Queens, Flushing Meadows, 1964. All’architetto Philip Johnson commissionano il Padiglione dello Stato di New York in occasione dell’Esposizione Universale. Tema: futuro. L’eclettico architetto disegna un tetto di vetroresina a forma ellittica di circa 100 metri poggiato su 16 pilastri. Nome: The tent of tomorrow (la tenda del domani).
Il pavimento del padiglione ne è il piccolo gioiello. Rappresentava la Texaco Road Map, la mappa di NY ingigantita (sono stati utilizzati ben 567 pannelli di mosaico!). I visitatori potevano “calpestarla”, potevano viaggiare da un capo all’altro dello stato solo spostando lo sguardo, i bambini con le macchinette a pedali potevano percorrerne le strade. Finita l’esposizione il padiglione è stato l’unico a non essere abbattuto, ma per ragioni di sicurezza ne è stato asportato il tetto in vetroresina. Il pavimento ovviamente negli anni ha subito l’oltraggio dell’oblio e inevitabilmente si è deteriorato. La good news? Un architetto italiano, il milanese Gionata Rizzi, già curatore del restauro dei mosaici della Villa romana del Casale (a piazza Armerina) è stato chiamato a studiare un progetto di recupero del pavimento e di una nuova copertura che lo protegga dalle intemperie.
1 commento
what a pity!