

@nella: carissima, grazie per le tue parole! Come Alessandra, mantengo le dita incrociate per la vendita della baita!
@tomaso: è stato un viaggio davvero istruttivo, sotto tanti punti di vista!
@andrea: Tangeri merita assolutamente una sosta. Peccato per Asilah…
@annaluefabio: carissimi! Grazie per i complimenti! Il diario di viaggio è lunghetto, ma secondo me quando si deve partire è bello leggere il racconto di qualcuno che ci è già stato… almeno io faccio così! Pensierino??? A cosa??? 😛
@adri: felice di averti mostrato un volto sconosciuto del Marocco!
@straw: ne vale assolutamente la pena!
@tizi: grazie a te, lo sai che le tue parole mi sono particolarmente care!
@bl4: il Marocco sta provando a venire fuori dalla povertà e dai pregiudizi. Col turismo forse riuscirà ad affacciarsi piano piano sul panorama internazionale facendo comprendere quanta voglia di pace e di serenità ci sia in quei luoghi!
@ale: segna segna!!!

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Alessandra Granata 12 Settembre 2012 - 14:43

Che bello Monica!! Meta da segnare sul mappamondo di casa Rospi!!!

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Bl4cKCrOw 11 Settembre 2012 - 23:11

Non posso non chiedermi, gustando il tuo reportage, quanto le religioni del mondo abbiano modificato i nostri rapporti col territorio e le nostre culture… Marocco compreso… Le meraviglie che ci hai presentato hanno, temporaneamente, il potere di celare le ombre di un allarmante tasso di povertà che, purtroppo, non dimentichiamolo, nemmeno qui lascia scampo…
Non si può certo negare comunque che i tuoi scatti siano mozzafiato… A presto Turista 🙂

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Tiziana Bergantin 11 Settembre 2012 - 16:24

Cara Monica, un reportage molto ben raccontato. Un posto da sogno che mi ha spinta là oltre le tue parole, tra quelle mura, tra gli abitanti di quei siti. Un bellissimo viaggio. Grazie.

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Strawberry 11 Settembre 2012 - 12:52

Fantastico reportage! Sembrava di essere con te in ceri momenti…gran bel viaggio quello in Marocco, prima o poi riuscirò ad andarci…:-)

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Adriano Maini 11 Settembre 2012 - 11:48

Queste fotografie del Marocco – belle per me quelle di ordine storico, soprattutto! – non le avevo ancora viste. E pensare che ne ho fatto buona scorta!

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Anna Luisa e Fabio 11 Settembre 2012 - 10:54

Mi piacciono i racconti in stile diario di viaggio, mi sembra di condividere meglio l’esperienza e quasi di viverla in prima persona. Tu poi sei particolarmente prodiga di dettagli. ottima la scelta dell’hotel e suggestiva questa Tangeri.
Comunque hai fatto bene ad andarci dopo il Ramadan, altrimenti oltre che senza poter entrare in un bar, non avresti potuto nemmeno mangiare, però la sigaretta ti sarebbe stata concessa 😀 Non so davvero come facciano, considerando che poi durante quel periodo cucinano tutto il giorno per la sera. Sarà stato comunque contento il marito…
Un pensierino ad un costume locale non l’hai fatto? 😀
Ok, dai, la smett, attendendo il seguito.

Fabio

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Andrea 11 Settembre 2012 - 10:44

Bellissimo reportage Monica. Sono stato un paio di volte in Marocco, ma mai a Tangeri (ad Asilah sono passato, ma ho visuuto una brutta esperienza che ne ha inquinato il ricordo)..e a questo punto me ne pento! Attendo di vedere il seguito a Fez (città che, da quanto ho letto su Tangeri, avrai trovato infinitamente diversa). un saluto

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Tomaso 11 Settembre 2012 - 10:32

Cara Monica credo proprio che siano viaggi da sogno.Tomaso

Rispondi
nella 11 Settembre 2012 - 10:03

Come se avessi fatto il viaggio, cara amica e mi viene proprio bene in questo anno di carestia , dove mi devo accontentare di passare solo quattro giorni nella nostra baita in montagna , solo perchè non l’ho potuta vendere!!!!
Va beh …chi s’accontenta gode!

Rispondi
Alessandra Granata 12 Settembre 2012 - 14:44

Cara Nella, siamo nella stessa barca…o baita…!!
Dita incrociate per la tua vendita!!

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